Quanto costa in bolletta utilizzare una stufa elettrica? Ecco quanto consumano le diverse tipologie di riscaldamento a elettricità e quale scegliere.
Sapere quanto consuma una stufa elettrica è molto utile per affrontare l’inverno alle porte all’insegna del risparmio.
Il riscaldamento, infatti, è una voce di spesa che incide spesso in modo pesante sul bilancio familiare. Per questo, scegliere il metodo più efficiente e conveniente per dare calore agli ambienti è fondamentale. Le opzioni possibili sono diverse per chi desidera integrare il riscaldamento domestico, solitamente garantito dai termosifoni.
Dal caminetto alla stufa a pellet, fino ai sistemi alimentati a elettricità o a quelli a gas, le possibilità per scaldare l’aria negli spazi interni, anche per poco tempo, sono molte. Le differenze risiedono soprattutto nel consumo di elettricità e, in generale, nei costi.
Per esempio, se un’ora di stufa a gas a media potenza può costare circa 0,50 euro al giorno, una elettrica può avere un costo di 0,12 euro circa ogni ora di accensione. Una stufa a pellet, invece, peserà sul bilancio familiare annuale circa 900 euro. Ovviamente, i sistemi di riscaldamento appena citati non sono così facilmente interscambiabili. Una stufa elettrica, infatti, non funge da sistema di riscaldamento principale come può fare, invece, una stufa a pellet.
Le bollette energetiche sono state sottoposte a forti pressioni al rialzo negli ultimi due anni. Per questo, una piccola guida sulla scelta della stufa elettrica e su quanto consuma è utile per ottimizzarne l’uso e valutare i costi/benefici.
Consumi delle stufe elettriche: le tipologie disponibili (e quanto consumano)
Di stufe elettriche ne esistono davvero tante in commercio. La prima distinzione da fare è tra quelle a irraggiamento e i modelli a ventilazione.
Questa differenza riguarda il modo in cui viene diffuso il calore generato. Nel caso di stufe a irraggiamento, l’aria calda si espande tramite raggi infrarossi in modo diretto su oggetti o persone vicine e non in tutto l’ambiente.
I sistemi a ventilazione utilizzano invece delle ventole che distribuiscono il calore in modo più omogeneo nella stanza.
- stufa radiatore a olio: si tratta di un semplice radiatore riempito a olio che si riscalda attraverso una resistenza emanando calore in tutta la stanza. Presenta di solito anche un termostato per regolare i vari livelli. Adatto per un uso prolungato e costante nel tempo perché genera calore confortevole e il rischio di bruciature è limitato. Impiega però più tempo a scaldarsi. Il costo è di circa 0,18 euro all’ora.
- stufa alogena, infrarossi o al quarzo: si tratta di modelli diversi ma con prestazioni molto simili. Il calore è generato da lampade al cui interno è contenuto un gas che, se riscaldato, raggiunge elevate temperature espandendo calore nelle zone circostanti con molta efficacia. Il modello al quarzo, è quello con potere calorifico ma consumi maggiori.
Tutti i modelli consentono di raggiungere elevate temperature in poco tempo. Tuttavia, la mancanza di una ventola fa sì che per godere del tepore emanato sia necessario posizionarsi vicino all’apparecchio. In commercio ne esistono tantissime anche a costi molto contenuti. Lo svantaggio maggiore è rappresentato dai consumi abbastanza elevati. Il costo si aggira su circa 0,20 euro per ogni ora, con un consumo del 50% in più rispetto alla stufa elettrica al carbonio;
- stufa elettrica al carbonio: il calore è diffuso per irraggiamento e l’elemento riscaldante consiste in fibre di carbonio. Queste ultime sono il vero fattore positivo, poiché non emettono gas nocivi e consentono di risparmiare in bolletta. Una stufa al carbonio da 1000 W ha infatti una spesa di circa 0,12 euro all’ora. Se accesa per 3 ore al giorno, il costo in bolletta sarà di 10,80 euro al mese.
- termoventilatori e termoconvettori: i primi sono dotati in genere di una resistenza elettrica, anche se i modelli più recenti usano resistenze in ceramica e hanno un ventilatore che aiuta a emanare calore in tutta la stanza. Sono spesso usati nei piccoli locali per poco tempo, ad esempio per riscaldare un bagno prima di fare la doccia.
I termoconvettori sono molto simili, ma con la differenza che all’interno non hanno una ventola, ma si basano sul meccanismo della convenzione per la diffusione del calore nell’ambiente circostante. Sono molto più silenziosi. Ne esistono ormai diversi modelli con certificazione sul risparmio energetico. Con un costo di 0,12 KWh dell’elettricità, si può calcolare un spesa di circa 40 euro al mese.
Quanto consuma una stufa elettrica?
La stufa elettrica, nell’immaginario collettivo, è uno degli apparecchi per il riscaldamento che consuma di più. In realtà non sempre è così.
Grazie all’innovazione tecnologica, infatti, oggi esistono modelli ad alta efficienza energetica. In genere si può dire che una stufa elettrica consuma tra i 300 e i 2.500 W. A questo punto per capire il consumo giornaliero basterà moltiplicare la potenza per le ore di utilizzo.
Se ad esempio avete acquistato una stufa elettrica la cui potenza massima è di 1.000 W e la tenete in funzione per 4 ore (4h x 1000W = 4000Wh), il consumo in bolletta imputabile alla stufa elettrica sarà di 4 kWh.
Stando alle quotazioni dell’energia elettrica a una media di 0,15 euro/kWh, 4 ore al giorno di accensione di una stufa dalla potenza massima di 1.000 W significa consumare circa 0,60 centesimi al giorno, più o meno 20 euro al mese. Una cifra davvero irrisoria e ben sotto a quanto si spenderebbe per altre soluzioni.
Quale stufa elettrica scegliere?
Per scegliere la tipologia di stufa elettrica più adatta alle nostre esigenze occorre valutare con attenzione quale ambiente si deve riscaldare e se ci sono altre opzioni meno costose e più vantaggiose.
Come illustrato precedentemente, infatti, ogni sistema alimentato a elettricità ha le sue caratteristiche.
I convettori elettrici, per esempio, si possono installare sulle pareti o a pavimento e garantiscono la diffusione piuttosto rapida di aria calda su tutto l’ambiente, in modo abbastanza omogeneo. In caso di spazi più grandi, quindi, sono una soluzione efficiente, anche al posto dei ventilatori.
Anche i radiatori a olio riscaldano in modo abbastanza confortevole un ambiente di media-grande ampiezza e anche quando sono spenti continuano a rilasciare calore almeno per un po’.
Le stufe elettriche a infrarossi o portatili, invece, sono meno indicate per il riscaldamento prolungato di ampi spazi. Esse vengono impiegate solitamente per emanare calore immediato e per poco tempo, per esempio nel bagno mentre si fa la doccia. La loro comodità consiste soprattutto nel fatto di poter essere spostate facilmente.
Stufe elettriche e consumi: come risparmiare in bolletta
Le moderne stufe elettriche a risparmio energetico non hanno un consumo eccessivo, ma esistono modi per risparmiare ulteriormente?
Ovviamente sì. Attraverso semplici accorgimenti e buone pratiche si può risparmiare ancora di più sul costo della bolletta elettrica.
Ecco alcuni consigli pratici:
- occhio ai tempi di utilizzo: non tenere accesa una stufa per troppe ore;
- usare il regolatore di potenza e tenerlo più basso e non al massimo;
- evitare spifferi di aria durante l’accensione della stufa;
- accendere la stufa elettrica preferibilmente nelle ore più fredde (serali);
- tenere porte e finestre chiuse una volta riscaldata la stanza per evitare la dispersione di calore
Infine, è bene ricordare che i sistemi a irraggiamento riscaldano soltanto spazi molto vicino all’apparecchio. Per questo, bisogna calcolare anche la giusta distanza in cui posizionarsi, per evitare di scottarsi.
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