Cosa accade se non leggo una Pec? La posta elettronica certificata è una modalità di invio di documenti analoga alla raccomandata e garantisce la conferma di ricezione. Ignorarla non è una buona idea.
La Posta elettronica certificata (Pec) è un sistema di posta che utilizza i protocolli standard della posta elettronica tradizionale nel quale al mittente viene fornita, in formato digitale, la prova legale dell’invio e della consegna di documenti attraverso mezzi informatici.
La Pec è nata per sostituire la comune Raccomandata postale con ricevuta di ritorno o raccomandata A/R. Nel momento in cui l’utente invia il messaggio, riceve, da parte del proprio Gestore di posta elettronica certificata, una notifica di accettazione con relativa attestazione temporale (data e ora).
Tale ricevuta costituisce prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio. Allo stesso modo, quando il messaggio perviene nella casella del destinatario, il suo gestore di posta elettronica certificata invia al mittente la ricevuta di avvenuta o mancata consegna, con l’indicazione della data e dell’ora, a prescindere dalla visualizzazione del messaggio da parte del destinatario.
Questo tipo di posta ha lo stesso valore legale della tradizionale raccomandata con avviso di ricevuta garantendo, quindi, l’opponibilità a terzi dell’avvenuta consegna (valore legale sancito con il DPR n.68 dell’11 febbraio 2005). E ricordiamo non ci sono limiti alla possibilità di utilizzo: può essere usata per inviare semplici diffide, contestazioni o disdette di contratti. Ma anche richieste di pagamento Equitalia o notifiche dal Tribunale.
Pertanto, qualora decidessimo di ignorare una notifica Pec, cosa accadrebbe? Approfondiamo di seguito tutti gli aspetti possibili nell’eventualità in cui, per distrazione o in maniera intenzionale, decidessimo di non «aprire» la nostra posta certificata.
Per chi è obbligatorio avere un indirizzo Pec
La Legge 221/2012 ha reso obbligatoria la Pec per una serie di categorie a partire dal primo ottobre 2020. Da questa data le imprese e professionisti hanno dovuto dotarsi di un indirizzo Pec e comunicarlo al registro imprese. In questo modo, chiunque può conoscere l’indirizzo certificato di un’impresa e utilizzarlo per le comunicazioni.
La Pec è stata resa obbligatoria per chi ha una ditta individuale, per chi è un professionista iscritto a uno degli albi regolamentati, per chi è imprenditore e ha una società anche unipersonale.
Anche i privati cittadini possono richiedere un indirizzo di posta certificata ma non sono obbligati dalla normativa a farlo. Per loro rimarrà valida la normale posta raccomandata. Quest’ultima però, potrebbe non garantire un servizio sempre puntuale e preciso.
leggi anche
Cos’è la PEC, a cosa serve e come funziona
Differenza tra raccomandata con ricevuta di ritorno e servizio Pec
Il servizio Pec consente di effettuare l’invio di documenti informatici avendo la garanzia di “certificazione” dell’invio e dell’avvenuta o mancata consegna. Dal punto di vista legale, non ci sono differenze con una raccomandata A/R. Ma ci sono dei vantaggi di carattere economico, di tempo e praticità del servizio.
In particolare, nell’utilizzo della Posta elettronica si riscontra:
- semplicità ed economicità di trasmissione, inoltro e riproduzione;
- semplicità ed economicità di archiviazione e ricerca;
- facilità di invio multiplo, cioè a più destinatari contemporaneamente, con costi estremamente più bassi rispetto a quelli dei mezzi tradizionali;
- velocità della comunicazione e inoltre non è necessaria la presenza del destinatario per completare la consegna;
- possibilità di consultazione e uso anche da postazioni diverse da quella del proprio ufficio o abitazione: basta un qualsiasi Pc connesso a Internet e un normale browser web;
- presenza nella ricevuta di avvenuta consegna, diversamente dalla raccomandata, anche dei contenuti del messaggio originale.
È possibile rifiutare o ignorare una Pec?
Chiariamo fin da subito che la notifica, cioè la comunicazione arrivata con email all’indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario, si considera completa, perfettamente valida e conosciuta dal suo destinatario. Quindi la consegna della posta si ritiene avvenuta e il destinatario messo nelle condizioni di conoscerne il contenuto.
Sicché è presto detto che, se la Pec viene spedita e ricevuta in modo automatico, senza che sia necessaria alcuna interazione del destinatario, proprio come avviene con l’email tradizionale o con una raccomandata che ci viene consegnata alla porta, il destinatario ne prende atto appena ricevuta. Quindi, è ovvio che non è possibile rifiutare una Pec e ignorarla non è mai giustificato.
Anche se in buona fede, non è possibile per la legge neanche lamentare la mancata apertura della propria casella. Il nostro ordinamento non si limita a stabilire un obbligo di attivare un account di posta elettronica certificata, ma anche di aprirlo periodicamente, anche una volta al giorno affinché si possa controllare e leggere le email, gestire il proprio indirizzo Pec con diligenza in modo da scaricare i messaggi e liberare lo spazio. E ancora, nemmeno adducendo scuse tecniche, come l’erronea archiviazione nello spam o lo spazio di archiviazione esaurito si può essere esonerati dall’avvenuta notifica.
Pertanto facciamo attenzione: multe, ingiunzioni e atti giudiziari saranno comunque validi e produrranno i loro effetti dalla data del loro invio.
Spazio di archiviazione esaurito: non è una buona giustificazione
In molti sono convinti che avere la casella Pec piena li svincoli dalla responsabilità di non aver ricevuto un messaggio; invece è bene sottolineare che la situazione è ben diversa e merita una certa attenzione da parte del titolare della casella Pec.
La notifica si considera come effettuata regolarmente anche se l’email torna al mittente in quanto la casella del destinatario è piena per insufficienza di spazio.
Il titolare dell’indirizzo Pec è sempre responsabile della gestione dell’account e, quindi, deve prestare accortezza affinché ciò non avvenga. Se non si riceve un messaggio certificato perché la casella è piena, l’omessa notifica non è mai giustificata.
Quando la casella è piena, e quindi non c’è più spazio nella stessa, i messaggi in arrivo vengono rifiutati e persi. In questo caso è consigliabile eseguire un upgrade dello spazio della casella di posta oppure si deve necessariamente liberare spazio scaricando e mettendo in conservazione a norma i messaggi presenti prima di procedere alla cancellazione dei messaggi presenti all’interno del server certificato.
Anche la Corte di Cassazione, con sentenza n. 7029/2018, si è espressa in maniera esplicita e dettagliata proprio sul tema della validità delle notifiche nel caso in cui il titolare abbia la casella di posta certificata piena.
Gli Ermellini hanno infatti stabilito, che la consegna di un messaggio di posta certificata è comunque intesa come regolarmente consegnata, anche se il messaggio non è stato effettivamente ricevuto dall’indirizzo di posta certificata del destinatario a causa della mancanza di spazio imputando il problema alla negligenza del titolare della casella di posta certificata stessa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA