Sondaggi politici elettorali: secondo Tecné il ritorno alle urne non è una soluzione per uscire dallo stallo attuale. Nessuno schieramento politico, infatti, otterrebbe la maggioranza.
Sondaggi politici elettorali: se si tornasse a votare cosa succederebbe?
A quasi due mesi dal voto del 4 marzo l’Italia non ha ancora un Governo.
Troppo frammentato il Parlamento e troppo distanti gli schieramenti politici che faticano a trovare un’intesa; al momento l’accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico è il più probabile per la formazione di un Governo, ma molto dipenderà dalla decisione di Renzi e dei suoi fedelissimi.
Qualora Renzi dovesse opporsi ad un dialogo con il M5S le strade da percorrere potrebbero essere due: o si riaprono le trattative con la Lega (difficile) oppure si torna a votare, con settembre 2018 come data più probabile per le nuove elezioni.
Salvini a più riprese ha dichiarato che o si fa un Governo di tutto il Centrodestra (in accordo con il M5S) oppure si torna a votare, e lo stesso Renzi ha sottolineato di non temere un ritorno alle urne.
Ma tornando a votare cosa cambierebbe? Dipende dalla legge elettorale: se si voterà nuovamente con il Rosatellum 2.0 delle scorse elezioni il risultato - seppur con delle percentuali differenti - non sarebbe molto differente da quello del 4 marzo scorso.
Ciò è confermato dai sondaggi politici elettorali di Tecné pubblicati da TgCom, secondo i quali se si votasse oggi nessuno schieramento politico otterrebbe una maggioranza tale da poter governare da solo.
Tornare a votare, quindi, non conviene a nessuno, specialmente agli italiani: al costo delle elezioni, infatti, bisognerà aggiungere il tempo perso per la formazione di un Governo.
Come anticipato, le intenzioni di voto degli italiani sono state rilevate da Tecné; un sondaggio utile per capire come sono cambiate le preferenze degli elettori rispetto a due mesi fa, quando le urne hanno decretato la vittoria del Movimento 5 Stelle e del Centrodestra (specialmente della Lega).
Vediamo quindi quale tra gli schieramenti politici sta ottenendo il maggiore consenso per come sta gestendo questa fase post elettorale.
Sondaggi politici: intenzioni di voto
Se si rivotasse oggi alle politiche l’Italia si troverebbe nella stessa situazione attuale: senza un Governo.
Il Centrodestra per pochi voti non supererebbe il 40% necessario per governare da sola, ed è per questo che dovrebbe aprire al dialogo con il Movimento 5 Stelle, il quale a sua volta rivendicherebbe la vittoria alle elezioni per essere stata la lista elettorale ad aver ottenuto più voti.
Dall’altra parte il Partito Democratico dovrebbe presentarsi ai microfoni commentando una nuova sconfitta elettorale.
Insomma, cose già viste all’indomani del voto del 4 marzo.
Secondo quanto rilevato da Tecné, infatti, le intenzioni di voto degli italiani a circa due mesi dall’ultima tornata elettorale non hanno subito grossi scossoni.
Ad aver guadagnato di più è senza dubbio la Lega di Matteo Salvini, che oggi otterrebbe il 21,8% dei voti (rispetto al 17,4% del 4 marzo 2018). Il Centrodestra però non riuscirebbe comunque a superare la soglia del 40% complice il calo di Forza Italia, passato dal 14% al 12,6%.
Leggermente in calo anche Fratelli d’Italia: 4% oggi rispetto al 4,3% ottenuto alle elezioni. Complessivamente il Cdx otterrebbe il 39,4% (sommando anche i voti di Fitto&co.), non abbastanza per far partire un Governo da sola.
Anche il Movimento 5 Stelle ha guadagnato consensi rispetto al 4 marzo, tuttavia nelle ultime settimane i pentastellati stanno leggermente calando; segno che l’apertura verso Lega prima, e PD poi, non piace a tutti.
Nel dettaglio il M5S è passato dal 32,7% delle elezioni politiche al 34% (rilevato lo scorso 3 aprile), per poi riscendere al 33,5%.
Sul fronte Partito Democratico Matteo Renzi ha dichiarato di non aver paura di un ritorno alle urne; stando a quanto rilevato dai sondaggi politici di Tecné, però, l’ex segretario dei dem si sbaglia. Infatti, se si votasse oggi il Partito Democratico otterrebbe un altro risultato deludente: 18,1% dei voti, persino meno del 18,7% del 4 marzo. Tornare a votare non conviene neppure a Liberi e Uguali perché con un 2,8% non entrerebbe in Parlamento.
Cosa vogliono gli italiani?
Un ritorno alle urne quindi non sarebbe la scelta migliore. D’altronde - come rilevato da Tecnè (e confermato anche dal nostro sondaggio politico) una minoranza degli elettori spera nello scioglimento delle Camere, il 13% per l’esattezza.
L’ipotesi migliore secondo gli intervistati è quella di un Governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, appoggiato dal 27%.
Il 17%, invece, vorrebbe un Governo appoggiato sia dai 5 Stelle che dall’intero Centrodestra, ipotesi che però convince solamente il 4% dei grillini.
Ancora meno i favorevoli ad un Governo tra M5S e PD, il 14% dei votanti; stessa percentuale per coloro che vogliono un Governo istituzionale su decisione del Presidente della Repubblica.
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