Giornata nera per Saipem, in scia al crollo del petrolio. Nonostante il target price rivisto al rialzo (con upside del 57%), la situazione grafica è precaria. Ecco tutti i dettagli.
Saipem, comprare o vendere dopo il crollo? Ecco perché non è tutta colpa del petrolio. Nella seduta di oggi le azioni hanno registrato un calo del 5,70% a Piazza Affari, aggiudicandosi la maglia nera del Ftse Mib. Sebbene il calo sia in parte legato alla debolezza dei prezzi del petrolio, non è l’unico fattore in gioco. Le recenti indiscrezioni su un aumento della produzione da parte dell’Arabia Saudita e la ripresa della produzione in Libia hanno spinto al ribasso le quotazioni del greggio, influenzando negativamente tutto il settore energetico.
Per Saipem, tuttavia, le prospettive a lungo termine rimangono positive, grazie ai successi nel settore offshore. L’azienda ha ottenuto ordini per un valore di 7 miliardi di dollari in poche settimane, consolidando la sua posizione nel mercato.
Questo ha spinto Kepler Cheuvreux a rivedere al rialzo il target price di Saipem, da 2,50 a 3 euro, riflettendo un upside potenziale del 57%.
Attenzione però a un segnale tecnico ribassista che potrebbe trascinare al ribasso i prezzi nel breve termine.
Le sfide nel breve termine, come i progetti in Mozambico e Thailandia, non offuscano le potenzialità del segmento offshore Engineering and Construction (E&C). Le previsioni indicano una crescita robusta degli ordini fino al 2027, con effetti positivi sui dati finanziari.
Per gli investitori, dunque, la decisione di comprare, vendere o mantenere il titolo in portafoglio dipende dall’orizzonte temporale: nel breve periodo l’instabilità del petrolio potrebbe generare volatilità, ma nel lungo termine le solide basi commerciali di Saipem potrebbero offrire interessanti opportunità di crescita.
Saipem: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
Con il ribasso di giovedì 26 settembre, Saipem ha dimostrato di non essere in grado di avere la meglio sulla resistenza a 2,10 euro circa. Molto alto, ora, il rischio di assistere ad una estensione del ribasso in direzione di 1,55, target del doppio massimo disegnato dai prezzi tra aprile e luglio, da 2,47 euro, completato con la violazione dei minimi di giugno a 2 euro. Solo la tenuta di quest’ultimo riferimento potrebbe scongiurare la discesa.
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Per operare long su Saipem potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HD8QZ80. Il certificato ha come sottostante Saipem e presenta una barriera distante attualmente il 11,27%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HD8QZ80, avente una barriera distante il 14,52% come sottostante Saipem.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
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