Rimborso 730 anche agli incapienti, ecco quando spetta

Patrizia Del Pidio

6 Luglio 2024 - 15:46

Anche chi non ha capienza fiscale può avere diritto al rimborso Irpef dal conguaglio del 730, ma sono in alcuni casi specifici. Vediamo quali sono.

Rimborso 730 anche agli incapienti, ecco quando spetta

Il momento più atteso della stagione dichiarativa, ogni anno, è quello che riguarda il rimborso fiscale, sia che si presenti il modello 730, sia che si utilizzi il modello Redditi. Una cosa che si è portati a pensare, quando si parla di rimborso del 730, è che questo non spetti agli incapienti: senza capienza fiscale, infatti, non si ha diritto alle detrazioni di imposta e, pertanto, non può esserci un rimborso fiscale. Siamo sicuri che sia proprio così?

Sicuramente l’incapiente non ha diritto a portare in detrazione nessuna spesa: non versando le imposte, infatti, non ha diritto a recuperare le imposte versate e non dovute per le detrazioni spettanti. Non si può, infatti, sottrarre una detrazione a una imposta che non si versa e per chi ricade nella no tax area (che vede le proprie imposte azzerarsi per le detrazioni da lavoro o da pensione spettanti) non vi è diritto a nessuno sconto.

Niente detrazioni in 730 per gli incapienti

Per chi guadagna fino a 8.500 le imposte sui redditi non sono dovute (perché azzerate dalle detrazioni per i redditi da lavoro o da pensione). Non versando le imposte, chi si trova in questa fascia di reddito non può portare in detrazione nessuna spesa per il motivo sopra descritto: non c’è una imposta da scontare.

Per questi soggetti, tra l’altro, non vi è l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi se a erogarli è un unico sostituto di imposta e non c’è neanche convenienza a presentare la dichiarazione per recuperare le detrazioni (non avendone diritto). Questo è vero e valido, però, solo se i redditi in questione derivano da pensione o da lavoro dipendente. Il discorso cambia per chi ha avuto compensi per i quali è stata effettuata ritenuta d’acconto.

Il 730 con ritenuta d’acconto va presentato, spetta il rimborso anche agli incapienti

Per chi nel 2023 ha lavorato con ritenuta d’acconto, pur non avendo superato la soglia degli 8.500 euro, la presentazione della dichiarazione dei redditi con 730 può essere molto conveniente.

Quando si riceve una retribuzione con ritenuta d’acconto, infatti, chi eroga il compenso opera su di esso una trattenuta del 20% per versare, appunto, la ritenuta d’acconto. In questo caso il committente che opera come sostituto di imposta non deve controllare la capienza fiscale del soggetto e opera la ritenuta anche se non è dovuta.

In sede di 730, però, se la ritenuta operata non era dovuta, si recupera interamente. Si pensi, ad esempio, a un soggetto che ha lavorato per un compenso totale, anche da diversi committenti, di 5.000 euro che ha ricevuto al netto, però, solo 4.000 euro essendo stati trattenuti gli ulteriori 1.000 euro per versare la ritenuta d’acconto del 20%. Se il contribuente non ha avuto altri redditi oltre questi, si trova nella no tax area e, quindi, non era tenuto al pagamento delle imposte. Presentando il modello 730 o il modello Reddito può recuperare quanto versato a titolo di ritenuta. Di fatto il contribuente riceverebbe, solo presentando la dichiarazione, un rimborso di 1.000 euro.

Proprio per questo motivo, quando si opera con ritenuta d’acconto vale sempre la pena presentare la dichiarazione dei redditi, anche se quanto guadagnato fa ricadere nella no tax area.

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