Il prezzo del gas nel benchmark olandese continua a scendere, portandosi vicino ai minimi di oltre un anno. Ma questo ribasso durerà? Quali fattori considerare e perché ci sono ancora insidie.
Il prezzo del gas in Europa, nel benchmark di riferimento di Amsterdam, si avvia verso una delle maggiori perdite settimanali dalla fine dello scorso anno, poiché il clima mite frena la domanda e le preoccupazioni sull’offerta si attenuano.
La quotazione olandese per i contratti di consegna del mese prossimo segna poco più di 43 euro per megawattora nella tarda mattinata del 17 marzo. La direzione è quella di un calo settimanale di oltre il 15%.
I livelli di prezzo sono tornati a livelli inferiori rispetto a un anno fa, ma sono ancora ben lontani dalla quota di 16 euro per megawattora dello stesso periodo del 2021.
Il clima generale suggerisce che il prezzo del gas riuscirà a mantenere un valore baso ancora per un po’ di tempo. Quali fattori considerare? Un rally delle quotazioni può ancora avvenire?
Prezzo del gas in calo: tutti i fattori del ribasso
Diversi sono i fattori che attualmente stanno spingendo in basso il prezzo del gas.
Nelle ultime due settimane della stagione di riscaldamento sono previste temperature superiori alla norma. Ciò allenterà la pressione sui siti di stoccaggio, che in genere passano alle iniezioni nette all’inizio di aprile. Gli impianti di stoccaggio sono ora pieni per circa il 56%, con la Germania che registra un livello del 64%.
Nonostante le esportazioni statunitensi di gas naturale liquefatto siano diventate più redditizie in Asia che in Europa a maggio, giugno e luglio, per ora il carburante continua ad arrivare ai terminali europei a livelli più alti del solito per il periodo dell’anno. Questo, anche se gli scioperi bloccano i terminal di importazione francesi per la seconda settimana, con le navi dirottate altrove nel nord-ovest dell’Europa.
Inoltre, i più recenti problemi nucleari della Francia non sembrano aver scosso la fiducia nelle aspettative di produzione. Dopo che la scorsa settimana è stata trovata una nuova crepa su un tubo in uno dei suoi reattori, Electricite de France SA ha dichiarato che manterrà invariate le sue previsioni di produzione di energia nucleare francese per il 2023.
Secondo gli analisti, mentre i rischi al rialzo sulla domanda di Gnl non europea (asiatica) si stanno materializzando, sono controbilanciati dalla debole crescita cinese.
Cosa aspettarsi sul prezzo del gas in Europa?
In questa cornice, il prezzo del gas in Europa non è visto tornare in rally. Stando alle stime dell’agenzia di rating Fitch, nel breve termine le quotazioni sono valutate in ribasso. La riduzione del consumo in Europa, principalmente a causa della distruzione della domanda, ampie forniture di Gnl, livelli di gas in stoccaggio superiori alla media e l’aspettativa che la produzione negli Stati Uniti aumenterà controlleranno la quotazione.
Non c’è dubbio che i due pilastri su cui poggia un prezzo del gas basso in Europa sono l’offerta di gas naturale liquefatto e le continue riduzioni della domanda.
Le insidie non mancano. L’Europa è ora più vulnerabile che mai alle dinamiche globali del Gnl, soprattutto perché l’Ue fa affidamento sugli acquisti spot per oltre il 70%. Quindi, la domanda aggiuntiva, ad esempio in Cina, o i tagli all’offerta dall’America, metterebbero a dura prova il sistema.
E poi, secondo un’analisi di Politico, andando avanti, c’è il rischio che il calo dei prezzi incoraggerà nuovamente il consumo eccessivo in Europa durante i mesi estivi, mettendo a repentaglio il rifornimento di stoccaggio.
Pertanto, la sfida sia per i responsabili politici che per l’industria è facilitare senza problemi una transizione verso un consumo di gas strutturalmente inferiore. In questo caso, l’attenzione dovrebbe essere rivolta a incentivare e consentire la diffusione di pompe di calore, impianti di elettricità rinnovabile e misure di efficienza energetica, il che significa che i regimi di adattamento a livello domestico rimangono molto importanti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
