Qual è il significato concreto di shrinkflation? Come funziona? Ecco quanto può pesare sulla spesa il “trucco” che ti fa spendere di più (e come arginarlo).
Che cos’è la shrinkflation? La tecnica di marketing è utilizzata dalle aziende per offrire al consumatore una quantità di prodotto ridotta allo stesso prezzo.
In sostanza, si tratta di un “trucco” al quale ricorrono i produttori di beni di prima necessità e del cosiddetto “carrello della spesa” per ingannare l’inflazione. E, con essa, anche i disarmati consumatori.
Lo stratagemma, infatti, consente alle aziende di massimizzare i profitti in periodi inflazionistici, illudendo gli acquirenti che il prodotto sia venduto allo stesso prezzo, senza rincari. L’inganno, però, si nasconde nella quantità: peso e dimensioni vengono diminuite.
La pratica della shrinkflation è ormai ampiamente diffusa, anche in Italia. Per questo il consumatore è chiamato più che mai a fare una spesa consapevole e a leggere quantità e prezzi delle confezioni.
Il trucco del “prezzo uguale, ma quantità ridotta” può costare caro. Ecco come funziona la shrinkflation e come riconoscerla.
Il significato di shrinkflation
Il termine è stato coniato fondendo insieme le parole inglesi shrinkage, ovvero contrazione, e inflation, rincaro.
Di base, con shrinkflation si definisce una tecnica di marketing a cui le grandi aziende, nazionali e internazionali, ricorrono sempre più spesso per incrementare i margini di profitto.
Di fatto si tratta di un processo di riduzione delle dimensioni dei beni di largo consumo, con prezzi che restano tuttavia invariati e, in alcuni casi, vengono persino ritoccati verso l’alto.
Nella maggior parte dei casi questa riduzione non interessa direttamente la dimensione di un prodotto, ma piuttosto le unità di quel prodotto inserite in una confezione. Ad esempio, il numero di biscotti, di patatine o di fazzoletti in un pacco.
In altri casi, tuttavia, è la stessa dimensione del bene a variare, come i grammi di cioccolato, miele, zucchero o confetture nei rispettivi contenitori.
Con questa tecnica, in breve, le aziende fanno fronte a periodi di elevata inflazione, quando l’aumento generalizzato dei prezzi - e soprattutto dei beni di prima necessità - scoraggerebbe i consumatori ad acquistare.
Vendere un prodotto di dimensioni ridotte rispetto al passato, ma allo stesso prezzo, è invece una soluzione per assicurarsi un margine di profitto più ampio, spesso senza che il consumatore riesca a notare la differenza, visto che in molti casi di tratta di una variazione minima. Con un impatto non indifferente, però, sui grandi numeri industriali.
Shrinkflation in Italia: ecco i prodotti più piccoli allo stesso prezzo
Il fenomeno della shrinkflation dilaga tra le principali aziende globali che distribuiscono nei supermercati soprattutto i prodotti alimentari. Per questo, è molto facile trovare le confezioni ridotte, ma a prezzo invariato anche nei negozi italiani.
A inizio 2024, Altroconsumo ha condotto un’indagine su questa tecnica ingannevole, elencando i prodotti esempio di shrinkflation, per i quali la dimensione o la quantità offerta si è ridotta e, quindi, il prezzo a unità di misura è aumentato.
Questa la lista di articoli:
- patatine Pringles Originals: da 200 a 190 grammi e poi a 175 grammi, +22% prezzo al Kg;
- Amica Chips (versione classica): da busta da 200 grammi a quelle da 190, +109% prezzo al Kg;
- nocciolata Rigoni d’Asiago: da vasetti da 270, 350 e 700 grammi a vasetti da 250, 325 e 650 grammi, +11%-38% prezzo al Kg;
- yogurt greco Delta e Fage: da vasetti da 170 a vasetti da150 grammi, +30% prezzo al Kg (Delta) e +65% prezzo al Kg (Fage);
- birra Peroni Nastro Azzurro: da 66 cl a 62 cl in bottiglia, +18% prezzo al litro;
- detersivo per piatti Nelsen: da confezioni di 1 litro a 900 ml e poi a 850 ml, +53% prezzo al litro;
- sapone idratante Neutro Roberts con glicerina: da 300 a 200 millilitri, +201% prezzo al litro;
- bagnoschiuma Vidal al muschio bianco: da 750 a 650 millilitri, con un +22% prezzo al litro
L’elenco non è esaustivo, ma solo indicativo. Spesso, inoltre, le tecniche di shkrinkflation sono anche più subdole, poiché si presentano attraverso la vendita di formati speciali o nuove edizioni del prodotto (magari cambiando il packaging per attrarre). In realtà, si tratta semplicemente di confezioni ridotte e proposte a prezzo invariato (e quindi aumentato sulla unità di misura).
I casi studio di shrinkflation
Tra i casi più citati nell’analisi del fenomeno della shrinkflation c’è senza dubbio quello del Toblerone, barra di cioccolato prodotta da Kraft, passata da 200 a 170 grammi nel 2010, per poi scendere a 150, segnando un -25% alla voce quantità rispetto all’originale nel 2016.
Anche la versione maxi da 400 grammi è stata ridotta a 360.
Altri esempi eclatanti e spesso ricordati per chiarire l’inganno di questa pratica sono quelli della cioccolata Milka, passata nella sua confezione standard da 300 a 270 grammi; della Coca-Cola, con la bottiglia da 2 litri ora scesa a 1,75 e dei Kellog’s Coco Pops e del Magnum e il Cornetto Algida, tutti più “leggeri” rispetto al passato.
Shrinkflation, si può combatterla legalmente?
La shrinkflation non è illegale e quindi non si possono sanzionare le aziende che praticano questo “trucco”.
L’aspetto ingannevole per i consumatori, però, è evidente e per questo in Italia l’Antitrust si era mossa con un’istruttoria per verificare se questi metodi dei produttori fossero una pratica commerciale scorretta e, quindi, rappresentassero una violazione del Codice del Consumo.
Il provvedimento, però, è stato archiviato con la motivazione “dell’ormai diffusa consapevolezza sul fenomeno” e quindi, di fatto, richiamando i soli consumatori a un comportamento vigile nel fare la spesa.
Negli Stati Uniti, a febbraio 2024, il senatore Casey, che fa parte della Commissione per la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni del Senato, ha presentato lo Shrinkflation Reduction Act per reprimere le aziende che ingannano i consumatori vendendo prodotti a prezzi inferiori senza abbassare i prezzi.
Il disegno di legge consentirebbe alla Federal Trade Commission (FTC) e ai procuratori generali degli stati di combattere le aziende che praticano questa forma di speculazione. Indirizzerebbe la FTC a creare regolamenti e stabilire la shrinkflation come pratica sleale o ingannevole, autorizzerebbe la FTC a intraprendere azioni civili contro le aziende che praticano la shrinkflation e consentirebbe ai procuratori generali di intentare cause civili contro le aziende.
La Francia ha presentato a Bruxelles un progetto di decreto a inizio 2024 volto a imporre ai distributori di segnalare qualsiasi aumento di prezzo mascherato da un calo della quantità di prodotto.
Concretamente, però, non esistono strumenti legali attivi che combattano questo “trucco”, valutandolo come illegale.
Occhio alla spesa: cosa deve fare il consumatore?
Per arginare il raggiro della shrinkflation, il consumatore deve applicare la massima vigilanza quando fa la spesa.
Quando ci si reca al supermercato, quindi, è bene controllare sempre le dimensioni dei prodotti come indicato nella confezione e fare un rapido calcolo del prezzo per unità di misura.
Inoltre, è importante valutare attentamente le offerte speciali lanciate con le confezioni famiglia o extra. A volte, non sono affatto convenienti ma rientrano nello stesso stratagemma della shrinkflation.
© RIPRODUZIONE RISERVATA