Perché il prezzo del gas sale? L’Europa ha un punto debole

Violetta Silvestri

31 Luglio 2024 - 11:20

Il prezzo del gas in Europa balza e mette in luce quanto il continente sia ancora troppo dipendente da fornitori esteri per il suo approvvigionamento. Questo è il suo punto debole, cosa aspettarsi?

Perché il prezzo del gas sale? L’Europa ha un punto debole

Il prezzo del gas sale in Europa in un contesto di rischi geopolitici e nervosismo sulle forniture del combustibile nel vecchio continente.

Alle ore 10.30 circa, i futures olandesi a breve termine, il parametro di riferimento del gas europeo, salgono di oltre l’1% a più di 35 euro per megawattora.

A fine luglio la quotazione che riguarda il vecchio continente ha raggiunto il livello più alto in quasi un mese, alla luce di una persistente minaccia di una minore fornitura. L’aumento ha sottolineato la dipendenza sostenuta che i mercati energetici europei hanno dalla disponibilità di gas naturale da fonti estere chiave. Questo rimane il più preoccupante dei punti deboli dell’approvvigionamento di gas in Europa.

Il prezzo del gas sale in Europa, ecco perché

I futures sul gas in Europa sono sulla buona strada per un quarto giorno di guadagni.

La preoccupazione per una possibile escalation della guerra in Medio Oriente sta ravvivando il sentimento di rischio in un momento in cui i trader stavano già affrontando una concorrenza più agguerrita con altri grandi acquirenti di gas naturale liquefatto come Cina ed Egitto.

Il mercato del gas europeo si è dimostrato sensibile alle interruzioni dell’approvvigionamento quest’estate, in gran parte perché ora fa affidamento sulle consegne da tutto il mondo. Questo è il vero punto debole del vecchio continente: la sua persistente dipendenza - e quindi vulnerabilità - da fornitori esteri.

Un’interruzione presso l’impianto di esportazione di Gnl di Ichthys in Australia sembra aver fornito un certo supporto ai prezzi nei giorni scorsi. Anche le manutenzioni norvegesi hanno messo a rischio la fornitura di gas all’Europa e l’inizio della stagione degli uragani negli Stati Uniti ha rafforzato l’incertezza sulla disponibilità di Gnl della costa del Golfo.

Le potenziali minacce alla fornitura hanno spinto i prezzi, nonostante le aspettative di una domanda inferiore, con ENI che ha segnalato un calo del 16% nei consumi durante il secondo trimestre a causa della minore domanda di energia per l’attività industriale.

Secondo il Gas Report per il secondo trimestre dell’Agenzia internazionale dell’Energia le stime di crescita dell’offerta globale di Gnl sono state riviste al ribasso per il 2024 a causa di molteplici cause, tra cui potenziali ritardi nell’avvio di nuovi piani di liquefazione e tensioni geopolitiche.

Proprio la geopolitica minaccia l’offerta di gas in Europa. Tensioni crescenti e imprevedibili in Medio Oriente e nella navigazione nel Mar Rosso, ma anche la guerra in Russia potrebbero avere ancora un impatto.

Da segnalare, infine, che i flussi di Gnl verso l’Europa sono stati circa il 30% inferiori alla media a luglio, secondo i dati di tracciamento delle navi compilati da Bloomberg. Mentre gli impianti di stoccaggio della regione sono elevati per la stagione e più flussi provengono dalla Norvegia, il clima più caldo sta ricoprendo gran parte del continente questa settimana, spingendo in alto la domanda di aria condizionata.

Una maggiore domanda potrebbe rompere in parte l’equilibrio con l’offerta finora bilanciata grazie alle ampie riserve. Il prezzo del gas in Europa ha ancora spazio per crescere.

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