I vantaggi di un affitto breve rispetto a quello classico sono diversi. Il principale è che gli introiti sono maggiori, ma quanto si guadagna con l’affitto breve?
Inutile negarlo, gli affitti brevi hanno rivoluzionato l’industria dell’ospitalità negli ultimi anni, offrendo una nuova opportunità per gli ospiti di ottenere maggiore flessibilità e per i proprietari di case vacanze di contare su maggiori profitti.
Ma proprio gli affitti mordi e fuggi sono sotto torchio. Il 6 settembre il Ministero del Turismo ha inviato la bozza del provvedimento relativo agli affetti brevi, con una nuova stretta in linea con quanto già fatto in altre parti del mondo come ad esempio New York
L’obiettivo principale della nuova proposta è quello di fornire una disciplina considerata uniforme a livello nazionale che sia in grado di contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore e tra le novità principali introdotte troviamo l’innalzamento delle sanzioni, ad esempio con la penale di un massimo di 5mila euro per chi affitta un’immobile per una sola notte.
Basti pensare che il giro d’affari degli affitti brevi a Milano è di circa 30 milioni di euro al mese, spesi dai visitatori, ma “l’indotto generato vale quattro volte tanto” e solo una parte di questo tesoretto arriva allo Stato con la cedolare secca al 21%.
Stando alle ultime ricerche la tariffa media in città è di 150 euro a notte, si registra quindi un aumento del +5% rispetto all’anno scorso con valori che si stanno stabilizzando. Ma quali sono i vantaggi reali dell’affitto breve e quanto si guadagna?
Affitto breve, quali sono i vantaggi rispetto all’affitto classico
L’affitto breve presenta dei vantaggi, che possono variare in base alla tipologia di appartamento. Per il proprietario, l’affitto breve, si presenta come una soluzione ideale per guadagnare con il proprio immobile senza incorrere nei rischi dell’affitto tradizionale e senza vincolarsi per un lungo periodo.
- Maggiore flessibilità. Con un affitto breve il proprietario può tornare in possesso dell’immobile in poco tempo, in quanto è lui a stabilire il soggiorno minimo e massimo dei propri ospiti, mentre con l’affitto tradizionale questo non è completamente possibile perché si puoi ritornare in possesso dell’immobile soltanto in prossimità delle scadenze e per ragioni precise stabilite dalla legge.
- Con l’affitto breve si evita il rischio di morosità. Il cliente, il più delle volte, pagherà prima di usufruire dell’appartamento. Numerosi, infatti, sono i canali dove dove il pagamento avviene al momento della prenotazione. In questo modo non ci sarà rischio di morosità e gli eventuali danni all’appartamento potranno essere coperti dal deposito cauzionale richiesto al cliente.
- L’affitto breve è una fonte di reddito passivo, ossia una fonte di guadagno che richiede minor tempo ed energie rispetto al proprio lavoro. In ogni caso bisognerà trovare il tempo per pubblicità, accoglienza, pulizie, manutenzione e pratiche amministrative. Si presenta quindi come un’ottima occasione per mettere a reddito il proprio appartamento.
- L’affitto breve è una soluzione redditizia mentre si aspetta di vendere l’appartamento. Le tempistiche per vendere un immobile possono prolungarsi per diversi mesi con la conseguenza che il proprio appartamento rimarrà sfitto fino al momento del rogito. In questo periodo si può quindi affittare a breve termine l’appartamento e ricavare un maggiore guadagno in tutta semplicità.
Quanto si guadagna con gli affitti brevi?
Ma veniamo al vantaggio più importante degli affitti brevi: il guadagno. Stando agli esperti del settore immobiliare, quella della locazione turistica è diventata una pratica assai diffusa, questo perché, con l’affitto breve si può guadagnare anche il 30% in più rispetto all’affitto tradizionale.
Stando a una ricerca riportata dal Quotidiano Nazionale, infatti, tramite Airbnb, è possibile guadagnare oltre 2.000 euro al mese da affitto breve. Come spiegato, infatti, se si prende un appartamento medio a Roma in zona Marconi, ad esempio, adibito a casa vacanze e messo in affitto su Airbnb a 180 euro a notte si può avere una rendita mensile dai 3.500-5.400 euro. Tutto dipende dal numero di giorni in cui si riesce ad affittare l’appartamento in un mese.
Senza contare che Airbnb applica una percentuale di tassazione sul guadagno degli host pari al 14-16%. Il costo del servizio hosting viene calcolato moltiplicando il costo totale della prenotazione per la percentuale applicata dalla piattaforma. Tale costo viene direttamente detratto dal compenso dal proprietario della struttura. In media, quindi, il guadagno stimato per un appartamento è di circa 2000 euro.
Ma gli introiti potrebbero essere anche maggiori, tutto dipende dalla tipologia di locale, la zona in cui esso è situata. Basti pensare che a marzo a Milano si contavano oltre 990.000 prenotazioni per 350 milioni di euro, di cui 171 milioni (il 52%) destinati ai singoli proprietari degli alloggi, giunge solo il 19,5%. E sono proprio questi valori a far infuriare gli studenti che dall’anno scorso portano avanti una battaglia contro il caro affitti, attribuendo proprio all’affitto breve causa dei rincari.
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