Shock energetico in arrivo con 3 milioni di barili di petrolio in meno al giorno

Violetta Silvestri

12/09/2023

Il prezzo del petrolio può schizzare ancora visto che nel terzo trimestre potrebbero mancare 3 milioni di barili di greggio al giorno. Cosa sta per accadere e quanto contano Opec e Arabia saudita.

Shock energetico in arrivo con 3 milioni di barili di petrolio in meno al giorno

Prezzo del petrolio sempre più alto? Probabile, visto che mancheranno 3 milioni di barili al giorno di offerta di oro nero nei prossimi mesi.

La stima è dell’Opec, che in un suo report ha mostrato perché la contrazione dell’offerta del Regno saudita, in un periodo di domanda record, ha fatto salire i prezzi del petrolio oltre i 90 dollari al barile a Londra.

Riyadh ha annunciato la scorsa settimana che estenderà un’ulteriore riduzione della produzione di 1 milione di barili al giorno fino alla fine dell’anno, anche se i mercati sono già in fase di contrazione.

Cosa significa avere un deficit da 3 milioni di barili di greggio al giorno e dove può arrivare la politica dell’Arabia Saudita sulla gestione del petrolio.

Petrolio: mancheranno 3 milioni di greggio al giorno

I mercati petroliferi globali si troveranno ad affrontare un deficit di offerta di oltre 3 milioni di barili al giorno nel prossimo trimestre – potenzialmente il deficit più grande in più di un decennio – mentre l’Arabia Saudita estende i suoi tagli alla produzione.

Le previsioni pubblicate in un rapporto Opec mostrano che le scorte mondiali di greggio, dopo essersi esaurite drasticamente in questo trimestre, sono destinate a un calo ancora più marcato di circa 3,3 milioni di barili al giorno nei prossimi tre mesi.

Il tutto è riconducibile alla strategia aggressiva dell’Arabia Saudita, che aiutata dalle riduzioni delle esportazioni da parte della Russia, minaccia di portare rinnovate pressioni inflazionistiche in una fragile economia globale. I prezzi del diesel sono aumentati in Europa, mentre le compagnie aeree americane avvertono i passeggeri di prepararsi all’aumento dei costi.

La questione potrebbe essere rischiosa anche per il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che si prepara alla campagna di rielezione del prossimo anno con i prezzi nazionali della benzina vicini alla soglia sensibile di 4 dollari al gallone.

Mentre i funzionari dell’Opec affermano regolarmente che il loro obiettivo è mantenere in equilibrio i mercati petroliferi mondiali, le ultime proiezioni suggeriscono che sono intenzionati a ridurre rapidamente le disponibilità di oro nero.

Le scorte di greggio nelle economie sviluppate sono già circa 114 milioni di barili al di sotto della loro media per il periodo 2015-2019.

Il rapporto ha sostanzialmente mantenuto invariate le stime per la domanda e l’offerta globale quest’anno e il prossimo. L’Opec e i suoi alleati si incontreranno il 26 novembre per rivedere la politica di produzione per il prossimo anno.

Se l’organizzazione manterrà invariata la produzione, il divario tra domanda e offerta quasi raddoppierà negli ultimi tre mesi dell’anno. Il cartello stima che sarà necessario fornire 30,7 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre per soddisfare i consumi, a fronte dei 27,4 milioni di barili al giorno forniti in questo trimestre.

In tale scenario di squilibrio, il prezzo del petrolio è destinato a salire.

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