Prezzo del gas in calo. Ma l’Europa non è al sicuro

Violetta Silvestri

22 Luglio 2024 - 10:53

La buona notizia per l’Europa è che il prezzo del gas sta scendendo: ma quanto durerà e quali sono rischi per la sicurezza energetica del vecchio continente?

Prezzo del gas in calo. Ma l’Europa non è al sicuro

Il prezzo del gas in Europa è sceso al livello più basso in una settimana, grazie soprattutto all’attenuarsi dei rischi di approvvigionamento con il riavvio parziale dell’impianto Gnl di Freeport in Texas.

Il settore energetico europeo continua a essere vulnerabile a ogni fattore avverso proveniente soprattutto dal lato dell’offerta. Proprio per questo la notizia della messa offline dell’impianto statunitense più a lungo del previsto - dopo l’interruzione per l’uragano Beryl che ha ritardato da sette a dieci spedizioni - aveva fatto balzare di nuovo il benchmark riferimento per l’Europa del 2%.

I futures di riferimento sono invece scesi fino al 3,2% oggi, dopo che i carichi sono ripresi presso l’impianto nel fine settimana. Al momento in cui si scrive scambiano poco sopra i 31 euro per megawattora, a -2,9%.

Tuttavia, la buona notizia del calo del prezzo europeo del gas non ha del tutto cancellato le preoccupazioni degli esperti sulla fragilità europea in ambito energetico e sulla possibilità che i la quotazione salga ancora.

Prezzo del gas scende in Europa, ma durerà?

Il fattore Freeport LNG, che è uno dei maggiori fornitori degli Stati Uniti, ha avuto ripercussioni sul prezzo del gas in Europa. L’impianto aveva sospeso le esportazioni quando l’uragano Beryl ha toccato terra all’inizio di luglio, costringendo lo stop delle forniture di energia.

Il riavvio parziale delle spedizioni Usa hanno ora riportato ottimismo in Europa e il prezzo del gas è sceso. Tuttavia, l’impianto sta aumentando lentamente la produzione e diverse spedizioni programmate sono state annullate. I prezzi del gas europeo sono stati volatili in reazione all’interruzione di Freeport, evidenziando la crescente dipendenza dell’Europa dalle importazioni di gas naturale liquefatto.

“L’interruzione mostra chiaramente quanto il mercato TTF resti soggetto a rischi al rialzo, basati sulla ’paura’ di non avere abbastanza offerta”, ha affermato Florence Schmit, stratega energetica presso Rabobank. “Questa paura è ancora radicata nel mercato, anche se al momento c’è abbastanza offerta da cui partire”.

Per ora, i siti di stoccaggio in tutto il continente si stanno riempiendo, con inventari pieni quasi all’83%. In generale, la fornitura stabile, gli elevati livelli di stoccaggio e le previsioni di un clima più mite hanno tenuto i prezzi sotto controllo. Ma è evidente che ogni imprevisto genera dei sussulti nel prezzo del gas europeo e questo rende ancora il continente piuttosto fragile.

Il gas continua a rendere l’Europa un ostaggio di altri

La valutazione sul prezzo del gas in Europa, così vulnerabile e oscillante, apre anche un altro dibattito: il vecchio continente continua a essere un ostaggio di altri per la sua sicurezza energetica.

Se la Russia non è più il principale fornitore di gas, altri Paesi sono subentrati nella rete del vecchio continente. Gli Usa oggi giocano un ruolo cruciale per l’approvvigionamento del necessario Gnl.

E altri Stati sono destinati a diventare importanti pedine, non senza compromessi politici ed economici per l’Europa.

Per esempio, la Turchia sarebbe pronta ad aumentare le sue esportazioni di gas naturale verso l’Unione Europea, ma a condizione che l’Ue offra impegni a lungo termine per giustificare i necessari investimenti infrastrutturali, secondo il ministro dell’Energia e delle risorse naturali Alparslan Bayraktar.

Un’opzione potrebbe includere il dirottamento del gas azero venduto ai turchi verso l’Europa e la sua sostituzione con ulteriori vendite di gas russo nel mercato turco. Ankara è disponibile a collaborare con la compagnia energetica nazionale azera SOCAR per aumentare la capacità a 10 miliardi di metri cubi, ma richiede garanzie sulla domanda europea.

La situazione sottolinea le sfide diplomatiche nel sostituire i flussi di gas russo verso l’Europa, con programmi contrastanti tra acquirenti e venditori.

Quella energetica è una questione aperta per l’Europa e il prezzo del gas resta un’incognita e un rischio per il vecchio continente.

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