Quattro chiacchiere con Gloria Chiocci per parlare del mondo dell’Ux Design senza filtri.
In questa intervista con Gloria Chiocci abbiamo discusso del mondo dell’Ux Design. Gloria a soli 21 anni ha vinto nel 2013 il premio Creativity Camp per la migliore idea imprenditoriale giovanile, grazie a quella borsa di studio è volata in Canada, dove ha iniziato a studiare le innovazioni e le metodologie per una didattica inclusiva e tecnologica.
Nello stesso anno, ha ricevuto poi la nomina di Ambasciatrice di innovazione sociale under 30 da ItaliaCamp e dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. Nel 2015 ha fondato UXforKids, un progetto che ha l’obiettivo di trasmettere ai più piccoli le basi e le metodologie dell’Ux Design e dell’architettura dell’informazione, attraverso workshop e co-progettazioni creative con un focus sull’accessibilità e usabilità.
Il progetto ha anche lo scopo di sensibilizzare sul tema della dislessia e dell’apprendimento creativo nelle scuole. Negli istituti e nelle università, ma anche a eventi come Expo 2015, Gloria ha portato UXforKids coinvolgendo più di mille bambini. In questa intervista, Gloria si racconta senza filtri e ci porta alla scoperta del mondo dell’Ux design.
In cosa consiste il tuo lavoro?
«Sono una user experience designer, è una nuova professione digitale. Mi occupo delle interazioni uomo-macchina. Il mio è un lavoro molto affascinante, per farlo occorrono tanti tipi di competenze diverse. Quei famosi bottoni che troviamo nelle app, sono studiati e prodotti da chi fa il mio lavoro».
Cosa ti ha spinta a interessarti a questo settore?
«Nel 2011 il mondo dell’User Experience Design non esisteva ancora in Italia. Ho iniziato ad approcciarmi a questa realtà vedendo quello che succedeva in America. Poi ho avuto la fortuna di conoscere un professore che si occupava di questo e così ho cominciato il mio percorso».
Come si migliora l’esperienza uomo-macchina?
«Non esiste una formula magica. Quello che è fondamentale è testare ogni tipo di prodotto. Il contesto d’uso è essenziale, per far sì che il prodotto funzioni, bisogna studiare i contesti e vedere se funziona. L’utente non deve andare a cercare il libretto delle istruzioni, deve capire da subito come funziona il prodotto».
Tu hai fondato una realtà per aiutare i bambini a imparare lo Ux Design, “UXforkids”, ci spieghi che cos’è?
«Voglio far capire che lo Ux Design è per tutti, per questo con UXforkids cerchiamo di trasmettere le basi metodologiche dello Ux Design ai bambini».
Ti aspettavi tutto questo interesse improvviso verso lo Ux Design?
«Non proprio. C’è ancora un po’ di confusione su quello che è lo Ux Design. Ma la cosa mi ha fatto molto piacere, è dal 2015 che tratto questi temi, ora che finalmente questa realtà è conosciuta, si potrà lavorare su più fronti».
Che consiglio daresti a una persona giovane che vorrebbe intraprendere un percorso nel tuo stesso settore?
«È un lavoro molto stimolante. Serve tanta costanza, consiglio questo lavoro solo a chi ha voglia di mettersi in gioco. È stancante, perché bisogna sempre restare aggiornati, ma fa parte del mestiere. Bisogna continuare a imparare e rimanere aperti verso la contaminazione».
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