La platea di utenti che hanno diritto al rimborso da TIM per la fatturazione a 28 giorni si allarga, su decisione della Cassazione. Ecco le informazioni e come fare richiesta del rimborso.
L’Agcom ha vietato la fatturazione a 28 giorni da parte delle compagnie telefoniche già nel 2017, ritenendola una pratica scorretta, al limite dell’ingannevole e dannosa verso l’immagine delle società stesse. Per questo motivo, TIM ha dovuto rimborsare i clienti che hanno subito questa modalità fatturazione, limitandosi però alla restituzione di circa 19 milioni di euro, sufficienti al rimborso del solo 8% di clienti coinvolti.
Il motivo? Più di 5 milioni consumatori hanno esercitato il diritto di recesso, proprio a causa della bolletta di 4 settimane, non avendo quindi potuto ottenere alcuna restituzione. TIM deve rispettare la decisione dei giudici e infatti sta inviando ai propri clienti (spesso ex clienti) la comunicazione relativa al rimborso, con raccomandate o Pec.
Chi riceve comunicazioni da TIM in questi giorni può quindi sperare di ricevere buone notizie. Ecco come fare richiesta per il rimborso e cosa fare se non è arrivata ancora nessuna comunicazione.
Fatturazione 28 giorni, chi ha diritto al rimborso
La fatturazione a 28 giorni è illegittima secondo l’Agcom, che richiede invece l’applicazione del mese solare, così come ribadito dalla giurisprudenza. A giugno 2023 lo ha confermato anche la Corte di Giustizia dell’Unione europea, vietando definitivamente le offerte relative a periodi inferiori e soprattutto le tanto diffuse scadenze a 28 giorni, o quattro settimane che dir si voglia.
Lo ha confermato anche la Corte di Cassazione, che ha obbligato TIM a rispettare le regole dettate dall’Agcom, considerandole non lesive delle società di telefonia, ma anzi doverose verso consumatori che devono potersi fidare delle compagnie. Per questo motivo, i giudici hanno obbligato TIM a rimborsare anche i clienti che avevano esercitato il diritto di recesso.
Si tratta del 58% dei consumatori coinvolti (precisamente 5.425.978 clienti), che avendo esercitato il recesso non hanno potuto ottenere il rimborso, per una perdita complessiva di oltre 160 milioni di euro. Grazie alla sentenza, quindi, anche coloro che avevano una linea fissa con fatturazione a 28 giorni e hanno esercitato il recesso hanno diritto al rimborso.
Come fare richiesta del rimborso TIM
Fare richiesta per ottenere il rimborso da TIM per la fatturazione a 28 giorni è molto semplice. Per prima cosa è necessario tenere a portata di mano la raccomandata oppure la Pec con cui TIM ha comunicato il diritto al rimborso relativo alla linea fissa cessata. Il documento contiene infatti un codice unico, fondamentale per inoltrare la domanda.
La domanda di rimborso si svolge telematicamente, semplicemente cliccando su questo link e compilando i dati richiesti. In particolare, la prima pagina chiede appunto di inserire il codice unico e il numero della linea fissa per cui si chiede il rimborso. Ricordiamo che entrambi i codici si trovano sulla raccomandata o Pec di TIM.
Infine, bisognerà effettuare una selezione, dichiarando di essere stato intestatario della linea fissa cessata oppure erede di quest’ultimo. Si procede, infine, indicando le modalità di rimborso. È bene specificare che in caso di morosità, per esempio delle bollette telefoniche non pagate, l’importo relativo al rimborso sarà erogato in compensazione.
A seconda della posizione debitoria residua verso la società, quindi, ci si troverà in diverse situazioni. Con la possibilità di ottenere un accredito sul proprio conto o su un diverso contratto con TIM attivo, nel caso in cui non si abbiano morosità oppure il debito residuo sia inferiore rispetto al rimborso.
Al contrario, si avrà una diminuzione del debito per la sottrazione dell’importo a credito relativo al rimborso nel caso in cui il debito sia maggiore.
Come fare se non è arrivato nulla
Secondo le istruzioni rese note da TIM, i clienti che hanno diritto al rimborso stanno ricevendo la relativa comunicazione, in forma di raccomandata o, per chi possiede un indirizzo di posta elettronica certificata, Pec. Il documento contiene, infatti, il codice unico relativo alla pratica e indispensabile per il rimborso, così come il numero di linea fissa. Quest’ultimo, tuttavia, può essere trovato anche su una bolletta o sul contratto.
Chi non ha ricevuto nessuna comunicazione ma ritiene di avere diritto al rimborso dovrà presumibilmente pazientare un pochino, nell’attesa che la società smaltisca tutti i nominativi da contattare e, ancor prima, i relativi controlli. Si ricorda, oltretutto, che secondo la sentenza n. 4182/2024 della Corte di Cassazione TIM ha il dovere di contattare tutti i clienti che hanno diritto al rimborso.
È comunque possibile contattare direttamente TIM per chiedere informazioni più precise rispetto alla propria situazione, utilizzando i contatti dedicati all’assistenza clienti:
- app MyTim;
- area personale sul sito web ufficiale;
- chiamare il servizio clienti al numero 187 per la linea fissa.
Per una richiesta più formale è invece possibile inviare una raccomanda a/r all’indirizzo per la linea fissa, ovvero Casella Postale 111, 00054 Fiumicino, RM, oppure inviare una Pec a Telecomitalia@pec.telecomitalia.it.
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