L’azienda tedesca di batterie Varta AG è sull’orlo della bancarotta. Sarebbe l’ennesimo fallimento nel settore quest’anno.
La nota azienda tedesca di batterie Varta AG è sull’orlo della bancarotta. La società è in una crisi e lotta per evitare il fallimento.
Lunedì la quotazione è crollata dell’80% a quota 2,30 euro, toccando nuovi minimi storici. Il mercato ha subito scaricato il titolo alla luce delle dichiarazioni dell’azienda rilasciate domenica, secondo cui le ultime due proposte di ristrutturazione rimaste comporterebbero la cancellazione della quotazione, senza che gli azionisti (ad eccezione del proprietario di maggioranza austriaco Michael Tojner) ricevano alcun compenso.
Secondo il comunicato di Varta, il produttore di auto sportive Porsche sarebbe interessato ad iniettare capitale in azienda per scongiurare il fallimento.
A causa della crisi che si trova ad affrontare, l’azienda è costretta ad una ricostruzione. Varta ha bisogno di alleggerire il suo maxi debito di quasi 500 milioni di euro, oltre che trovare nuovi finanziamenti, come ha riferito il CEO Michael Ostermann, entrato in azienda a maggio, a Reuters.
I motivi della crisi di Varta
Varta paga le conseguenze di investimenti sbagliati nel settore delle piccole batterie per l’elettronica di consumo e di un costoso tentativo di investire in batterie con marchio V4Drive per auto sportive ibride, che non ha avuto successo, potenziando le difficoltà del gruppo.
Prima del crollo di lunedì la società aveva un valore di mercato di 440 milioni di euro.
Il coinvolgimento di Porsche
È noto ormai da inizio luglio che Porsche sta valutando l’acquisizione di una quota di maggioranza nella sussidiaria di Varta, V4Drive. Il produttore di auto sportive è uno dei pochi clienti di V4Drive. Finora, queste sono state montate nella 911 elettrificata, la 911 GTS T-Hybrid, ma non su Porsche puramente elettriche.
Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), Porsche potrebbe acquisire una quota non solo nella produzione della sussidiaria Varta V4Drive, ma anche nella casa madre Varta AG.
«Il fatto che il produttore di auto sportive voglia ora apparentemente anche essere coinvolto nella casa madre dimostra la situazione drammatica di Varta AG», si legge sulle pagine del giornale tedesco.
«Il prerequisito è una solida base finanziaria per Varta AG. In determinate circostanze, potremmo quindi immaginare di partecipare a una ristrutturazione finanziaria di Varta AG nel suo complesso. Le trattative su questo sono ancora in corso», ha affermato Porsche in una dichiarazione ottenuta dall’agenzia di stampa Reuters.
A quanto pare, Michael Tojner, società austriaca che detiene una quota di maggioranza in Varta tramite la holding svizzera Montana Tech Components, è favorevole a questo piano.
Un’altra proposta arriva dai creditori. Secondo Varta, un’altra possibilità potrebbe essere «un haircut, un accordo tra il debitore e i suoi creditori che cancella parte del debito al fine di ripristinare la stabilità finanziaria dell’azienda».
Tuttavia, secondo il produttore di batterie i suoi «creditori sarebbero disposti a fare questo passo in questo momento solo se venisse implementata una riduzione del capitale a zero (il capitale azionario esistente viene ridotto a zero, ndr) e venisse iniettato nuovo capitale (debito o capitale proprio e debito) necessario per la ristrutturazione».
Non è ancora chiaro quale opzione sceglierà Varta. Domenica, la società ha notificato al tribunale distrettuale di Stoccarda «con breve preavviso un progetto di ristrutturazione in conformità con la legge tedesca sulla stabilizzazione e ristrutturazione aziendale (StaRUG)». L’obiettivo è evitare l’insolvenza.
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