La lavorazione del tungsteno in questo Paese dell’Asia centrale è una notizia storica per la nazione e per l’economia globale. E per la Cina, ecco perché.
Un metallo raro ribalta l’economia mondiale e catapulta il Kazakistan ai vertici globali per quanto riguarda le materie prime.
Il primo impianto di lavorazione del tungsteno è stato aperto nella regione di Alma-Ata in Kazakistan, ha riferito il servizio stampa del Ministero dell’Industria e dell’Edilizia della Repubblica.
Secondo le prime informazioni disponibili, il progetto da 300 milioni di dollari è stato implementato tenendo conto degli standard ambientali e industriali internazionali. L’impianto fornirà fino a 1.000 posti di lavoro per specialisti locali e, una volta raggiunta la sua capacità di progettazione, lavorerà 3,3 milioni di tonnellate di minerale all’anno, producendo il 65% concentrato di tungsteno.
Per il Kazakistan si tratta di un evento storico, in grado di spingere la nazione tra le più importanti nella fornitura di questi metalli, sempre più strategici e richiesti.
Tungsteno in Kazakistan: è una svolta mondiale, ecco perché
Il progetto di lavorazione del tungsteno è gestito da Aral Kegen LLP, parte di Jiaxin International Resources Investment Ltd, una holding internazionale alla quale partecipano Jiangxi Copper Corporation, China Railway Construction Company, China Civil Engineering Construction Company e Ever Trillion International Singapore PTE LTD.
“Si tratta di un evento storico per l’industria mineraria locale e rafforzerà la posizione del Paese nel mercato mondiale dei metalli rari. L’apertura dell’impianto segna una nuova tappa nello sviluppo dell’industria mineraria del Kazakistan e sottolinea l’impegno del Paese per un utilizzo efficiente e razionale delle risorse naturali”, hanno affermato dal ministero.
Ulteriori piani includono la costruzione di un complesso di lavorazione che consentirà di aumentare il contenuto di tungsteno all’88,5% e di produrre carburo di tungsteno di elevata purezza. L’investimento previsto per questa fase è di 150 milioni di dollari.
Si stima che le riserve confermate in questo sito ammontino a 120 milioni di tonnellate, con l’intenzione di trattare 3,3 milioni di tonnellate di minerale all’anno, producendo 10.000 tonnellate di concentrato di tungsteno.
Il tungsteno ha il punto di fusione più alto di tutti gli elementi metallici e una densità molto elevata (19,3 g/cm³), vicina a quella dell’oro. Il tungsteno ha anche un’elevata durezza, come il carburo di tungsteno, che è vicino al diamante. Inoltre, ha una buona conduttività elettrica e termica, un piccolo coefficiente di espansione e altre caratteristiche, quindi è ampiamente utilizzato nelle leghe, nell’elettronica, nell’industria chimica, aerospaziale, medica.
In ottica geopolitica, la notizia ha una sua rilevanza perché avvicina ancora di più la nazione del centro Asia alla Cina, visto che il progetto vanta un investimento di 300 milioni di dollari da parte di una società cinese.
All’inizio di questa estate, il governo kazako ha annunciato che la cinese Jiaxin. International Resources Investment avrebbe lanciato nei prossimi mesi un impianto per la lavorazione del minerale di tungsteno nel giacimento di Boguta, nella regione di Almaty.
La notizia conferma la partnership e il legame tra questi due Stati, con il dragone ancora a dominare il settore dei minerali.
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