È boom di casi di peste suina in Italia, ma è sicuro mangiare la carne di maiala e cinghiale? Ecco cosa dicono le autorità competenti.
È boom di casi di peste suina africana (PSA) in Italia, arrivando in diversi Comuni, colpendo non solo gli allevamenti ma anche i cinghiali selvatici. Frutto dell’assenza di un severo contenimento della popolazione di selvatici, l’espandersi del virus era solo una questione di tempo.
Nonostante la malattia sia conosciuta da anni, non sembra che in Italia siano state adottate norme di sicurezza adeguate. La PSA, infatti, è endemica nel continente africano. Nel 2007 raggiunse la Georgia probabilmente attraverso rifiuti di cucina infetti, scaricati da una nave partita dall’Africa e approdata sul Mar Nero. E dal Caucaso, il virus si è diffuso in Russia e successivamente ha raggiunto l’Europa nel 2014.
E negli ultimi 10 anni ha colpito frequentemente Paesi Europei, nel 2022 sono stati registrati per la prima volta anche il genotipo II del virus in provincia di Alessandria, determinando la definizione di una ampia zona infetta a cavallo tra Piemonte e Liguria. Ma recentemente il virus ha raggiunto anche il centro Italia, la Capitale, colpendo maiali domestici, e cinghiali.
Eppure, nonostante la malattia sia tra le più conosciute, vi sono ancora dubbi, tanto che le persone si domandano se la PSA colpisca l’uomo e se sia scuro mangiare carne suina. È opportuno trovare una risposta definitiva a queste domande: ecco tutto quello che serve sapere sulla peste suina e come prevenire l’infezione.
Peste suina, colpisce l’uomo? Come fare prevenzione?
La Peste Suina Africana non è pericolosa per l’uomo, ma il suo arrivo in un territorio indenne può avere gravi conseguenze. Il virus può diffondersi attraverso alimenti e materiali contaminati trasportati da persone, causando seri danni all’economia del settore e soprattutto alimentando quel sistema di violenze sull’animale.
Al momento non esiste un vaccino o una cura per la PSA, quindi la prevenzione è fondamentale. Gli allevatori di suini e cinghiali devono monitorare la salute dei loro animali e segnalare qualsiasi caso sospetto alle autorità veterinarie.
Nonostante la PSA non sia trasmissibile all’uomo, è fondamentale seguire alcune precauzioni per evitare la diffusione del virus:
- Acquistare carne suina solo da fonti certificate e che seguono le norme di biosicurezza;
- Non consumare carne suina proveniente da zone infette;
- Smaltire correttamente i rifiuti alimentari, evitando che animali selvatici come i cinghiali possano entrare in contatto con essi;
Seguendo queste semplici linee guida, possiamo contribuire a fermare la diffusione della PSA e proteggere il settore suinicolo.
Peste suina: è sicuro mangiare carne di maiale (o cinghiale)?
Nel caso in cui si sia ancora preoccupati, è bene sapere che si può mangiare carne di maiale e di cinghiale. Come ricordato anche dal Ministero della Salute, i prodotti a base di carne suina possono essere consumati in sicurezza, in quanto “il virus della peste PSA non è trasmissibile all’uomo. Tuttavia, i rifiuti devono essere correttamente smaltiti”.
I prodotti a base di carne suina possono essere consumati in sicurezza, in quanto - ricordiamolo - il virus non si trasmette all’uomo neanche attraverso l’ingestione di carne eventualmente infetta. Va comunque ricordato che nella Unione europea, a seguito della notifica di focolai di PSA negli allevamenti, è prevista l’attuazione di strette misure di controllo, che prevedono l’abbattimento dei suini, a volte vittima di violenze sistemiche, che ledono la dignità dell’animale, come sottolineato dalle associazioni animaliste.
L’abbattimento è previsto sia per maiali che cinghiali. In Europa sono vietate le “movimentazioni in entrata e in uscita di animali e prodotti, compresi i sottoprodotti, a meno di specifico trattamento volto ad eliminare la presenza del virus”. La movimentazione di suini vivi e prodotti suini, inclusi i sottoprodotti, è consentita solo se applicati rigidi controlli sanitari. Inoltre, scrive il Ministero:
Al di fuori delle zone infette, i suini inviati al macello vengono sottoposti a visite pre-macellazione (visita ante-mortem) e post-macellazione (visita post-mortem) che assicurano in caso di sospetto l’eliminazione degli animali dalla catena alimentare.
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