Via libera del Fondo interbancario per la tutela dei depositi (Fitd) al salvataggio della Banca Popolare di Bari. L’intervento massimo del Fondo sarà di 700 milioni di euro.
Nuovo capitolo della saga relativa la Banca Popolare di Bari. Cosa è successo all’istituto pugliese è cosa nota: le perdite patrimoniali accumulate dalla Popolare di Bari negli ultimi anni sono cresciute a dismisura fino a condurre, a dicembre 2019, alla dichiarazione di commissariamento dell’istituto pugliese.
Ieri la vicenda relativa la Popolare di Bari si è arricchita di un nuovo capitolo visto che il Consiglio del Fondo interbancario per la tutela dei depositi (Fitd) ha deliberato l’impegno di spesa, che si inserisce in un progetto di ricapitalizzazione da 1,4 miliardi.
Fondo interbancario per la tutela dei depositi: cosa è
Iniziamo rispondendo alla domanda cosa è il Fondo interbancario per la tutela dei depositi. Il Fondo interbancario per la tutela dei depositi (Fitd) è un consorzio di diritto privato costituito nel 1987 su base volontaria e divenuto successivamente obbligatorio.
Attualmente, aderiscono al Fitd tutte le banche italiane, ad eccezione di quelle di credito cooperativo, nonché le succursali di banche extracomunitarie autorizzate in Italia, salvo che non partecipino a un sistema di garanzia estero equivalente.
Popolare di Bari: cosa è successo ieri
La vicenda relativa la Popolare di Bari, che abbiamo spiegato qui (Popolare di Bari: cosa è successo? La crisi spiegata), ieri si è arricchita di un nuovo capitolo.
Nella riunione che si è tenuta ieri, 30 dicembre 2019, il Consiglio del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, su proposta del Comitato di Gestione, e tenuto conto della richiesta avanzata dai Commissari straordinari, ha approvato all’unanimità un intervento a favore della Banca Popolare di Bari per l’importo di 310 milioni di euro.
La cifra varata è pari al minimo indispensabile per riportare i ratio patrimoniali della Popolare di Bari sui minimi regolamentari ed inferiore ai 340 milioni richiesti dai Commissari.
L’intervento, che sarà effettuato tramite un versamento in conto futuro aumento di capitale della Popolare di Bari, costituisce una misura “di carattere anticipatorio –riporta la nota del Fitd- nel quadro di un ampio progetto di rafforzamento patrimoniale di 1,4 miliardi di euro, da realizzare nei prossimi mesi”.
Ad inizio anno l’aumento di capitale era stato stimato a 500 milioni mentre a dicembre, nel corso di un’intervista, l’Ad Vincenzo De Bustis aveva parlato di un deficit tra 800 milioni e un miliardo (Crisi Popolare Bari: Ad, questa la ricetta per salvarsi).
Popolare di Bari: intervento Fitd fino a 700 milioni di euro
Nell’ambito di tale progetto, il Consiglio del Fitd ha deliberato di assumere l’impegno a concorrere alla complessiva operazione di rafforzamento patrimoniale “per l’importo massimo di 700 milioni di euro, considerato idoneo, sulla base delle Linee Guida del Piano Industriale predisposte dai Commissari straordinari e delle analisi tecniche svolte con l’ausilio dei propri advisor legali e finanziari, a perseguire gli obiettivi di risanamento e di rilancio indicati dai Commissari medesimi”.
Con questa operazione, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, espressione del settore bancario nel suo insieme, “ha, ancora una volta, offerto il proprio contributo, con mezzi propri, alla stabilità del sistema e alla tutela dei depositanti, ponendo le premesse per un’azione di salvataggio e di rilancio della Banca Popolare di Bari”.
Popolare di Bari: cosa prevede il piano industriale
Tre i pilastri del piano industriale 2020-2024 della Popolare di Bari presentate al Fondo interbancario di tutela dei depositi dai commissari straordinari dell’istituto, Enrico Ajello ed Antonio Blandini.
I tre i pilastri del piano industriale 2020-2024 della Popolare di Bari sono:
- un drastico piano di derisking che passerà per la cessione di 2 miliardi di crediti deteriorati;
- una decisa riduzione dell’attivo e del passivo della banca;
- un deciso calo della rete di sportelli con la conseguente uscita di 900 addetti.
Il fulcro del piano industriale 2020-2024 della Popolare di Bari è appunto rappresentato dall’aumento di capitale da 1,4 miliardi di euro (di cui metà a carico del Fondo interbancario di tutela dei depositi e metà del MediocreditoCentrale, controllata del Tesoro).
A questo punto la palla passa all’assemblea della Popolare di Bari, chiamata ad approvare il progetto di ricapitalizzazione.
Nel caso di rifiuto, il Fondo perderà 310 milioni ma sarà esentato dall’esborso della liquidazione, indicato da Banca d’Italia in 4,5 miliardi (pari alla massa di depositi protetti della Popolare di Bari).
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