Quando rigare un’auto è reato e cosa si rischia

Ilena D’Errico

26 Luglio 2024 - 00:08

Cosa rischia chi riga un’auto e che differenze ci sono tra il comportamento volontario e il sinistro stradale? Ecco cosa prevede la legge e quando è reato.

Quando rigare un’auto è reato e cosa si rischia

C’è modo e modo di rigare una macchina. Tendenzialmente si possono individuare due gruppi di persone: chi lo fa di proposito, ad esempio con le chiavi o con altri oggetti simili, e chi inavvertitamente durante una manovra (spesso per uscire da un parcheggio). Tra questi ultimi, poi, sono tanti quelli che scappano, talvolta per il panico e altre volte come tentativo per evitare qualsivoglia conseguenza.

Non tutti, però, sono uguali dal punto di vista legale. È evidente che danneggiare un’auto durante la circolazione con il proprio veicolo è un’eventualità in qualche modo considerabile, un rischio da mettere in conto. Il danno deve comunque essere riparato opportunamente, ma rovinare di proposito un oggetto altrui è molto diverso, consistendo in un illecito commesso volontariamente dal suo autore e in alcuni casi persino un reato.

Quando rigare un’auto è reato

Rigare un’auto volontariamente è senza ombra di dubbio un comportamento più grave rispetto al danno seguente a un incidente stradale, indipendentemente dalla responsabilità di quest’ultimo. Non sempre, tuttavia, questa azione corrisponde a un reato. La fattispecie che interessa è infatti quella del danneggiamento volontario, che è stato parzialmente depenalizzato.

In particolare, oggi il danneggiamento volontario è reato soltanto in forma aggravata, ossia quando avviene in un luogo pubblico o aperto al pubblico. Di conseguenza, tutto dipende da dove si trovava l’auto quando è stata rigata. Nel caso di un posto privato, come il parcheggio condominiale, la condotta rappresenta un illecito.

Le conseguenze sono molto diverse. Nel primo caso l’autore può essere querelato e condannato in sede penale (e comunque crearsi un precedente), essendo comunque obbligato al risarcimento dei danni causati. Nella seconda ipotesi, invece, la persona offesa può affidarsi al processo civile per ottenere il risarcimento e una sanzione a carico dell’autore, che può andare da 100 a 8.000 euro.

Il reato resta l’ipotesi peggiore anche quando, per qualsiasi ragione, non segue alla detenzione o alla condanna penale, poiché provare la condotta è molto più semplice e il dovere di risarcimento è quasi sicuro. Nel procedimento civile, invece, la possibilità di difendersi è maggiore, anche se tutto dipende dalle prove a disposizione della persona offesa.

Cosa rischia chi graffia un’auto circolando

Se il graffio al danno di un’altra auto avviene nell’ambito della circolazione stradale, come il classico esempio della manovra di parcheggio, si aprono prospettive completamente diverse. Il fatto va considerato come sinistro stradale, del quale bisogna assumersi la responsabilità. Bisogna quindi rimanere sul posto o comunque contattare in qualche modo l’automobilista per fornire i propri dati assicurativi.

Contattare la propria compagnia assicurativa fornendo i dettagli dell’incidente e la targa dell’altra automobile è spesso un’ottima idea. Di certo, non si dovrebbe scappare cercando di evitare di assumersi la responsabilità del fatto. Bisogna comunque sapere che in questo specifico caso scappare non configura un reato, visto che presumibilmente in un sinistro con un’auto graffiata non ci sono feriti.

Il responsabile può comunque essere rintracciato e, oltre alle conseguenze dal punto di vista assicurativo, rischia una sanzione amministrativa da 296 a 1.184 euro.

Ovviamente, se lo scontro avviene in modo volontario si dovrebbe considerare la fattispecie in quella vista precedentemente, con l’auto o l’altro veicolo guidato che rappresenta lo strumento del danneggiamento. In realtà, è estremamente difficile provare questo tipo di illecito, tantoché non vale la pena approfondire l’eventualità. Nel caso remoto in cui la volontarietà fosse in qualche modo provata, comunque, si applicherebbero le regole del danneggiamento semplice o aggravato, a seconda del luogo.

In ogni caso, è bene sapere che condotte (volontarie) di questo tipo possono rientrare in reati ben più gravi, come la violenza privata e gli atti persecutori, a seconda delle circostanze, delle modalità e delle finalità dell’azione.

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