Il prezzo del petrolio in caduta libera oggi. Il greggio tocca i minimi e tracolla nello scenario Covid in peggioramento.
Il prezzo del petrolio segna nuovi record al ribasso nella giornata di oggi, lunedì 2 novembre.
Le quotazioni hanno registrato un ribasso di quasi il 4%, scosse dalla crescente minaccia della pandemia e dal rischio ormai concreto di nuove e gravi restrizioni imposte in Europa.
In più, pesano anche le incertezze sul voto USA sul quale domani si accendono i riflettori del mondo, mercati, investitori. Il timore di contestazioni e ritardi sui risultati sta aumentano la pressione e il pessimismo, anche per il greggio.
I future sul petrolio Brent e WTI continuano a perdere terreno, rispettivamente del 2,24 % e del 2,68% al momento in cui si scrive.
Il tutto, in una cornice di incertezza anche per le Borse europee, in primis l’indice Ftse Mib italiano.
Prezzo petrolio precipita ai minimi. Dati e scenari
Il petrolio è precipitato al minimo di cinque mesi sulla scia di un’impennata nella produzione di greggio libico e dei rigidi blocchi nei Paesi europei.
I futures sul greggio Brent di gennaio sono scesi di $ 1,49, o 3,9%, a $ 36,45 al barile, mentre i futures US (WTI) hanno evidenziato un ribasso di $ 1,58, o del 4,4%, a $ 34,21 alle ore 8.45 italiane.
Al momento, la quotazione Brent scambia a $ 37,06 e quella WTI a $ 34,73, mantenendosi quindi a un livello nettamente inferiore ai 40 dollari al barile.
La settimana è stata pessima per l’oro nero, che ha evidenziato ribassi di oltre il 10% su entrambe le quotazioni.
I timori per l’indebolimento della domanda e l’incremento dell’offerta da parte dell’OPEC e degli Stati Uniti hanno causato un calo dei prezzi del petrolio per il secondo mese consecutivo in ottobre, con il WTI giù dell’11% e il Brent dell’8,5%.
L’aumento delle forniture dalla Libia e dall’Iraq, membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, ha compensato i tagli alla produzione di altri membri dell’OPEC e ha causato un rialzo della produzione del gruppo per il quarto mese in ottobre, secondo Reuters.
L’OPEC e i suoi alleati, inclusa la Russia, stanno tagliando la produzione di circa 7,7 milioni di barili al giorno (bpd) per sostenere i prezzi. Probabilmente nella riunione di dicembre verranno ritardati i piani per aumentare l’attività estrattiva di 2 milioni di barili al giorno da gennaio 2021.
La minaccia del Covid, con conseguenti lockdown nei mercati europei, resta l’ombra più cupa sul prezzo del petrolio.
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