Scuola, nessun passo indietro del governo: ma riapriranno davvero il 10 gennaio?

Stefano Rizzuti

07/01/2022

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, respinge l’appello di presidi e medici: la scuola riaprirà il 10 gennaio. Ma la Campania ha già deciso di rinviare il rientro in classe. E gli altri?

Scuola, nessun passo indietro del governo: ma riapriranno davvero il 10 gennaio?

Nessun ripensamento, il governo non ha dubbi: le scuole riapriranno il 10 gennaio. E le lezioni saranno in presenza, senza didattica a distanza. Lo ribadisce anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, rispondendo all’appello dei circa 2mila presidi che chiedevano un rinvio del ritorno in classe.

Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza”, ribadisce Bianchi. A cui fa eco anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che garantisce che il rientro in classe avverrà in sicurezza e si può ripartire nonostante le inevitabili chiusure locali per quarantene e la dad.

Non tutti, però, si accodano alla decisione del governo. In Campania il rientro in classe è rinviato, come annunciato dal presidente Vincenzo De Luca. E gli appelli dei presidi e ora anche dell’Ordine dei medici potrebbero essere ascoltati quantomeno da qualche dirigente o da sindaci e presidenti di Regione che potrebbero rimandare il ritorno a scuola.

La richiesta di posticipare il rientro a scuola

Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, rivolge un appello al governo chiedendo di poter posticipare la riapertura delle scuole, recuperando i giorni persi a giugno: “Credo che posticipare l’apertura delle scuole di 15 giorni e magari allungare di due settimane la frequenza in presenza a giugno possa essere una decisione di buonsenso”.

Richiesta simile a quella espressa dai presidi che al governo chiedono di ricorrere a due settimane di didattica a distanza, da qui alla fine di gennaio, considerando che sono circa 320mila gli studenti attualmente positivi.

Numeri altissimi, mai visti prima”, è l’allarme lanciato dai dirigenti scolastici. Che sottolineano anche un altro problema, quello delle sostituzioni dei docenti assenti tra positivi, quarantene e personale non in regola con l’obbligo vaccinale.

In Campania De Luca chiude le scuole

In Campania il presidente Vincenzo De Luca ha annunciato in diretta su Facebook che nella sua Regione le scuole elementari e medie non riapriranno il 10 gennaio: “Non ci sono le condizioni minime di sicurezza, è irresponsabile”.

De Luca annuncia una proroga fino a fine gennaio e chiede alle famiglie, in questo periodo, di approfittare della chiusura per far vaccinare soprattutto i più piccoli, i bambini dai 5 agli 11 anni. Secondo gli ultimi decreti, comunque, le Regioni non possono stabilire autonomamente di tenere chiuse le scuole se non per rare e motivate eccezioni.

Probabilmente, quindi, questa decisione potrebbe essere impugnata dall’esecutivo. Al contrario resta la possibilità per i presidi di chiudere le scuole, sempre in caso di eventi eccezionali, come potrebbe però essere quello di tante classi in quarantena o con un numero molto elevato di positivi.

E le altre Regioni riapriranno le scuole?

Per il momento le altre Regioni, pur esprimendo in alcuni casi dubbi sulla riapertura delle scuole, sembrano non rinviare il ritorno in classe il 10 gennaio. Luca Zaia, presidente del Veneto, parla di caos e di testing insostenibile, ma assicura che si tornerà in aula il 10 gennaio non essendo arrivata una pronuncia diversa da parte di Cts e governo.

Inoltre, sottolinea Zaia, tra quarantene e mancanza di docenti il 10 gennaio molte scuole resteranno comunque chiuse o in dad. Perplessità vengono espresse anche dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che aveva chiesto un’ulteriore settimana di chiusura per elementari e medie. Ma “adesso mi sto adoperando per seguire la scelta del governo”, assicura.

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