Prezzo del gas: cosa aspettarsi nel 2023? Un’analisi sulle previsioni della materia prima per il prossimo anno svela una serie di fattori chiave da osservare: guerra, price cap, riserve, Gnl Usa.
Prezzo del gas: quali previsioni per il 2023? La materia prima sarà una delle più osservate l’anno prossimo, dopo le profonde oscillazioni del 2022 che hanno giocato un ruolo chiave nell’impennata dell’inflazione mondiale e, nello specifico, in Europa.
Il vecchio continente sta vivendo una vera e propria rivoluzione energetica esacerbata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia a febbraio scorso e in parte già avviata mesi prima con la spinta della svolta green e delle rinnovabili.
Fortemente dipendente dal gas, soprattutto di Mosca considerando la vicinanza geografica e il vantaggio del trasporto via gasdotto, l’Europa si è ritrovata a ripensare completamente forniture, relazioni geopolitiche, rotte energetiche mentre il prezzo della materia prima schizzava alle stelle con i flussi sempre più scarsi dalla Russia.
Con bollette energetiche in costante e pericolosa crescita, conoscere le previsioni sul prezzo del gas nel 2023 è fondamentale: cosa accadrà? In focus, come sottolineato da diversi esperti, ci sono l’evoluzione della guerra, la domanda energetica della Cina, il funzionamento del price cap sul gas russo, le esportazioni Usa di Gnl, le rotte africane e dal Medio Oriente verso l’Europa, la capacità di stoccaggio.
Prezzo gas: cosa è successo nel 2022
Prima di accendere i riflettori sulle previsioni 2023 per il prezzo del gas, è utile fare una panoramica di quanto accaduto alla materia prima nel 2022.
Innanzitutto è importate sottolineare che, complici riserve ancora ben equipaggiate e un clima non rigido in Europa con una domanda generalmente tiepida a dicembre, soprattutto per le aziende, il prezzo del gas nel benchmark olandese (riferimento europeo) è in calo. Il 23 dicembre ha segnato 85 euro per megawattora.
L’Ue, nel frattempo, ha raggiunto un accordo sul price cap al gas russo da implementare da febbraio e questo, probabilmente, ha dato una spinta di ottimismo.
L’anno che sta per finire, però, è stato complesso. Il gas naturale è stato uno dei mercati più forti nel 2022, sovraperformando altre materie prime e asset class più tradizionali come azioni e obbligazioni.
I prezzi del gas naturale sono aumentati notevolmente dall’inizio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022. Negli Stati Uniti, il prezzo Henry Hub del gas naturale ha avuto un anno caldo. Dopo essere saliti fino al 170% da 3,5 $/MMBtu all’inizio di gennaio a 9,97 $/MMBtu ad agosto, il livello più alto dal luglio 2008, i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti sono crollati del 40% tra il picco estivo e l’inizio di dicembre.
I prezzi TTF dell’UE olandese, punto di riferimento europeo per il gas naturale, sono balzati alle stelle da circa 70 €/MWh prima dell’inizio della guerra a un massimo storico di 350 €/MWh ad agosto prima di scendere a 130 €/MWh all’inizio di dicembre e a sotto i 90 verso la fine dell’anno.
Mentre i prezzi del gas naturale in Europa raggiungevano picchi record, gli acquirenti europei cercavano alternative, importando enormi volumi di gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Stati Uniti per soddisfare le riserve obbligatorie prima dell’inverno.
In questo contesto, quali previsioni per il prezzo del gas nel 2023? Tutti i fattori da osservare.
Guerra in Ucraina e flussi russi nel 2023
Uno dei maggiori fattori rialzisti o ribassisti sui prezzi del gas nel 2023 sarà l’evoluzione della guerra in Ucraina. E, ovviamente, il ruolo della Russia di Putin e il suo rapporto nei confronti di Europa e Usa.
Ormai è in corso un conflitto parallelo che ha come principale arma proprio il ricatto energetico: il presidente russo ha già chiuso il Nord Stream in estate e gli scarsi flussi provenienti dai suoi gasdotti potrebbero diventare pari a zero nel 2023.
Come osservato dagli esperti di materie prime di ING, gli ultimi dati mostrano le forniture russe verso l’Europa sono diminuite di circa il 50% su base annua a circa 58 miliardi di metri cubi. E, ovviamente, questi flussi sono calati progressivamente man mano che ci siamo spostati nel corso dell’anno con una produzione ridotta attraverso l’Ucraina e il Nord Stream.
“Al momento, i flussi giornalieri di gas russo verso l’Ue sono in calo di circa l’80% su base annua. Pertanto, se ipotizziamo che i flussi di gas russo rimangano ai livelli attuali fino al 2023, il gas annuo del gasdotto russo verso l’Europa potrebbe diminuire di un ulteriore 60% a circa 23 miliardi di metri cubi nel 2023. E chiaramente, esiste un rischio molto reale che i flussi rimanenti siano fermati”, hanno ipotizzato.
Inoltre, con un rapporto che resta molto ostile tra Russia ed Europa, oltre che con gli Usa, i flussi russi andranno completamente sostituiti, soprattutto per le riserve del 2023. Ma se non ci si riuscirà, i prezzi saliranno a fronte di minore offerta.
Prezzo del gas 2023: il fattore Gnl Usa
Il mercato del gas naturale liquefatto ha aiutato l’Europa in modo significativo quest’anno. Le importazioni di Gnl nel mese di ottobre sono cresciute di quasi il 70% su base annua, con volumi superiori a 9 miliardi di metri cubi.
Tuttavia, ci sono vincoli su quanto più Gnl l’Europa può importare a causa della limitata capacità di rigassificazione. Inoltre, occorre osservare che l’aumento del costo delle forniture di gas liquefatto negli Stati Uniti, quasi raddoppiato dalla fine del 2021, sembra destinato a essere sottoposto a un esame più attento nel 2023, quando i Governi, i servizi pubblici e le famiglie di tutta Europa si muoveranno con bilanci assai malconci.
Con una media di quasi 4 miliardi di dollari al mese, ha osservato su Reuters Gavin Maguire, il costo di quelle forniture statunitensi è significativo, ponendo un onere crescente su Stati alle prese con debiti alle stelle in Europa. Facendo affidamento quasi del tutto sul Gnl Usa nel 2023, l’Europa rischia di pagare conti ancora più salati, con prezzi del gas pronti a impennarsi al risveglio della domanda cinese e asiatica.
Osservano da ING che la capacità globale di esportazione di Gnl è destinata a crescere di circa 19 miliardi di metri cubi nel 2023, trainata da Stati Uniti, Russia e Mauritania. Tuttavia, con l’invasione russa e le sanzioni che ne sono seguite, è probabile che qualsiasi aumento della capacità di Mosca sia sospeso. La capacità russa rappresenta il 46% di quella nuova totale prevista per il prossimo anno. Pertanto, potremmo vedere solo 10,5 bcm di offerta.
In sintesi: per i prezzi del gas nel 2023 il fattore Gnl potrebbe essere un boomerang, con maggiore domanda da Europa e Asia e costi crescenti anche per un’offerta non sufficiente.
Difficoltà di stoccaggio Ue nel 2023: prezzi gas in rialzo?
Il fattore riserve sarà cruciale l’anno prossimo. Come ben chiarito dagli strateghi ING, infatti, senza l’offerta russa il ritmo di riempimento dello stoccaggio di gas sarà molto inferiore in Europa nel 2023:
“La capacità dell’Ue di rivolgersi completamente ad altre fonti non è semplicemente possibile. Pertanto, è probabile che l’Europa entri nell’inverno 2023/24 con uno stoccaggio limitato, che potrebbe lasciare la regione vulnerabile.”
L’inverno 2023/24 dovrà ancora contare su una debole domanda per poter restare in equilibrio e non sarà facile. Con difficoltà nel riempire le riserve e ne reperire la materia prima diversa da quella russa, il rialzo dei prezzi del gas sarà possibile nel 2023.
Il price cap sul gas russo spingerà i prezzi nel 2023?
Il tetto al prezzo del gas russo sarà la novità europea del 2023.
Il limite, che entrerà in vigore il 15 febbraio, richiede alcune condizioni prima che venga attivato: per tre giorni lavorativi, il prezzo di riferimento deve essere superiore a €180 per megawattora e anche almeno € 35 sopra i prezzi globali per gas naturale liquefatto.
Se fosse stato introdotto quest’anno, il tetto avrebbe potuto essere utilizzato per circa 40 giorni in agosto e settembre - quando i prezzi si avvicinavano ai record - mostrano i calcoli di Bloomberg sui dati di S&P Global Commodity Insights.
La misura è concepita per prevenire oscillazioni estreme del mercato e, una volta attivata, rimarrà in vigore per almeno 20 giorni lavorativi. Si applicherà anche a tutti gli hub per lo scambio di gas dell’UE, con la possibilità di dissociarsi successivamente. Agli organismi di regolamentazione verrà inoltre chiesto di effettuare una valutazione d’impatto prima di febbraio e la misura potrà essere annullata se i rischi superano i benefici, ha affermato il commissario europeo Kadri Simson.
Molti fornitori hanno già avvertito che i tanto necessari carichi di Gnl potrebbero favorire l’Asia se i prezzi fossero più alti dei limiti fissati in Europa. La mossa rischia anche di peggiorare il deficit di approvvigionamento di gas in Europa incoraggiando i consumi, hanno affermato in un rapporto gli analisti di Goldman Sachs Group Inc. tra cui Samantha Dart.
Questo significa che il price cap potrebbe sconvolgere il mercato del gas e far aumentare i prezzi nel 2023.
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