Prezzo oro, le incognite Fed e geopolitica pesano sul metallo

Violetta Silvestri

01/07/2024

L’oro non brilla e il prezzo del metallo resta debole nella giornata di oggi. Dalla politica sui tassi Fed alla geopolitica, cosa sta influenzando la materia prima?

Prezzo oro, le incognite Fed e geopolitica pesano sul metallo

Dove si dirige il prezzo dell’oro? Gli investitori cercano la risposta soprattutto nel percorso dei tassi di interesse della Fed.

Lunedì 1 luglio, il prezzo dell’oro fatica a guadagnare terreno in modo significativo e oscilla in una banda di negoziazione ristretta al di sotto del livello di 2.330 dollari durante l’inizio della sessione europea.

L’esitazione del mercato deriva in parte dall’ambiguità sulle prossime decisioni della Federal Reserve sull’allentamento della politica monetaria.

Nonostante i principali dati sull’inflazione Usa di venerdì scorso suggeriscano potenziali tagli dei tassi a settembre e dicembre, i recenti commenti dei membri del Federal Open Market Committee (FOMC) sembrano orientati verso un approccio più cauto, smorzando le speranze di riduzioni immediate dei tassi.

In questo contesto, nel quale il dollaro potrebbe essere spinto ancora in rialzo, il prezzo dell’oro non trova una decisa direzione. Cosa si aspettano gli analisti?

Prezzo oro, così la Fed influenza il metallo

I futures sull’oro viaggiano sui 2.335 dollari, in calo e anche l’XAU/USD (l’oro spot) scende a 2.326 dollari dopo due ore dall’apertura della sessione europea.

Venerdì, le scommesse di mercato sul taglio dei tassi Fed entro settembre e di nuovo a dicembre sono aumentate, dopo che l’indice delle spese per consumi personali ha mostrato che l’inflazione non è salita affatto da aprile a maggio.

Il PCE ha seguito un aumento non rivisto dello 0,3% registrato nei dati di aprile del mese scorso, mentre la spesa dei consumatori è aumentata moderatamente. Secondo lo strumento FedWatch del CME, attualmente i trader stimano una probabilità del 68% circa di un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, rispetto al 64% registrato prima della pubblicazione dei dati sull’inflazione.

Una politica monetaria allentata dovrebbe spingere i lingotti, più attrattivi e remunerativi del dollaro se il costo del denaro scende (e con esso rendimenti e forza del biglietto verde).

Tuttavia, il sentiment nei confronti della politica Fed è davvero molto incerto. Il presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, ha dichiarato che i servizi hanno ancora spazio per spingere i prezzi più in alto.

La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha dichiarato alla CNBC che il raffreddamento dell’inflazione dimostra che la politica monetaria sta funzionando, ma è ancora troppo presto per dire quando sarà opportuno tagliare i tassi.

Ciò, a sua volta, dovrebbe impedire qualsiasi significativo apprezzamento del metallo giallo non cedevole in vista delle principali pubblicazioni macroeconomiche statunitensi di questa settimana, tra cui il rapporto NFP di venerdì.

Oro, non solo tassi. Cosa sta influenzano il metallo?

Le persistenti tensioni geopolitiche e l’incertezza sull’esito finale delle elezioni anticipate in Francia danno ancora un certo sostegno al dollaro come asset rifugio, penalizzando il prezzo dell’oro.

Nel frattempo, le crescenti probabilità di una presidenza Trump hanno sollevato preoccupazioni circa l’imposizione di tariffe aggressive, che potrebbero alimentare l’inflazione e innescare tassi di interesse più elevati. Ciò, a sua volta, spinge i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a un massimo di più settimane e dovrebbe limitare qualsiasi rialzo significativo per il metallo giallo.

La complessa interazione tra aspettative sui tassi, sviluppi geopolitici e indicatori economici continuerà a dettare il ritmo del prezzo dell’oro nei prossimi giorni secondo gli analisti.

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