Perché Sanremo potrebbe non essere più della Rai

Alessandro Nuzzo

9 Febbraio 2023 - 22:44

La convenzione tra Rai e Sanremo è in scadenza, al nuovo bando potranno partecipare tutti e ci sarebbe già una cordata pronta a soffiare il festival alla tv di Stato.

Perché Sanremo potrebbe non essere più della Rai

Sanremo e Rai rappresentano un connubio indissolubile. Sin dalla prima edizione, il festival della canzone italiana è sempre andato in onda sulla tv di Stato. Eppure l’edizione numero 73 della kermesse, quella che sta andando in scena in questi giorni, potrebbe essere l’ultima prodotta dalla Rai. Sembra un’assurdità ma non lo è.

È in scadenza il prossimo dicembre infatti la convenzione tra la Rai e il comune di Sanremo e occorrerà dunque un nuovo bando aperto a tutti gli altri competitor per assegnare la futura gestione del marchio “festival della canzone italiana”, di proprietà del comune ligure.

Questo a causa di una recente sentenza del Tar che ha dato ragione all’AFI, l’Associazione Fonografici Italiani, ente che tutela gli interessi dei produttori discografici indipendenti, che si era appellata contro questa sorta di monopolio che la tv di Stato deteneva sulla kermesse.

La possibilità che dalla prossima edizione il festival di Sanremo non vada più in onda sulla Rai è reale e concreta come confermato anche da dall’assessore al Turismo e dal sindaco del Comune di Sanremo.

Una possibile cordata sarebbe pronta a soffiare il festival alla Rai

La sentenza del Tar della Liguria del 2021 a cui si era appellata l’AFI ha aperto nuovi e imprevedibili scenari sul futuro del festival della canzone italiana, marchio registrato e di proprietà appunto del comune ligure. Nei diversi anni le emittenti televisive si erano opposte a questa esclusiva della Rai, ritenendo di essere estromesse illegittimamente dal bando. Con la sentenza del Tar la convenzione è in scadenza il prossimo mese di dicembre e il comune dovrà organizzare un nuovo bando aperto a tutti i competitor, quindi Mediaset, Sky, La7 o tutti coloro che vogliono strappare il festival dalle mani della tv di Stato.

Come confermato anche da Striscia la Notizia e Repubblica ci sarebbe anche una cordata composta da case discografiche, imprenditori e società di comunicazione pronta a unirsi per proporre al comune l’organizzazione della prossima edizione della manifestazione. «Un festival senza la diretta Rai? Possibile» - ha risposto Giuseppe Faraldi, assessore al Turismo del Comune di Sanremo.

Ma anche il sindaco della città Alberto Biancheri ha confermato l’esistenza di una cordata. «Nella serata di ieri mi è arrivata in Comune una comunicazione di un gruppo di soggetti, in mezzo ci sono case discografiche, imprenditori e società di comunicazione, che si dicono impegnate ad allestire una cordata per proporre all’amministrazione l’organizzazione della prossima edizione della manifestazione» - ha detto. Al momento nella proposta arrivata sulla scrivania del sindaco non ci sono dettagli economici ma solo una manifestazione d’interesse.

Lo stesso comune di Sanremo non vede in malo modo la possibilità di dover fare una nuova gara per l’organizzazione del festival perché è consapevole che questo potrebbe far rivedere al rialzo i guadagni in una logica di libero mercato e del chi offre di più si prende il festival. Quest’anno i diritti sono stati ceduti per 4 milioni e 850 mila euro, un costo inferiore rispetto ai 5 milioni dell’anno scorso. In compenso però i ricavi dagli sponsor sono stati elevatissimi, ben 50 milioni di euro.

Non c’è dubbio che organizzare la manifestazione più seguita in Italia fa gola proprio alla luce degli imponenti ricavi che questa kermesse riesce ad ottenere. Per il momento godiamoci il festival perché come detto anche dal sindaco «organizzare Sanremo non è certo una passeggiata, valuteremo in serenità, conclusa la kermesse 2023».

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