La sanatoria voluta dalla ministra Bellanova non era la manovra di cui l’Italia aveva bisogno per salvare l’agricoltura secondo Nicola Porro, che propone un approccio diverso.
Il tanto atteso decreto rilancio finalmente è diventato realtà. Il premier Conte ha annunciato in una conferenza stampa a sorpresa quali saranno le prossime manovre economiche che supporteranno i cittadini nelle settimane che seguiranno. Come prevedibile, le soluzioni adottate dal Governo non hanno convinto tutti e in modo particolare ha fatto discutere la sanatoria tanto voluta dal ministro Bellanova.
Nel corso delle ultime ore su tutti i quotidiani sono rimbalzate le immagini del ministro che si è commossa durante la conferenza stampa, riuscendo finalmente a rendere “meno invisibili gli invisibili”.
La sanatoria che il ministro dell’Agricoltura ha fatto approvare non ha convinto Nicola Porro che nel corso di una rassegna stampa in diretta su Facebook ha elogiato Bellanova sostenendo che “è un ministro dell’Agricoltura tosto che secondo me vuole bene all’Agricoltura” ma “su questa cosa delle regolarizzazioni ha sbagliato, in un momento di depressione economica come questo”.
“La sanatoria di Bellanova è inutile”
Nicola Porro non si dice soddisfatto da questa manovra, soprattutto in un momento delicato come questo e dopo che sia Bellanova che il ministro del Sud Provenzano hanno tacciato coloro che si ritenevano contrari alla sanatoria di essere dei “destri beceri”.
Il giornalista riporta le testimonianze di Prandini, l’amministratore delegato di Coldiretti, e di Giansanti, il capo di Confagricoltura, appartenenti a due fazioni politiche opposte, i quali sostengono che “grazie a questa sanatoria entreranno solamente 1000 o 1500 braccianti”, risultando essere completamente inutile per l’agricoltura. Anche il Sole 24 Ore riporta che “l’agricoltura non aspetta i tempi della burocrazia”, e quando queste manovre saranno attuate, continua Porro, nei campi “sarà tutto marcito”.
Le soluzioni per la ripresa dell’agricoltura
In questo momento, caratterizzato dall’emergenza, all’Italia servivano delle strategie da attuare in tempi molto stretti, spiega Porro. Sarebbe stato preferibile e più efficace fare “quello che hanno fatto i tedeschi e i francesi”, ossia “i corridoi verdi”.
Questo politiche prevedono di far arrivare in tempi molto più ristretti e in completa sicurezza nel nostro territorio dei braccianti “rumeni e polacchi che già da anni conoscono le nostre terre” e sono pronti a essere impiegati nei campi da subito senza bisogno di formazione, evitando che interi raccolti vadano in rovina.
Un’ulteriore soluzione per il giornalista sarebbe stata quella di riattivare i voucher “in modo da poter pagare le persone con semplicità, non questa manovra che dovrà attendere luglio o agosto prima che venga attuata. Lo dicono gli agricoltori, che queste cose le conoscono”, dal momento che “stanno un po’ più nei campi e meno a Palazzo Chigi”.
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