Il prezzo del petrolio vola grazie a un clima più ottimista negli Usa. La riunione OPEC, però, può cambiare tutto e scuotere di nuovo il mercato del greggio. Cosa aspettarsi?
Prezzi del petrolio in forte slancio, dopo che l’accordo sul tetto del debito Usa ha evitato il default del più grande consumatore mondiale di petrolio e mentre l’attenzione si è concentrata su una riunione dei ministri dell’OPEC e dei suoi alleati in programma il 4 giugno.
Proprio il cartello dei produttori di greggio potrebbe riservare sorprese, come ha fatto ad aprile con un taglio di produzione non previsto, con lo scopo di spingere le quotazioni nello scenario di una domanda globale debole e molto incerta.
Cosa succederà con il meeting OPEC di giugno? In attesa di risposte, il mercato petrolifero segna un balzo, con il Brent che aumenta dell’1,83% a 75,67 dollari al barile e i futures sul WTI che scambiano a 71,46 dollari al barile con un +1,94% mentre si scrive. Entrambi i contratti erano destinati alla prima perdita settimanale in tre settimane.
Mentre i prezzi del petrolio viaggiano in rally supportati da maggiore ottimismo Usa, l’OPEC incombe con le prossime scelte, potenzialmente in grado di scuotere il settore.
Prezzo petrolio in corsa, in attesa dell’OPEC
Il greggio risponde all’ottimismo degli investitori e corre.
I mercati sono stati rassicurati da un accordo bipartisan per sospendere il limite al tetto del debito di $ 31,4 miliardi del governo degli Stati Uniti, che ha evitato un default sovrano che avrebbe scosso i mercati finanziari globali, compreso il settore oil.
Anche i primi segnali di una potenziale pausa nei rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve hanno fornito supporto ai prezzi del petrolio, non da ultimo pesando sul dollaro Usa e rendendo il greggio più economico per i detentori di altre valute.
Dal lato della domanda rimangono le incertezza. L’Istituto statunitense ISM ha dichiarato che il suo PMI manifatturiero è sceso a 46,9 il mese scorso, il settimo mese consecutivo in cui il PMI è rimasto al di sotto di 50, indicando una contrazione dell’attività.
Il PMI manifatturiero cinese Caixin/S&P Global di giovedì, migliore del previsto, contrastava con i dati ufficiali del governo del giorno precedente che riportavano che l’attività delle fabbriche a maggio si era contratta al livello più basso in cinque mesi. C’è dunque cautela sulla ripresa del consumo del petrolio.
In questo scenario, la maggior parte degli osservatori del mercato si aspetta che l’OPEC + mantenga invariati i livelli di produzione, anche se il gruppo ha annunciato tagli a sorpresa ad aprile e il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita ha recentemente avvertito gli speculatori di fare attenzione.
Da evidenziare, che il greggio è sceso di circa il 12% quest’anno, in parte a causa della resilienza delle esportazioni dalla Russi, che non sono crollate come si prevedeva e che hanno mantenuto un certo livello di offerta.
OPEC pronta a stravolgere il mercato del greggio?
L’attenzione degli investitori è tutta concentrata sulla riunione del 4 giugno dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e alleati tra cui la Russia, collettivamente denominata OPEC+.
Il cartello ad aprile ha annunciato un taglio a sorpresa di 1,16 milioni di barili al giorno, ma da allora i guadagni di quella mossa non sono stati all’altezza delle attese e i prezzi sono rimasti al di sotto dei livelli pre-taglio.
Da evidenziare, che l’OPEC pompa circa il 40% del greggio mondiale e fornisce il 60% del mercato delle esportazioni di petrolio, il che significa che le sue decisioni politiche possono avere un impatto notevole sui prezzi.
Con il peggioramento delle prospettive economiche, diversi membri dell’OPEC+ ad aprile hanno promesso tagli volontari da maggio e fino alla fine dell’anno. Ciò si aggiungeva a una diminuzione di 2 milioni di barili al giorno (bpd) concordata all’inizio di ottobre. In totale, i tagli alla produzione sono stati pari a 3,66 milioni di barili al giorno, ovvero circa il 4% del consumo globale.
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Il gruppo, comunque, negli ultimi tempi ha dovuto fare i conti con le limitate capacità di produzione di alcuni Paesi dell’Africa occidentale, come Nigeria e Angola.
Un sondaggio di Reuters ha rilevato che i due Stati hanno mancato i loro obiettivi di produzione per un totale di 600.000 barili al giorno a maggio, mentre le interruzioni nella regione del Kurdistan nel nord dell’Iraq hanno significato che il Paese ha prodotto 220.000 barili al giorno al di sotto del suo target il mese scorso.
Con queste premesse, HSBC ha dichiarato in una nota che non si aspetta che l’OPEC + cambi la sua politica, ma che il gruppo potrebbe tagliare la produzione in seguito, nel caso in cui un previsto deficit di mercato nella seconda metà dell’anno non si materializzerà e i prezzi rimarranno al di sotto di $80 al barile.
“Pensiamo che l’attuale serie di tagli, oltre alla maggiore domanda di petrolio che ci aspettiamo dalla Cina e dall’Occidente dall’estate in poi, provocherà un deficit nel mercato nel 2H23”, ha affermato la banca.
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