Reddito di cittadinanza, il viceministro all’Economia annuncia una riforma: maggiori poteri ai Comuni e importo più alto per i nuclei familiari numerosi.
Reddito di cittadinanza, non solo modifiche con il Decreto Maggio: come spiegato dal viceministro all’Economia, Antonio Misiani, prossimamente sarà necessaria una riforma della misura introdotta lo scorso marzo per renderla più adeguata alle nuove esigenze.
Il viceministro lo ha svelato durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, durante la quale ha parlato anche del reddito di emergenza (che adesso dovrebbe chiamarsi contributo). In merito a questo strumento è stato spiegato che è intenzione di tutta la maggioranza introdurre una misura dedicata alle famiglie che in questi mesi non hanno avuto accesso ad alcun aiuto; la discussione, semmai, è su come configurarlo. In ogni caso dovrebbe trattarsi di una misura solamente transitoria, della durata di circa due mesi, mentre a lungo termine si potrà ancora fare affidamento sul reddito di cittadinanza per il quale è possibile una riforma che - parola di Misiani - potrebbe anche comportare un aumento dell’importo riconosciuto mensilmente, ma solo per alcuni nuclei familiari.
Reddito di cittadinanza: cambiano i requisiti
Una prima modifica al reddito di cittadinanza verrà apportata dal Decreto Maggio, dove viene disposto, eccezionalmente per il periodo di emergenza, un cambio dei requisiti reddituali e patrimoniali con lo scopo di ampliare la platea dei beneficiari.
Nel dettaglio, nella prima bozza del Decreto si legge che:
- l’ISEE passa da 9.360,00€ a 10.000,00€;
- patrimonio immobiliare passa da 30.000,00€ a 50.000,00€ (la prima casa è comunque esclusa);
- patrimonio mobiliare passa da 6.000,00€ a 8.000,00€.
Queste le novità per l’immediato, ma il viceministro all’Economia Misiani non ha nascosto che è intenzione intraprendere la strada della riforma per il reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza: quale riforma?
“Serve uno strumento più reattivo”; con queste parole il viceministro all’Economia, Antonio Misiani (Partito Democratico) ha annunciato una riforma del reddito di cittadinanza.
Il primo passo sarà quello di dare ampi poteri ai Comuni, visto che questi sono “capaci di intercettare più velocemente i bisogni”. Una dichiarazione che però sembra contrastare con quanto successo fino ad oggi, dove la maggior parte dei Comuni non si è ancora attivata per la firma dei Patti per l’inclusione sociale (mentre dei Patti per il lavoro se ne occupa la Regione tramite i centri per l’impiego).
Altra novità annunciata dal numero due del ministero di via XX settembre è quella che invece potrebbe favorire i nuclei familiari numerosi. Secondo Misiani, infatti, oggi il parametro di scala di equivalenza utilizzato (che attribuisce un massimo di 2,1 per le famiglie numerose, 2,2 nel caso sia presente anche un disabile) penalizza i nuclei familiari più numerosi. Quindi è molto probabile, semmai la riforma annunciata da Misiani si dovesse fare, che l’importo del reddito di cittadinanza per le famiglie numerose possa aumentare.
Ultima novità è quella riguardante il reinserimento nel mercato del lavoro: sarà necessario, infatti, eliminare tutti quei fattori che scoraggiano un percettore del reddito di cittadinanza a ricercarsi un impiego.
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