Il prezzo del petrolio decolla ignorando il coronavirus: la quotazione del WTI e quella del Brent sotto i riflettori internazionali
Il prezzo del petrolio ha imboccato vistosamente la via del rialzo nella prima giornata della nuova settimana.
Il tutto dopo aver toccato minimi pluriennali a causa del coronavirus, che ha affondato sia la quotazione del WTI che quella del Brent, oltre che il resto dei mercati azionari globali.
Oggi le cose sono cambiate: le Borse hanno ingranato la marcia e il prezzo del petrolio ha registrato rialzi superiori ai 3 punti percentuali nonostante l’epidemia abbia continuato a spaventare il mondo intero.
Prezzo del petrolio in salita: occhi sull’OPEC
La quotazione del WTI e quella del Brent hanno portato a casa sei sessioni consecutive di perdite a causa del coronavirus e dei timori legati al crollo della domanda. L’epidemia partita dalla Cina ha ormai ucciso più di 3.000 persone in tutto il mondo e ha messo con le spalle al muro il sentiment degli investitori. L’azionario, solo per fare un esempio, ha archiviato la sua peggior settimana dalla crisi finanziaria del 2008.
In questo contesto si sono inserite le recenti perdite del prezzo del petrolio, che ha risentito in maniera decisa dei dati provenienti dal Dragone (il principale consumatore di greggio al mondo) dove la domanda è crollata.
Eppure con l’arrivo della nuova settimana la situazione è parsa migliorare. Le quotazioni hanno puntato la loro attenzione alla riunione OPEC prevista per il 5 e il 6 marzo e hanno iniziato a sperare.
Secondo la maggior parte del mercato, nel meeting in arrivo i Paesi produttori interni ed esterni al Cartello concorderanno una nuova riduzione della produzione con l’obiettivo di bilanciare un mercato travolto dal coronavirus.
L’Arabia Saudita, ad esempio, ha già fatto pressione per un taglio di 1 milione di barili al giorno mentre alcune banche centrali (come la Fed) hanno segnalato la loro intenzione di agire per tutelare l’economia e la stabilità finanziaria.
Una mancata azione dell’OPEC+, invece, potrebbe scatenare una nuova ondata di vendite e dunque un nuovo affondo del prezzo del petrolio, che dall’inizio dell’anno ha già lasciato sul campo circa 20 punti percentuali.
Secondo gli esperti di Fitch Solution, comunque, qualsiasi taglio ulteriore sarà di breve durata, magari di 3 mesi, giusto il tempo di fronteggiare l’emergenza coronavirus.
L’accordo attualmente in vigore (la cui scadenza è prevista per fine mese) ha imposto ai produttori di limitare l’output di 1,7 milioni di barili al giorno. Se ci sarà, la riduzione aggiuntiva verrà comunicata come anticipato nelle giornate del 5 e del 6 marzo, al termine del meeting OPEC+.
La quotazione del WTI e il prezzo del petrolio Brent, attualmente in rialzo di circa il 3% su quota $45,9 e $51,1, seguiranno i citati sviluppi con particolare attenzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA