Sai cos’è l’oro blu e quali sono i Paesi che ne hanno di più?

Giorgia Bonamoneta

27 Luglio 2024 - 19:21

L’oro blu è un minerale cruciale per la transizione energetica. I Paesi dove è più presente si preparano a giocare un ruolo chiave nel panorama globale. Ecco cosa sappiamo.

Sai cos’è l’oro blu e quali sono i Paesi che ne hanno di più?

Il cobalto, chiamato anche “oro blu”, è un elemento chiave per la transizione energetica globale. Il Cile, con le sue abbondanti riserve, ha il potenziale per diventare un leader mondiale nella produzione di questo metallo.

Attraverso tecnologie innovative e sostenibili, il Paese può non solo soddisfare la crescente domanda di cobalto, ma anche contribuire a un futuro energetico più pulito e sostenibile.

La combinazione di innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale ed efficienza economica potrebbe trasformare il Cile in un centro di eccellenza per la produzione di cobalto, favorendo una crescita economica sostenibile e un progresso tecnologico globale.

Oro blu, il minerale che rende protagonista il Cile del futuro tecnologico

L’oro blu, nome comune con il quale si identifica il cobalto, è un minerale di crescente importanza nel panorama economico globale. Si tratta di un elemento chimico, con il simbolo “Co” e numero atomico “27” e possiede proprietà uniche che lo rendono essenziale per numerose applicazioni industriali e tecnologiche. Non solo la domanda di litio è in crescita, ma anche quella di cobalto, spinta dalla necessità di materiali per la transizione energetica e l’elettromobilità.

Il Cile, già noto per le sue vaste riserve di litio, sta emergendo come un potenziale leader nella produzione di cobalto. Secondo uno studio condotto da Brian Townley del Centro avanzato di Tecnologia mineraria dell’Università del Cile (AMTC-UCile), il Paese ha il potenziale per produrre fino a 15.000 tonnellate di cobalto all’anno dai suoi residui minerari.

Il cobalto è un sottoprodotto dell’estrazione del rame e del nichel, presente nei residui minerari spesso trascurati. L’innovazione tecnologica in Cile permette di recuperare il metallo in modo più pulito e sostenibile. La capacità del Cile di produrre cobalto in grandi quantità potrebbe quindi trasformare il Paese in un hub essenziale per le industrie tecnologiche e automobilistiche globali.

Come si usa il cobalto?

Il cobalto è essenziale per la fabbricazione delle batterie agli ioni di litio, utilizzate nei veicoli elettrici. Le batterie usano il cobalto per la sua capacità di prolungarne la vita utile, ridurre le dimensioni e prevenire il surriscaldamento. Le batterie al cobalto hanno una densità energetica superiore, che le rende indispensabili per i veicoli elettrici, contribuendo a migliorare l’autonomia e l’efficienza.

Oltre alle batterie, il cobalto è fondamentale nella produzione di macchinari industriali grazie alla sua resistenza all’usura, alla corrosione e alle alte temperature. Le leghe di cobalto sono utilizzate in applicazioni aerospaziali, turbine a gas e impianti di energia nucleare per la loro durabilità in condizioni estreme.

Un altro uso significativo del cobalto è nella radioterapia, dove l’isotopo radioattivo cobalto-60 è impiegato per trattare alcuni tipi di cancro. Questo isotopo emette radiazioni gamma, utilizzate per irradiare tumori in profondità nel corpo. La sua affidabilità e precisione lo rendono uno strumento prezioso in medicina.

Dove si trovano le riserve di cobalto: la mappa globale

Attualmente, la Repubblica Democratica del Congo (RDC) detiene le maggiori riserve di cobalto al mondo e domina la produzione globale. Secondo il Cobalt Development Institute (CDI), la RDC produce circa il 70% del cobalto mondiale.

Le riserve cilene offrono un’alternativa sostenibile, con un minore impatto ambientale e costi di produzione ridotti. L’estrazione del cobalto in Cile può avvenire in modo più pulito grazie a tecnologie innovative che utilizzano batteri per rimuovere la pirite, riducendo così la produzione di acido solforico che potrebbe contaminare le falde acquifere.

Come funziona l’estrazione in Cile?

Il progetto biominerario cileno non solo mira a recuperare cobalto dai residui minerari, ma anche a creare un’economia circolare. Eliminando la pirite dai rifiuti di estrazione del rame, il progetto contribuisce a ridurre l’impatto ambientale e a valorizzare i rifiuti, migliorando l’efficienza del recupero e riducendo i costi energetici ed emissioni di gas serra. I batteri utilizzati nel processo di biolisciviazione rimuovono la pirite, un minerale che può generare acido solforico se esposto a acqua e aria, prevenendo potenziali disastri ambientali.

In Cile ci sono attualmente 764 depositi di sterili, quelli con la più alta concentrazione di cobalto e che hanno il maggior potenziale per il progetto biominerario si trovano nelle regioni di Atacama e Coquimbo, che corrispondono a depositi di tipo IOCG (ferro-rame-oro ossidi). Oltre al cobalto che si può ottenere da questi giacimenti, il Paese potrebbe raggiungere una produzione totale di 25.000 tonnellate all’anno se si includesse lo sfruttamento primario dei giacimenti di rame e cobalto di quelle regioni.

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