Il prezzo del petrolio ha imboccato la via del rialzo per poi frenare leggermente: che succede adesso?
Il prezzo del petrolio ha imboccato nuovamente la via del rialzo nelle ultime ore della mattinata odierna.
La quotazione del WTI e quella del Brent hanno messo a segno progressioni di quasi 3 punti percentuali ma hanno successivamente scelto di premere sul pedale del freno.
Dopo il tracollo di aprile il prezzo del petrolio ha cercato di rialzare la testa e ha archiviato il secondo trimestre dell’anno con guadagni a doppia cifra percentuale. Le performance odierne si sono inserite proprio in questo contesto.
Prezzo del petrolio: che sta succedendo
A determinare la risalita delle quotazioni sono stati diversi elementi tra cui:
- calo delle scorte USA;
- dati positivi dal manifatturiero.
Fattori, questi, che hanno fatto ben sperare nel recupero economico e nella ripresa della domanda, nonostante l’aumento dei casi di coronavirus in alcuni Paesi del mondo.
Focus sulle scorte
Nella serata di ieri, martedì 30 giugno, l’ultimo report sullo stato delle scorte rilevato negli Stati Uniti ha lasciato osservare un calo di oltre 8 milioni di barili, che si è confrontato con le previsioni più conservative degli esperti, pronti ad osservare una flessione di soli 2,7 milioni di barili.
Una novità inattesa che ha aiutato l’odierna avanzata del prezzo del petrolio. Come fatto notare da Louise Dickson della Rystad Energy:
“La preoccupazione principale del mercato è la domanda e il mondo in cui il COVID-19 la influenza, per cui ogni indizio riguardante il possibile recupero della stessa viene accolto con un balzo dei prezzi”.
Attenzione ai dati macro
Nella mattinata odierna, il PMI manifatturiero cinese ha mostrato un miglioramento da quota 50,7 a quota 51,2, ben oltre le attese a 50,5, che ha trovato ragion d’essere nel progressivo allentamento dei lockdown.
Stesso discorso nel Vecchio Continente, dove numerose economie hanno alzato il velo sull’avanzata dei propri indici PMI:
- Spagna: da 38,3 a 49,0;
- Italia: da 45,4 a 47,5;
- Francia: da 40,6 a 52,3;
- Eurozona: da 39,4 a 47,4;
- Regno Unito: da 40,7 a 50,1.
Occhi sull’OPEC+
A supportare il prezzo del petrolio è stata anche la discesa della produzione che ha fatto seguito all’ultimo accordo stipulato dall’OPEC+.
A giugno, il Cartello ha pompato 22,62 milioni di barili al giorno (in media) sul mercato secondo gli ultimi dati di Reuters, in pratica quasi 2 milioni al giorno in meno (1,92 milioni per la precisione) rispetto a maggio.
Nel mese appena archiviato, le forti riduzioni messe in atto da Paesi quali l’Arabia Saudita hanno oscurato anche l’inottemperanza di Iraq e Nigeria, portando il livello di aderenza all’accordo oltre il 100%.
Al momento in cui si scrive, sia il prezzo del petrolio Brent che la quotazione del WTI stanno riducendo i guadagni e stanno avanzando di oltre l’1% rispettivamente su quota $41,8 e $39,9.
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