Fico, perché con il mandato esplorativo la fine di Conte è più vicina

Mario D’Angelo

29/01/2021

Il presidente della Camera Roberto Fico ha ricevuto da Sergio Mattarella il mandato esplorativo per verificare la prospettiva di una nuova maggioranza con le stesse forze politiche che hanno sostenuto il precedente Governo. Perché la fine di Conte come PdC è sempre più vicina.

Fico, perché con il mandato esplorativo la fine di Conte è più vicina

Alla fine della seconda giornata di consultazioni con i gruppi parlamentari, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deciso di conferire un mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico. Cosa significa questo per Conte?

Nella storia della Repubblica italiana sono solo una decina i mandati di questo tipo, conferiti dal Quirinale a uno dei presidenti di Camera e Senato. E solo pochi di questi hanno portato a un nuovo governo evitando il passaggio dalle urne. Soltanto una volta, per la precisione nel 1986, a Palazzo Chigi non vi fu un cambio di inquilino (all’epoca del Craxi-bis).

Molti osservatori ritengono che martedì 2 febbraio, data in cui termina il mandato esplorativo, Fico tornerà da Mattarella a mani vuote. Pertanto, le aspettative non sono delle più rosee per Giuseppe Conte.

Mandato esplorativo a Fico: cosa significa per Conte

Il mandato esplorativo è una prassi affidata dal Presidente della Repubblica alla seconda o alla terza carica dello Stato. Lo scopo, illustrato dallo stesso Mattarella, è quello di verificare la possibilità di costituire una nuova maggioranza partendo dagli stessi gruppi parlamentari che hanno sostenuto il precedente Governo.

Questa è la principale differenza fra il mandato esplorativo e le consultazioni al Quirinale: dal primo saranno escluse le forze dell’opposizione.

Se Fico riuscirà a trovare la quadra sul presidente del Consiglio dimissionario, allora si andrà avanti con il Conte-ter. In caso contrario, si apriranno due strade: governo istituzionale o elezioni anticipate.

Tutti i partiti della maggioranza sembrano convergere almeno su un punto: fra risorse del Recovery Plan da gestire, presidenza italiana del G20 e, non ultima, l’emergenza Covid, nessuno ritiene opportuno andare a votare.

Crisi di Governo, cosa succede se Fico fallisce

Se non si riuscirà a convincere Renzi ad accettare Conte (e vanificare l’intera crisi di governo), perciò, si potrebbe dover virare verso un governo istituzionale (ma non tecnico), che farebbe a meno dell’avvocato del popolo. A quel punto, però, bisognerebbe ridimensionare il ruolo di Italia Viva allargando la maggioranza.

Sin dalla chiusura del giro di consultazioni, il PD ha cominciato neanche troppo velatamente a fare avances alle altre “forze europeiste” del Parlamento: ovvero Forza Italia.

Sosteniamo con fiducia e lealtà lo sforzo che il Presidente della Repubblica sta compiendo e le iniziative assunte per risolvere questa crisi che si conferma, così come avevamo paventato, grave e ingiustificata”, ha fatto sapere in una nota il Partito Democratico.

Ribadiamo la disponibilità a sostenere a un governo guidato da Giuseppe Conte, con solida base politica e numerica, fondata sulla convergenza delle forze europeiste presenti in Parlamento, dando così vita ad una maggioranza più coesa e rafforzata”, si legge nel comunicato.

Una posizione ribadita punto per punto dalla deputata PD Beatrice Lorenzin (che fra l’altro ha iniziato la sua carriera politica con Berlusconi): “Il perimetro è quello di questa maggioranza, eventualmente allargato alle forze europee che converge, penso e spero, sull’unico punto di equilibrio che è ancora Conte”.

Ma se Fico fallirà nel tentativo di far radunare le forze politiche intorno a Conte, anche quell’ultimo punto di equilibrio potrebbe mancare.

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