Gli ETF sull’S&P 500 con allocazione equal weight hanno sovraperformato il benchmark tradizionale durante l’ultima fase ribassista, rivelando segnali chiave sullo stato attuale del mercato USA.
A volte, anche nei mercati finanziari, le apparenze ingannano. Siamo abituati a pensare che un ETF che replica l’S&P 500 debba necessariamente andare esattamente come l’S&P 500.
E invece no. Alcuni ETF costruiti sull’indice più famoso al mondo riescono, in determinate fasi di mercato, a fare meglio del benchmark stesso. Come è possibile?
La risposta sta nella metodologia di ponderazione. La maggior parte degli investitori conosce l’S&P 500 nella sua forma classica, quella ponderata per capitalizzazione: più un’azienda è grande in termini di market cap, maggiore è il suo peso nell’indice. Questo ha portato le big tech – come Apple, Microsoft, Amazon, Nvidia, Meta, Alphabet e Tesla, a rappresentare una fetta sempre più consistente dell’intero indice. Si parla delle cosiddette Magnificent 7, che da sole arrivano a pesare oltre il 25% dell’indice. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA