Elezioni regionali in Liguria: il Movimento 5 Stelle è lontano da una soluzione condivisa su come comportarsi al voto. Il dilemma in terra ligure è uno, ma importante: allearsi o no con il PD? Alcuni esponenti si sono espressi, ma la confusione è tanta.
Le elezioni regionali in Liguria rischiano di trasformarsi in un vero tonfo per il Movimento 5 Stelle, e ancora prima del voto.
Sono ore concitate per i vertici grillini impegnati nell’arduo compito di dare una coerenza alla linea da seguire nei prossimi appuntamenti elettorali. A mettere in confusione il reggente Crimi e tutto il movimento è, al momento, il caso Liguria.
Qui, infatti, i parlamentari locali petastellati hanno appena consegnato una lettera al loro capo politico perché si attivi la piattaforma online Rousseau e si interroghi la base sull’eventualità di un’alleanza con il PD per le elezioni regionali.
Questo è il punto davvero critico per il Movimento 5 Stelle: aprirsi ai dem per formare una coalizione allargata contro le destre, o correre da soli come un terzo polo, secondo le indicazioni dello stesso Di Maio? Il caso del voto in Liguria è solo uno dei tanti, che potrebbe far esplodere il già fragile movimento.
Regionali in Liguria: tutti i nodi del Movimento 5 Stelle
Il voto per le regionali in Liguria si sta complicando per i pentastellati. Le elezioni potrebbero diventare una vera e propria trappola, nella quale accelerare la caduta di un movimento già in piena crisi identitaria.
I fatti dell’ultima ora raccontano che Crimi e Toninelli stanno ricevendo pressioni affinché si apra la consultazione su Rousseau per chiedere alla base il quesito cruciale in queste settimane per il Movimento: aprirsi ad un’alleanza con il PD o no?
Nello specifico, l’indicazione proviene direttamente dall’assemblea degli attivisti liguri che si è riunita e ha deciso di intraprendere la strada del voto online. Stessa richiesta è emersa dai parlamentari grillini liguri, che hanno scritto una lettera a Crimi.
I nodi da sciogliere, però, sono più di uno. Innanzitutto, i pentastellati hanno già una candidata per la presidenza regionale in Liguria: è Alice Salvatore. Proprio l’aspirante governatrice sta lottando affinché non si riapra la piattaforma Rousseau sul caso.
Le motivazioni sono diverse. In primo luogo c’è il sostegno alla tesi di Di Maio, per la quale il movimento deve restare un terzo polo, una via politica diversa sia dal Partito Democratico, sia dal centrodestra di Lega e Fratelli d’Italia.
Poi sono chiamati in causa i regolamenti interni ai pentastellati, per i quali non ci si può alleare con altri partiti, solo con liste civiche. E ancora, chi dovrebbe essere chiamato ad esprimersi? La base regionale o nazionale?
La questione rischia di diventare molto spinosa e tutto passa ora in mano al reggente Crimi. Una vera patata bollente, se si considera che molti premono affinché l’assemblea sia ascoltata, visto che è legittima. Un fronte unito contro Toti, inoltre, è valutata come l’unica via per rilanciarsi.
In più, il quesito su Rousseau dovrebbe chiedere agli elettori pentastellati di aprire ad un tavolo con il Partito Democratico, o di costruire direttamente un’alleanza? Altro nodo non sciolto, ma ingombrante.
Le elezioni regionali in Liguria, duqnue, rischiano di peggiorare la situazione del Movimento 5 Stelle, portandolo a una crisi ancora più profonda e di consensi.
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