Rispetto alla pazza estate del 2023 il campionato arabo ha cambiato strategia nelle sue operazioni di calciomercato.
Ne avevamo parlato già lo scorso marzo e i mesi estivi del calciomercato hanno solo confermato quello che già si sussurrava e raccontava negli scorsi mesi. Il calciomercato 2024 della Saudi Pro League sarà ricordato, ma non per gli stessi motivi che hanno inciso nella memoria di molti le operazioni del calcio saudita dell’estate 2023. Se lo scorso anno la strategia delle squadre arabe era stata molto aggressiva su cartellini e ingaggi dei giocatori, la sessione che si è conclusa lo scorso 2 settembre ha presentato a conti fatti uno scenario profondamente mutato.
I segnali, però, come dicevamo, erano affiorati già in primavera e raccontati da Bloomberg che spiegava come le indicazioni della famiglia reale avessero come obiettivo chiaro quello di ridurre le perdite in modo da costruire un calciomercato interno più sostenibile. I numeri con cui si è chiusa la campagna acquisti delle squadre del campionato arabo sono lì a dimostrare che sì l’approccio è stato diverso rispetto a quanto avvenuto nel 2023. Con inevitabili ricadute anche a livello europeo, con molte squadre che si sono ritrovate «prive» delle risorse provenienti dall’Arabia Saudita, magari in seguito a una cessione a peso d’oro, per avviare con più convinzione trattative in entrata. Un domino che si è interrotto quasi subito perché, semplicemente, la Saudi Pro League non ha fatto cadere la prima tessera.
Rispetto al 2023 le spese per il calciomercato sono dimezzate
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