Giorgia Meloni, nel discorso alla Camera dei Deputati, ha parlato del reddito di cittadinanza: nessun ripensamento, chi può lavorare non lo prenderà più (ma non sono chiari i tempi).
Nel discorso che ha anticipato il voto di fiducia alla Camera dei Deputati, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è soffermata sul futuro del reddito di cittadinanza.
Meloni ha utilizzato parole forti, come aveva fatto in campagna elettorale, parlando di “fallimento” della misura, smentendo quindi coloro che pensavano in un cambio di posizione vista la nomina di Marina Calderone al ministero del Lavoro, colei che in passato si è schierata in diverse occasioni a favore del reddito di cittadinanza.
Ecco quindi che si fa strada il piano che Fratelli d’Italia ha indicato da tempo: togliere il reddito di cittadinanza a chi può lavorare, visto che la povertà non si combatte con l’assistenzialismo ma con il lavoro. Un progetto che potrebbe essere realizzato già con la legge di Bilancio 2023, anche se Meloni non si è soffermata sulle tempistiche.
Reddito di cittadinanza, cosa ha detto Giorgia Meloni
La nuova presidente del Consiglio è consapevole che in Italia c’è un problema di “povertà dilagante”. E per l’occasione ha citato Papa Francesco, il quale di recente ha ribadito il concetto per cui la povertà non si combatte con l’assistenzialismo, visto che “la porta della dignità di un uomo è il lavoro”.
Una “verità profonda” per Giorgia Meloni, che va indicare quale deve essere la strada da prendere per il futuro del reddito di cittadinanza.
Nel dettaglio, il sostegno economico verrà mantenuto - e migliorato laddove possibile - nei confronti di coloro che non sono nella condizione di poter lavorare. A tal proposito, Meloni ha stilato una prima lista di chi non deve temere che la riforma del reddito di cittadinanza possa togliere l’aiuto percepito fino a oggi, ossia:
- pensionati in difficoltà;
- invalidi;
- chi è privo di reddito e ha figli minori di cui farsi carico.
Per tutti gli altri, ossia per chi è nella condizione di poter lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro. Formazione e accompagnamento al lavoro dovranno essere quindi temi centrali nella prossima legislatura, anche utilizzando le risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo.
E conclude dicendo che “per come è stato pensato e realizzato il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia oltre che per se stesso e per la sua famiglia”.
Cosa significano le dichiarazioni della Meloni sul reddito di cittadinanza
Bisognerà capire quale sarà il risvolto pratico delle dichiarazioni di Giorgia Meloni sul reddito di cittadinanza.
Di fatto,la presidente del Consiglio non ha chiaramente annunciato uno stop della misura per coloro che possono lavorare, anche se lo ha implicitamente fatto capire.
Già con la prossima legge di Bilancio scopriremo cosa succederà al reddito di cittadinanza e in che modo Meloni intende attuare il suo piano. Anche perché formazione e accompagnamento al lavoro sono previsti anche dalla politica attiva collegata al reddito di cittadinanza, ma questi anni hanno dimostrato che è il sistema a non funzionare.
Servirà tempo, quindi, per correggere gli errori commessi nel passato; nel frattempo, bisognerà decidere se togliere fin da subito il reddito di cittadinanza oppure se attendere la messa a punto dei servizi di formazione e accompagnamento al lavoro.
Altro aspetto che bisognerà chiarire è se punire solamente chi non vuole lavorare o l’intera famiglia. Oggi, d’altronde, il reddito di cittadinanza spetta al nucleo familiare e non alla persona sola: cosa succede quindi a un nucleo con reddito zero dove allo stesso tempo ci sono sia persone occupabili che non? Ad esempio, Meloni ha assicurato che per chi è privo di reddito e ha figli minori di cui farsi carico il reddito di cittadinanza verrà mantenuto; ma vale anche per quei genitori che sono nella condizione di poter lavorare?
Risposte che arriveranno solamente nelle prossime settimane, quando inizieranno i confronti che porteranno all’approvazione della legge di Bilancio 2023.
© RIPRODUZIONE RISERVATA