Regali in contanti, come evitare il rischio di un accertamento fiscale

Patrizia Del Pidio

30/05/2024

Quando si ricevono regali che prevedono soldi in contanti, bisogna fare molta attenzione a non cadere nella lente di ingrandimento del Fisco. Ecco come non rischiare un accertamento fiscale.

Regali in contanti, come evitare il rischio di un accertamento fiscale

I regali che prevedono soldi in contanti potrebbero esporre al rischio di un accertamento fiscale soprattutto se la somma in questione è importante o si aggiunge ad altri soldi regalati per la stessa occasione. Immaginiamo una festa di laurea, un compleanno, un matrimonio, ad esempio. Non è raro che in queste occasioni i parenti e gli amici presentino come regalo la classica “busta” con i contanti all’interno.

Il limite resta fissato con quello per l’utilizzo dei contanti (4.999 euro), ma rispettare questa norma non mette al sicuro da un eventuale accertamento fiscale, soprattutto se i soldi ricevuti si utilizzano per comprare qualche cosa che non ci si può permettere. La cosa più ovvia per evitare eventuali accertamenti fiscali potrebbe essere quella di chiedere a parenti e amici un bonifico o un assegno, invece dei contanti. In questo caso, infatti, anche se il Fisco si accorgesse che il contribuente ha speso più di quello che guadagna ci sarebbero le prove documentali a giustificare le maggiori somme spese. Con i contanti queste prove, invece, mancano.

Ovviamente non è il regalo di 100 euro che potrebbe fare la nonna a un nipote a esporre al rischio di accertamento fiscale, ma il problema si pone quando le somme ricevute in regalo sono abbastanza corpose. L’esempio più calzante che si può portare è quello dei novelli sposi che ricevono numerose “buste” come regalo di nozze e con la somma decidono di pagare l’anticipo della casa che intendono acquistare. Vediamo come si evitano le future contestazioni al riguardo che il Fisco potrebbe avanzare.

Regali in contanti, non vanno dichiarati

Se si ricevono regali in contanti non devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi, si tratta di una (o più di una) donazione che non si devono dichiarare al Fisco. In ogni caso anche delle donazioni è bene sempre avere una prova documentale per evitare problemi che potrebbero sorgere a seguito di un accertamento fiscale.

L’uso del contante, in Italia, non è vietato ma è consenti fino a un massimo di 5.000 euro. Va ricordato, però, che l’Agenzia delle Entrate può rilevare se le spese di un contribuente non sono compatibili con i suoi guadagni e, in questo caso, potrebbe presumere che gli importi derivino da lavori in nero. Avere una discreta somma in contanti, quindi, espone il soggetto al rischio di ricevere un accertamento fiscale.

Regali in contanti e rischio accertamento fiscale

Torniamo all’esempio dei novelli sposi che hanno ricevuto regali in contanti da diversi invitati. Come abbiamo già detto la donazione non si deve dichiarare al Fisco perché sulle somme non vanno versate imposte.

Se con i soldi ricevuti, però, si acquista qualcosa (una casa, un veicolo, una vacanza molto costosa) di importante il Fisco potrebbe chiedersi da dove provengano le somme utilizzate per pagare. Scatta l’accertamento fiscale e il soggetto è chiamato a fornire una prova documentale degli importi in questione. Il problema dei regali in contanti, però, è che non si possiede nessuna prova documentale perché non basta la testimonianza di coloro che hanno effettuato il regalo.

Regali in contanti, sono un rischio che si può evitare

I regali in contanti, quindi, possono rappresentare un rischio? La risposta è sì se non si agisce nel modo giusto che possa, appunto, dare la prova documentale della provenienza delle somme. Riprendiamo, nuovamente, la coppia di novelli sposi che abbia già indicato come esempio. Se il giorno dopo il matrimonio la coppia deposita i soldi contanti che ha ricevuto come regali sul conto corrente si crea una dimostrazione tangibile della conseguenza dell’introito dal matrimonio ed è più facile dimostrare che le somme depositate sono proprio frutto dei regali in contanti ricevuti per la celebrazione.

Una soluzione, quindi, per non cadere nel rischio di un accertamento fiscale è quello di un deposito quasi coincidente con l’evento che ha portato al ricevimento delle donazioni da parte di parenti o amici.

Come detto in apertura la cosa più semplice per evitare questo spiacevole rischio sarebbe quella di fornire il proprio Iban e chiedere direttamente un bonifico, ma, ovviamente, potrebbe non essere gradito soprattutto da parenti e amici più avanti con l’età (più legati alla tradizione della “busta”).

Un altro modo, poi, è quello di spendere le somme per acquisti che non richiedano il rilascio di una fattura: qualsiasi acquisto per il quale è rilasciato lo scontrino, infatti, resta anonimo e non comporta rischio di accertamento fiscale.

Regali in contanti: l’ordinanza della Corte di Cassazione

Le donazioni informali, come sono i regali, sono esentasse ma dopo una recente ordinanza della Corte di Cassazione sono diventato un argomento molto caldo in ambito fiscale. La Suprema Corte con l’ordinanza 9363 dello scorso 10 aprile, infatti, stabilisce che le donazioni informali rientrano nell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate e richiedono, quindi, una documentazione formale. Anche per le donazioni informali, secondo i Giudici, è necessario dimostrare e documentare la provenienza.

Ogni volta, quindi, si riceve un regalo in contanti, per qualsiasi evento o per qualsiasi ricorrenza, è bene pensare sempre alla prova documentale che si può fornire per giustificare la provenienza delle somme in caso di accertamento fiscale.

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