Le scorte di petrolio crescono oltre le attese nell’ultima settimana. Ecco i dettagli.
Scorte di greggio in crescita di 1,302 milioni di barili nella settimana al 29 aprile a fronte di attese per un calo di 0,829 milioni di barili (+0,692 milioni l’aumento registrato la settimana precedente).
Lo riporta l’ultima nota settimanale dell’Energy Information Administration che sottolinea anche che le scorte di benzina nel periodo sono diminuite di 2,2 milioni di barili e sono circa il 4% al di sotto della media degli ultimi cinque anni relativa a questo periodo. Le scorte di distillati sono diminuite di 2,3 milioni di barili e sono circa il 22% al di sotto della media degli ultimi cinque anni.
Le riserve strategiche di petrolio sono calate di 3,1 milioni a 550 milioni di barili.
Il petrolio WTI è salito di quasi il 4% e si aggira attorno a 106,44 dollari dopo il dato diffuso ieri sera da API (l’American Petroleum Institute) che ha evidenziato un calo delle scorte di 3,5 milioni di barili nell’ultima settimana. Nonostante la nota EIA di oggi abbia segnalato un rialzo inatteso delle scorte, i prezzi del greggio si sono mantenuti in territorio positivo.
A far salire i prezzi anche l’annuncio dell’Unione europea di voler ridurre gradualmente le importazioni di petrolio russo fino ad eliminarle e la debolezza della domanda cinese a causa di una nuova impennata dei casi di covid.
Il petrolio WTI oscilla da oltre un mese attorno a 100 dollari, livello spartiacque tra uno scenario di ripresa e uno di indebolimento. Al superamento dei 109 dollari le quotazioni avrebbero spazio di salita verso target a 115 dollari e fino ai top di marzo a quota 129,40. Sarà però la rottura di questa soglia a fornire la spinta per una nuova accelerazione in direzione dei record storici del 2008 a 147 dollari al barile. Al contrario, sotto quota 100 e alla violazione di 93 dollari, minimi di marzo e aprile, rischio di indebolimento in direzione delle ex resistenze a 85 dollari, top dello scorso autunno.
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