Prezzo petrolio in calo, c’è “troppo” greggio?

Violetta Silvestri

4 Giugno 2024 - 11:24

Prezzo del petrolio sotto i riflettori con il calo marcato degli ultimi due giorni: l’offerta di greggio supera la domanda e disegna prospettive di un surplus dell’oro nero.

Prezzo petrolio in calo, c’è “troppo” greggio?

Il prezzo del petrolio scivola di oltre l’1% negli scambi di martedì 4 giugno. Le quotazioni Brent e WTI sono entrambe in calo, sulla scia del tonfo della seduta di inizio settimana.

Il greggio ha esteso le perdite rispetto al livello più basso in quasi quattro mesi dopo che il piano dell’OPEC+ di restituire i barili sul mercato prima del previsto ha sollevato preoccupazioni sull’eccesso di offerta. Nel dettaglio, alle ore 11.00 circa del 4 giugno, i futures sul Brent scambiano a circa 77 dollari al barile, con un ribasso dell’1,50%. Il WTI perde l’1,70% circa al prezzo di 72 dollari al barile.

Il contratto di agosto del Brent è crollato del 3,4% lunedì. Il West Texas Intermediate era inferiore a $74. Si prevede che il cartello inizi a ridurre i tagli alla produzione già a ottobre, nonostante le persistenti preoccupazioni circa le prospettive della domanda e la robusta offerta dall’esterno del gruppo.

I dati Usa, le aspettative sulla ripresa cinese e le incertezze sulle tensioni geopolitiche continuano a mettere sotto pressione il prezzo del petrolio, osservato speciale tra le materie prime.

Perché il prezzo del petrolio estende le perdite?

L’equilibrio tra domanda e offerta di greggio a livello mondiale appare sempre più sbilanciato, con forniture che ora sembrano abbondare nell’incertezza della ripresa dei consumi.

I prezzi del petrolio hanno registrato una tendenza al ribasso dall’inizio di aprile, poiché i rischi geopolitici sono diminuiti e la domanda ha mostrato segni di debolezza, portando alcune raffinerie a tagliare i tassi operativi.

Alcuni osservatori del mercato si aspettavano inoltre che l’OPEC+ estendesse i tagli fino alla fine dell’anno, e la reazione all’accordo (ritirare alcuni tagli in autunno) è stata contrastante, compresi i dubbi sulla capacità del gruppo di aumentare la produzione di fronte a un’offerta rivale in crescita. I membri chiave dell’alleanza hanno recentemente superato le quote assegnate.

La risoluzione dei tagli “lascerà il mercato in un piccolo surplus l’anno prossimo”, ha affermato Warren Patterson, responsabile della strategia sulle materie prime per ING Groep NV a Singapore. Tuttavia, ha aggiunto, l’OPEC+ ha chiarito che la restituzione dei barili può essere sospesa se le condizioni di mercato non consentono un’offerta aggiuntiva.

“I prezzi del petrolio hanno dovuto affrontare un doppio problema ultimamente, con l’OPEC+ che inizierà ad allentare alcuni tagli alla produzione a partire da ottobre 2024, mentre le condizioni della domanda non sono state ben supportate con attività manifatturiere statunitensi più deboli del previsto”, ha sottolineato lo stratega Yeap Jun Rong.

L’attività manifatturiera statunitense ha rallentato per il secondo mese consecutivo a maggio, con la spesa per l’edilizia in calo inaspettato per il secondo mese ad aprile a causa della diminuzione dell’attività non residenziale. Questi dati potrebbero tradursi in una domanda più debole di petrolio e carburante.

In generale, il prezzo del petrolio resta influenzato dalle fragili prospettive economiche della Cina, uno dei principali consumatori, e dalle incertezze sul ritmo delle riduzioni dei tassi di interesse nelle principali economie industrializzate.

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