Nuova puntata della telenovela Trump-Opec: dopo le recenti esternazioni del tycoon, è la volta del Ministro dell’Energia Saudita. Nel corso di un’intervista, Khalid al-Falih si è detto molto tranquillo sull’implementazione dei tagli produttivi rimarcando di avere a cuore l’andamento dell’economia globale.
L’Opec è calmissima. Due giorni dopo il “Take it easy” con cui Donald Trump ha invitato l’Opec a non spingere eccessivamente al rialzo il prezzo del greggio, arriva la risposta del ministro del petrolio saudita, Khalid al-Falih.
Il Cartello, ha detto il ministro, ha un approccio “misurato” ai tagli produttivi. “Stiamo procedendo tranquillamente”, ha rimarcato Khalid al-Falih nel corso di un’intervista alla Cnbc.
Interessati alla stabilità del mercato
I 25 Paesi che compongono l’Opec Plus “stanno approcciando la questione in maniera molto tranquilla e misurata. Così come la seconda metà del 2018 ha dimostrato, siamo innanzitutto interessati alla stabilità del mercato”.
Lunedì scorso Trump aveva consigliato all’organizzazione con sede a Vienna di rilassarsi e di evitare ulteriori apprezzamenti delle quotazioni del greggio, già a livelli troppo elevati.
Oil prices getting too high. OPEC, please relax and take it easy. World cannot take a price hike - fragile!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 25, 2019
“Siamo coscienti delle parole del presidente, siamo a conoscenza della sua preoccupazione per i consumatori e vogliamo rassicurare chiunque, che sia lui o i leader dei paesi in via di sviluppo, che siamo focalizzati sia sugli interessi dell’economia globale e dei consumatori di tutto il mondo e sia dei produttori di petrolio”, ha detto al-Falih.
L’Opec Plus, formata dai 14 Paesi Opec e dagli altri maggiori produttori, lo scorso dicembre ha varato una riduzione dell’output di 1,2 milioni di barili destinata a sostenere i prezzi. Di questo cartello non fanno ovviamente parte gli Stati Uniti, divenuti a fine 2018 i primi produttori di petrolio a livello globale.
Smaltito l’effetto-Trump, i prezzi tornano a salire
Dopo il tonfo innescato lunedì dalle parole del tycoon (-3,48%), il future sul Brent ha ripreso a salire. Attualmente per acquistare un barile di petrolio con consegna maggio sono necessari 66,09 dollari, +1,13% su ieri.
Nonostante le prese di beneficio della prima seduta della settimana, il saldo per i prezzi si conferma positivo: rispetto a un mese fa il Brent avanza del 7,29% mentre da inizio anno si registra un incremento del 22%.
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