Biden sfida l’OPEC sul prezzo del petrolio: gli USA hanno annunciato il rilascio delle riserve strategiche di concerto con i più importanti consumatori di greggio. Cosa significa e quali conseguenze?
Sul petrolio si è aperta la partita tra gli USA e l’OPEC.
Il presidente Joe Biden ha dichiarato martedì 23 novembre che l’amministrazione attingerà alla Strategic Petroleum Reserve come parte di uno sforzo globale delle nazioni consumatrici di energia per calmare il rapido aumento dei prezzi del carburante nel 2021.
Il rilascio coordinato tra Stati Uniti, India, Cina, Giappone, Repubblica di Corea e Regno Unito è la prima mossa del genere nella storia.
Cosa significa questa decisione per il prezzo del petrolio e come risponderà il cartello OPEC? I dettagli sul rilascio delle riserve di greggio statunitense.
Quanto petrolio sarà rilasciato dalle riserve USA?
Stando alle ultime dichiarazioni di Washington, gli Stati Uniti rilasceranno 50 milioni di barili dall’SPR. Di questi, 32 milioni di barili avverrà nei prossimi mesi in forma di prestito (le società le restituiranno), mentre l’amministrazione accelererà lo svincolo di 18 milioni di barili di vendita già approvato dal Congresso.
L’India ha dichiarato che libererà 5 milioni di barili. La Corea del Sud ha fatto sapere di aver accettato di partecipare ma non ha fornito volumi. I media giapponesi hanno sottolineato che Tokyo annuncerà i suoi piani mercoledì. La Gran Bretagna non ha rilasciato commenti immediati.
I futures sul petrolio a New York scambiano a 77,77 con un + 1,31% dopo essere scesi dell’1,9% in precedenza, poiché gli investitori stanno calcolando che la maggior parte del rilascio del greggio dovrà essere restituita alla riserva.
La quotazione Brent viaggia sugli 80,95 dollari al barile, con un guadagno dell’1,58% mentre si scrive.
Secondo i piani, gli Stati Uniti condurranno gli scambi per diversi mesi, con le compagnie petrolifere che prenderanno possesso del greggio ora e poi restituiranno le forniture in riserva in seguito, quando i prezzi saranno diminuiti.
Alti funzionari dell’amministrazione hanno affermato che il piano di rilascio del petrolio su due fronti, il risultato di mesi di discussioni e diplomazia, è adattato alle attuali condizioni di mercato, con i prezzi del petrolio elevati che dovrebbero scendere nei prossimi mesi.
Perché si è aperta la sfida all’OPEC
La scelta di Biden e delle nazioni consumatrici di greggio non avrà effetti soltanto sul prezzo del petrolio. A cambiare potrebbero essere le relazioni diplomatiche tra importanti nazioni.
La decisione del presidente USA di scaricare collettivamente le scorte di greggio dopo che i Paesi dell’OPEC+ hanno respinto le richieste di aumentare significativamente la produzione segna una vittoria diplomatica per gli Stati Uniti.
La sfida è segnata contro Arabia Saudita, Russia e altri produttori del cartello. La nuova situazione, però, non è affatto priva di rischi.
I funzionari dell’OPEC+ hanno avvertito che probabilmente risponderanno a questa mossa annullando i piani per aumentare la propria produzione e negando l’aggiunta di scorte di petrolio sul mercato.
La bagarre minaccia di sconvolgere la geopolitica dell’oro nero. La posta in gioco è il prezzo della risorsa più importante del mondo, mentre politici e banchieri centrali si scontrano con la maggiore ondata inflazionistica in oltre 10 anni. Le relazioni si stanno facendo tese tra Washington e Riyadh, tradizionalmente alleati.
Louise Dickson, analista senior dei mercati petroliferi presso Rystad Energy, ha dichiarato che la decisione odierna segna ufficialmente la nascita di un fronte anti-OPEC, ovvero “un gruppo dei principali Paesi consumatori di petrolio che stanno prendendo in mano la dinamica dell’offerta nel rilascio non convenzionale e senza precedenti di riserve strategiche di petrolio per creare un allentamento artificiale nel mercato e dare un colpo negativo ai prezzi del petrolio”
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