L’arruolamento nelle Forze Armate alle donne è consentito dal 2000: da allora di quanto è aumentato il personale femminile nel comparto Difesa e Sicurezza? Scopriamolo di seguito.
Quante donne ci sono all’interno delle Forze Armate? Sembra passata un’eternità, eppure è solamente dall’anno 2000 che alle donne è stato consentito l’arruolamento nelle Forze Armate.
Un iter legislativo che ricordiamo fu lungo e tortuoso; dopo la prima proposta di legge del 1963 che prevedeva l’istituzione di un servizio volontario femminile delle Forze Armate si arrivò all’inizio della fase sperimentale nel 1992, quando 29 ragazze vennero arruolate nell’Esercito Italiano presso la caserma Lancieri di Montebello di Roma, dove si occupavano di normali attività di addestramento.
La prima legge delega invece risale al 1997, attuata poi con la legge del 20 ottobre del 1999 che consentì l’ingresso delle donne nelle Forze Armate a partire dal 1° gennaio del 2000. Diciotto anni dopo da quella svolta epocale, quante sono le donne che oggi fanno parte delle Forze Armate italiane? E quali sono le loro principali funzioni? Ecco alcuni dati interessanti sulla presenza femminile nel comparto Difesa e Sicurezza e sui loro ruoli operativi.
Quante donne ci sono nelle Forze Armate?
Anche se ormai le donne nelle Forze Armate sono una normalità, il personale femminile è di un numero nettamente inferiore a quello maschile. Basti pensare che nell’Aeronautica Militare sono arruolate 1.246 donne, il 3,10% del personale totale.
È nell’Esercito che il rapporto tra uomini e donne è maggiore: qui il personale femminile rappresenta infatti il 6,30% del totale, per un totale di 5.991 unità.
Nella Marina Militare le donne sono invece 2.041 - il 5,20% del totale - mentre nell’Arma dei Carabinieri ce ne sono 2.569 (2,47%). Nella Guardia di Finanza, dove l’accesso alle donne ai concorsi è aperto dal 2000 (ma solo nel 2006 è stata eliminata la limitazione percentuale) sono invece 1.807, il 9% del totale.
Discorso differente per la Polizia di Stato, dove l’ingresso alle donne è stato consentito dal 1981, ossia da quando la Polizia è stata convertita da corpo militare ad amministrativo. Qui infatti ci sono 15.300 donne su un totale di 98.957 unità, circa il 15% del personale in servizio.
Possiamo immaginare quindi che anche nelle Forze Armate la percentuale di donne continuerà ad aumentare, anche se difficilmente si raggiungerà il 20% prima dei prossimi 20 o 30 anni.
Quale ruolo ricoprono le donne nelle Forze Armate?
Un dato che fa riflettere riguarda la concentrazione maggiore di donne nei gradi apicali delle Forze Armate. Questo ad esempio vale per la Guardia di Finanza dove il 9% di ufficiali è donna; percentuale notevolmente inferiore, lo 0,1%, nei sovrintendenti.
Situazione che si ripete anche all’interno della Polizia di Stato, dove più del 35% di direttori sono donne (942 donne contro 1.728 uomini). Anche tra i primi dirigenti è così, visto che le donne sono 250, la metà degli uomini 552.
La percentuale si abbassa notevolmente più si scende di qualifica: pensate ad esempio che tra agenti e assistenti le donne in servizio sono 10.858 rispetto ai 60.330 uomini.
A cosa si deve questa disparità? Probabilmente al fatto che nei concorsi per i gradi apicali, come quelli per diventare commissari o funzionari della Polizia di Stato, le donne in media ottengono risultati migliori rispetto agli uomini, oltre a presentarsi con titoli di studio più alti.
Anche nei ruoli inferiori, comunque, le donne nelle Forze Armate ricoprono dei ruoli importanti. Ad esempio nelle missioni internazionali, dove però non sono molte le donne impiegate, queste sono un’utile risorsa per l’interazione con le popolazioni civili del luogo, una figura importante per il raggiungimento di scopi di cooperazione civile e militare.
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