Gli effetti del coronavirus sono stati evidenti soprattutto per una materia prima
Una materia prima in particolare è stata travolta dagli effetti del coronavirus, epidemia esplosa nella città di Wuhan (Cina) e presto diffusasi nel resto del mondo, Italia compresa.
L’influenza ha già superato, sia dal punto di vista delle vittime che da quello dei contagi, tutti i record registrati dalla SARS, ma non solo.
L’impatto del coronavirus non è stato soltanto umano ma anche economico-finanziario. I mercati azionari sono ripetutamente crollati mentre le materie prime sono state colpite in maniera visibile. Si pensi solo al prezzo del petrolio, ufficialmente entrato in mercato ribassista. Alle sue perdite, però, si sono affiancate quelle di un’altra commodity: il rame.
La quotazione del rame nell’ultimo anno: all’estrema destra del grafico il crollo del prezzo osservato nel solo mese di gennaio 2020
Quotazione rame tracolla: i motivi
Nonostante nella giornata odierna la quotazione del rame sia tornata a scambiare in deciso rialzo mentre i mercati hanno tirato un momentaneo sospiro di sollievo, le ultime settimane si sono rivelate pressoché negative per la materia prima.
I prezzi, generalmente considerati come una sorta di barometro per lo stato di salute dell’economia, hanno lasciato sul campo più del 10% da metà gennaio in poi, quando il coronavirus ha obbligato la Cina a limitare, se non chiudere, le attività manifatturiere.
Soltanto ieri la quotazione del rame ha perso quota per il tredicesimo giorno consecutivo e si è riportata sui minimi di settembre scorso, mentre l’epidemia ha continuato a mietere vittime (ormai più di 420 persone sono decedute).
La Cina, d’altronde, è uno dei maggiori consumatori di metalli per cui (così come accaduto al petrolio) l’inevitabile calo della domanda ha determinato una discesa del prezzo.
“Il timore è che questo potrebbe essere un altro shock per l’economia globale e per il manifatturiero, da affrontare dopo lo shock commerciale dello scorso anno. Ed è abbastanza preoccupante da far temere che il rame e gli altri metalli di base utilizzati in processi di manifattura attraverseranno una fase di debolezza,”
ha dichiarato Jeffrey Kleintop, chief global investment strategist di Charles Schwab alla Cnbc.
Più o meno dello stesso avviso gli analisti di ANZ Research, secondo cui la chiusura delle attività manifatturiere nelle principali regioni cinesi colpirà ulteriormente la materia prima. Per Daniel Hynes, senior commodity strategist, un’interruzione di due settimane farà crollare i prezzi sui livelli osservati durante la SARS.
Al momento in cui si scrive, comunque, la quotazione del rame sta condividendo il minor pessimismo dei mercati: il prezzo sta salendo di oltre il 2%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA