Che fine hanno fatto i Ristori? Le novità in arrivo dal Mef

Laura Pellegrini

22 Febbraio 2021 - 11:07

Ma che fine hanno fatto i ristori? Il Governo Draghi accelera: l’obiettivo è elargire aiuti immediati e associati ai costi fissi sostenuti dalle imprese.

Che fine hanno fatto i Ristori? Le novità in arrivo dal Mef

I ristori annunciati dal Governo Conte non sono ancora arrivati, mentre le restrizioni causa coronavirus continuano a infliggere colpi troppo duri a tutti i commercianti e i lavoratori costretti a chiudere le proprie attività in seguito al cambio della colorazione della loro Regione.

Il neo ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha ereditato da Roberto Gualtieri diversi provvedimenti da gestire: dalle cartelle esattoriali alla questione dei bonus da inserire nel Ristori 5, atteso ormai da alcuni mesi.

Mentre si cerca di accelerare i lavori per licenziare il Decreto Ristori 5, i lavoratori attendono sussidi e rimborsi che possano mitigare gli effetti delle nuove chiusure, soprattutto legate al turismo invernale.

Ristori e aiuti ai lavoratori: le novità dal Mef

Un decreto che vale 32 miliardi di euro ancora in stallo da diversi mesi: le Regioni hanno chiesto al Governo di licenziare nel più breve tempo possibile il Decreto Ristori 5 che introduce nuovi aiuti per i settori colpiti dalla crisi pandemica. Il neo ministro Daniele Franco potrebbe portare il testo nel Consiglio dei Ministri di questa settimana.

Mario Draghi, d’altronde, ha messo al centro la questione degli indennizzi legati alla chiusura delle attività economiche e sin dal primo momento ha voluto inserire nella cabina di regia anche alcuni ministri economici per poter valutare l’impatto delle chiusure a livello appunto economico.

I governatori delle Regioni hanno approvato questo cambio di passo, ma hanno voluto premere sull’introduzione degli indennizzi e sulla salvaguardia delle responsabilità, “garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento”.

Ristori: verso nuovi aiuti per turismo, fiere e congressi?

Nel caso in cui si volessero inserire nuovi aiuti e ristori nel testo già redatto dal precedente Governo, gli ostacoli non sarebbe pochi. Nel Consiglio dei Ministri previsto per questa settimana potrebbe essere avviata la discussione del modello francese per il turismo e tedesco per le fiere e i congressi che puntano a elargire aiuti parametrati ai costi fissi sostenuti dalle imprese.

Nel nostro caso, però, i costi fissi andrebbero “svuotati” dai bonus già erogati nei mesi precedenti: per esempio, la cassa integrazione causa Covid o il bonus affitti per le attività commerciali. Andando a calcolare le perdite, perciò, potrebbero essere elargiti aiuti troppo cospicui per pochi o, al contrario, troppo ridotti per molti.

La discussione Governo-Regioni

Mario Draghi ha convocato al Conferenza delle Regioni per discutere non soltanto del nuovo DPCM (o Dl) che potrebbe arrivare già dalla prossima settimana, ma anche per valutare la necessità di prorogare il divieto di spostamento tra le Regioni e l’erogazione di aiuti e ristori per le attività colpite dalla crisi economica.

I governatori ritengono necessario “garantire sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale”. Per evitare ritardi o mancate chiusure che puntino a evitare l’erogazione dei rimborsi, i Presidenti delle Regioni hanno chiesto un chiarimentosulle competenze statali e regionali al fine di allinearne la tempistica e la relativa efficacia ”.

Il Governo, quindi, ha stabilito che i provvedimenti di apertura e chiusura delle attività verranno stabiliti e comunicati almeno una settimana prima dell’entrata in vigore, dopo essere stati opportunamente discussi e approvati da Regioni e Parlamento e dovranno essere associati a opportuni aiuti economici a sostegno dei settori colpiti dalle chiusure.

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