Il prezzo del gas corre e supera i 130 euro a megawattora nel benchmark europeo di Amsterdam: è tornato l’allarme sui flussi, con Gazprom che sta allentando le forniture. Europa e Italia a rischio.
I prezzi del gas in Europa si dirigono verso il più grande aumento settimanale da quando la Russia ha iniziato la sua guerra contro l’Ucraina, mentre i profondi tagli alle forniture di Mosca si riverberano in tutta la regione.
Torna, quindi, l’allarme energetico per il vecchio continente, con l’Italia stessa che lamenta flussi ridotti.
L’approvvigionamento attraverso il gasdotto Nord Stream, il collegamento più grande dalla Russia all’Unione Europea, sono stati ridotti di circa il 60%.
La regione ha temuto per mesi che i tagli sarebbero arrivati e ha cercato un’offerta alternativa. Mentre le importazioni di gas naturale liquefatto hanno contribuito a colmare eventuali carenze e anche a riempire i siti di stoccaggio in tempo per il prossimo inverno, un’interruzione in un impianto di Gnl in Texas ha limitato le forniture dagli Stati Uniti.
Il prezzo del gas si è quindi impennato. Cosa succede in Europa?
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Allarme gas in Europa: meno flussi, più alto il prezzo
Con una mossa che ha agitato i mercati energetici e alimentato un nuovo rialzo dei prezzi, il gigante del gas russo Gazprom ha ridotto drasticamente le forniture ai clienti in Italia, Germania, Francia e Austria negli ultimi due giorni.
L’esportatore ha affermato di aver dovuto limitare la capacità del suo collegamento Nord Stream attraverso il Mar Baltico a causa di problemi con le riparazioni delle turbine prodotte da Siemens.
Eni ha dichiarato che riceverà solo la metà di quanto richiesto da Gazprom venerdì 17 giugno, a fronte di circa due terzi del giorno precedente.
Se i flussi russi inferiori dovessero persistere più a lungo, potrebbero far deragliare la campagna di rifornimento dei depositi estivi proprio mentre le scorte si stavano riprendendo, aumentando l’ottimismo che la regione potesse raggiungere l’obiettivo dell’Ue di un livello di riempimento minimo dell’80% prima del 1° novembre.
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I Dutch TTF Gas Futures, i prezzi del gas di riferimento europeo, sono schizzati stamane, con picchi di 134 euro al MWh.
Basterà un grafico per capire cosa sta accadendo con i flussi russi in Europa: secondo i dati Bruegel, al 16 giugno, le forniture via Nord Stream giornaliere sono crollate nell’ultimo mese e le altre strade russe dell’import non appaiono attive a livelli elevati.
“La sfida più grande che il mercato deve affrontare è valutare l’impatto del conseguente rallentamento sulle iniezioni di storage”, ha affermato Arun Toora, analista di BloombergNEF.
BNEF ha ridotto di 10 miliardi di metri cubi la sua stima di base per il gas in deposito rispetto a una precedente previsione di maggio sulla probabilità di ulteriori riduzioni del gas russo. Se l’approvvigionamento da Mosca si interrompe, le scorte europee potrebbero scendere al di sotto della soglia richiesta per sopravvivere all’inverno, secondo Toora.
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