Bilancio di esercizio: schema stato patrimoniale e riclassificazione fonti e impieghi

Francesco Oliva

25 Giugno 2016 - 15:03

Guida al bilancio di esercizio: ecco lo schema obbligatorio di stato patrimoniale previsto dall’articolo 2424 del codice civile e la riclassificazione di impieghi e fonti.

Bilancio di esercizio: schema stato patrimoniale e riclassificazione fonti e impieghi

Quando si parla di bilancio di esercizio si intende la rappresentazione delle grandezze aziendali dal punto di vista patrimoniale, reddituale e finanziario. Il bilancio di esercizio è obbligatorio e pubblico e deve essere redatto una volta l’anno.

E’ formato dai seguenti documenti:

  • stato patrimoniale
  • conto economico
  • nota integrativa

Bilancio di esercizio: lo schema obbligatorio di Stato patrimoniale

Lo stato patrimoniale indica la provenienza delle risorse finanziarie dell’azienda, ovvero dove l’impresa ha reperito il denaro necessario alla sua attività. Lo stato patrimoniale è composto:

  • dal passivo: indica le fonti di denaro
  • dall’attivo: la destinazione delle risorse finanziarie pervenute all’azienda a qualsiasi titolo.

Lo schema obbligatorio dello Stato Patrimoniale del bilancio di esercizio è previsto dall’articolo 2424 del codice civile.

Le tabella seguente indica le principali voci della stato patrimoniale divise tra attivo e passivo.

ATTIVO PASSIVO
crediti verso soci patrimonio netto: capitale sociale, riserve, utile o perdita d’esercizio
immobilizzazioni: materiali, immateriali, finanziarie fondi per rischi e oneri
attivo circolante: rimanenze, crediti, attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, disponibilità liquide trattamento di fine rapporto subordinato
ratei e risconti attivi debiti
- ratei e risconti passivi

Di solito lo stato patrimoniale viene analizzato sotto due aspetti: qualitativo e quantitativo.

L’aspetto qualitativo considera beni tra loro coordinati e con differente durata di utilizzazione.

Gli elementi dell’attivo patrimoniale sono suddivisi in due categorie:

  • elementi dell’attivo immobilizzato: costituiscono la struttura tecnica e organizzativa dell’azienda: si tratta di impianti, macchinari e fattori produttivi anche immateriali come brevetti, diritti e marchi;
  • elementi dell’attivo circolante: torneranno sotto forma liquida entro i 12 mesi successivi o che sono già sotto forma liquida.

L’aspetto quantitativo, invece, è dato dalla contrapposizione tra:

  • gli elementi passivi;
  • gli elementi attivi.

La differenza tra attivo e passivo rappresenta il patrimonio netto dell’azienda, ovvero le risorse finanziarie della proprietà.

Bilancio di esercizio, Stato Patrimoniale: la riclassificazione dello stato patrimoniale

La riclassificazione dello stato patrimoniale porta ad una presentazione in chiave finanziaria delle voci dell’attivo e del passivo dell’azienda, raggruppate e presentate in modo differente. Il passivo è rappresentato come fonte di denaro e quindi come risorse finanziarie entrate nell’azienda che andranno restituite; e l’attivo come impiego di denaro, quindi come investimenti che dovranno rientrare.

La suddivisione dello stato patrimoniale quindi è composto da due classi per gli impieghi e tre classi per le fonti.

Gli impieghi sono suddivisi:

  • investimenti a breve termine: entro l’esercizio successivo
  • investimenti a medio-lungo termine: oltre l’esercizio successivo.

Mentre le fonti, oltre a queste, avranno una classe in più:

  • investimenti a breve termine: entro l’esercizio successivo
  • investimenti a medio-lungo termine: oltre l’esercizio successivo
  • investimenti senza termine, ovvero il capitale proprio, senza scadenza, che verrà restituito quando si scioglierà la società.

La seguente tabella illustra in maniera analitica il bilancio riclassificato.

IMPIEGHI FONTI
impieghi a breve: disponibilità liquide (denaro e titoli di vasto mercato), disponibilità finanziarie (crediti di qualsiasi tipologia e scadenza, ratei attivi), rimanenza di magazzino e contabili (stock utilizzabili e collocabili a breve, riscontri attivi a breve) debiti a breve: debiti a breve scadenza
impieghi a medio-lungo: immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie debiti a medio-lungo: debiti a media-lunga scadenza
- capitale proprio: capitale sociale, riserve e utili, perdite a nuovo, utile d’esercizio

E’ intuitivo come la differenza fra impieghi a breve e fonti a breve debba essere positiva, ciò significherebbe che l’azienda con le sue risorse riuscirebbe a pagare tutti i debiti in scadenza nel periodo successivo con la liquidità che già ha e con quella che si renderà tale entro l’esercizio successivo. Questa differenza, che si chiama patrimonio circolante netto e rappresenta il patrimonio che circolerà nell’anno però al netto dei debiti che andranno pagati nel breve periodo.

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