Reddito di cittadinanza, ritornano le sanzioni: che succede ai processi saltati?

Alessandro Nuzzo

01/05/2023

Inserito del Decreto Lavoro il ripristino della norma che condannava i furbetti del Reddito cancellata frettolosamente dal Governo a dicembre. Cosa succederà ora?

Reddito di cittadinanza, ritornano le sanzioni: che succede ai processi saltati?

Con il Decreto Lavoro il Governo dirà definitivamente addio al Reddito di Cittadinanza che sarà sostituito da due strumenti alternativi. Uno, l’assegno di inclusione partirà dal primo gennaio 2024, come misura di contrasto alla povertà. L’altro, lo strumento di attivazione prenderà forma il primo settembre 2023 come misura di avviamento al lavoro in cui la formazione diventerà vincolante.

Oltre a questa novità, con il Decreto Lavoro l’esecutivo reintroduce anche la norma che puniva i cosiddetti furbetti del Reddito, ovvero coloro che percepivano il sussidio pur non avendone diritto spacciando una povertà «fittizia». Quando lo scorso dicembre l’esecutivo in legge di Bilancio ha cancellato frettolosamente il Reddito, ha abrogato anche l’obbligo di esercitare l’azione penale per i furbetti. Un errore grave che ha spianato la strada all’impunità di coloro che si sono appropriati del sussidio senza averne i requisiti. Ora, dopo 4 mesi, la norma viene ripristinata ma ormai il danno è stato fatto e le conseguenze irreparabili.

Ritornano le sanzioni per i furbetti del Reddito di Cittadinanza

I giuristi e le opposizioni hanno denunciato da subito l’abrogazione della norma anti furbetti del Reddito ma l’esecutivo ha atteso 4 mesi per risolvere il problema. Quattro mesi in cui i magistrati non sapevano come comportarsi per l’assenza della norma. Ora tutto è stato ripristinato. «Al beneficio di cui all’articolo 1 del decreto legge 28 gennaio 2019 numero 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui all’articolo 7 del medesimo decreto legge, vigenti alla data in cui il beneficio è stato concesso, per i fatti commessi fino al 31 dicembre 2023» - si legge nella bozza del Decreto Lavoro.

Come spiegato dal giurista Gian Luigi Gatta a Repubblica, si tratta di una norma transitoria che rende applicabile quella abrogata ai fatti commessi fino alla fine dell’anno. Intanto però sono passati 4 mesi dove la norma non era più applicabile e le conseguenze sono diventate irreparabili.

Cosa succederà ai processi?

L’abrogazione della norma anti furbetti del Reddito ha scatenato il caos nei palazzi di giustizia. In attesa di vedere se e cosa avrebbe fatto il Governo, numerosi processi sono stati rinviati al prossimo anno con la conseguenza di rendere il reato prescritto, In alcuni casi il Gip ha rimandato al Pm gli atti per l’assenza della norma. Addirittura ci sono stati casi di sentenze di non luogo a procedere per difetto di una ragionevole previsione di condanna, visto che la norma era stata abrogata.

Adesso che la norma è tornata cosa succederà? Succederà che ci saranno molte impugnazioni da parte di procure con la conseguenza di avere molti più processi che finiranno per ingolfare la macchina giuridica contrariamente a quanto previsto dal Pnrr che ne chiedeva uno snellimento. Molti processi rinviati al prossimo anno rientreranno nel periodo di prescrizione con la conseguenza che molti furbetti resteranno impuniti prendendosi di fatto gioco dello Stato.

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