Italia al voto, le proposte economiche di +Europa in vista delle elezioni politiche. Tasse, energia, stipendi, giovani e bollette: l’intervista di Money.it a Benedetto Della Vedova.
Taglio dell’Ires, dell’Irpef, dell’Irap e dell’Iva, riduzione del cuneo fiscale per aumentare i salari, subito i rigassificatori e investimenti nella ricerca sul nucleare di quarta generazione, ma anche l’introduzione di contratti a remunerazione variabile legati agli andamenti aziendali, da affiancare alla contrattazione collettiva. Sono queste le proposte economiche lanciate in vista delle elezioni politiche dal segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, intervistato da Money.it.
Secondo Della Vedova bisogna “deputinizzare l’Italia”, cioè aumentare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento per sganciarsi dal gas russo. Quindi, “per i giovani”, bisogna “ridurre progressivamente il rapporto debito/Pil” e varare la totale decontribuzione per i neoassunti dalle piccole imprese e dai piccoli professionisti fino a 35 anni nel primo triennio. Quanto alle coperture il segretario di +Europa cita la piena attuazione del Pnrr, la riduzione della spesa pubblica e delle partecipazioni pubbliche e la lotta all’evasione fiscale tramite il “pieno incrocio delle banche dati”.
Qual è il primo intervento, quello che ritenete urgente, che mettereste in campo come +Europa nella prossima legge di Bilancio?
Vista la situazione di oggi, il primo intervento riguarderebbe sicuramente interventi per far fronte al caro bollette e a deputinizzare l’Italia, cioè sganciarci dal gas russo diversificando le fonti di approvvigionamento: non solo gas da altri paesi che non siano la Russia, ma anche accelerare sulle fonti rinnovabili.
Caro bollette e crisi energetica: come intervenire per ridurre i costi a famiglie e imprese? Serve uno scostamento di bilancio? E per dipendere meno dalla Russia volete puntare sui rigassificatori e sul nucleare di quarta generazione?
Rispetto alle misure per contrastare il caro bollette, siamo fiduciosi che il presidente del Consiglio Mario Draghi, che oggi tutti invocano dopo averlo fatto cadere, riuscirà a trovare le misure più giuste per aiutare gli italiani. Lo scostamento di bilancio non è la panacea, ma nuovo debito: i sostegni necessari a famiglie ed imprese devono essere una misura urgente presa e coordinata a livello Ue. Per quanto ci riguarda, poi, i rigassificatori sono necessari, con +Europa abbiamo lanciato il Comitato per il sì al rigassificatore di Piombino; sul nucleare, siamo per rafforzare la ricerca e la cooperazione scientifica per lo sviluppo del nucleare di nuova generazione.
Sul taglio del cuneo fiscale quanti miliardi mettereste per garantire fino a uno stipendio in più a chi lavora? E l’intervento andrebbe fatto solo a favore dei lavoratori o anche per le imprese?
Pensiamo per prima cosa che ci sia bisogno di ridisegnare complessivamente il fisco a favore dei giovani, delle donne e delle partite Iva. Nel nostro programma prevediamo fino a 35 anni forme strutturali di decontribuzione degli oneri sociali che consentano di destinare parte delle disponibilità così ottenute alla previdenza integrativa. Per le piccole imprese e i piccoli professionisti decontribuzione integrale per i neoassunti fino ai 35 anni per il primo triennio.
Siete favorevoli all’introduzione di un salario minimo per legge o pensate sia meglio agire tramite la contrattazione collettiva? E cosa pensate di una possibile indicizzazione dei prezzi all’inflazione?
All’interno del programma di +Europa proponiamo l’introduzione e armonizzazione del salario minimo mobile. Reputiamo, infatti, che sia importante implementare un salario minimo, ma da definire nel quadro della prossima Direttiva europea e in accordo tra tutte le parti coinvolte, differenziando in base al settore produttivo. Alla contrattazione collettiva bisogna affiancare la diffusione di contratti a remunerazione variabile legati agli andamenti aziendali. Si tratta di misure importanti sia per dipendenti che per imprese.
Reddito di cittadinanza: secondo voi come andrebbe modificato, soprattutto nella parte sulle politiche attive?
Ci riconosciamo nella riforma del Reddito di cittadinanza posta in essere dal governo Draghi, anche per quanto riguarda il miglioramento delle politiche attive. E’ necessario implementare la componente legata quindi alla promozione dell’occupazione, a partire dal potenziamento dei percorsi di formazione utili al reinserimento nel mercato del lavoro con competenze più aggiornate e spendibili; coinvolgendo le agenzie di collocamento private. Serve inoltre rendere il Reddito di cittadinanza meno disincentivante al lavoro, specie tra i giovani. Importante implementare anche il sistema di controllo dei soggetti beneficiari, su cui il governo Draghi aveva scelto di investire considerevolmente. Strumenti come il voucher formazione-lavoro, infine, permetterebbero di seguire corsi certificati per incentivare le attività di riqualificazione.
Per i giovani i vostri alleati del Partito democratico vogliono una stretta sui contratti precari (a partire dallo stop a stage gratuiti e causale per tutti), introdurre una pensione di garanzia e azzerare i contributi per le assunzioni a tempo indeterminato. Siete d’accordo? Cos’altro proponete per gli under 30?
Il programma di +Europa è chiamato proprio “Una generazione avanti” ed è molto incentrato sulle proposte per i giovani. Al primo punto noi subito parliamo dell’importanza di investire in istruzione, formazione e ricerca. Proponiamo poi di ridurre gradualmente il rapporto debito/Pil e riformare il sistema pensionistico in maniera tale da permettere alle nuove generazioni di vivere in un Paese migliore di quello attuale e più sostenibile, con i conti in ordine. Anche per questo vogliamo introdurre in Costituzione il principio di equità generazionale rispetto alle finanze pubbliche.
Dopo Quota 102 secondo voi è giusto tornare alla Legge Fornero o bisogna introdurre un nuovo sistema?
Abbiamo recentemente pubblicato un intero documento sul tema pensioni, da affrontare con serietà e attenzione visto che attualmente impatta per ben il 16% del Pil italiano. Quota 100 si è rivelata una misura iniqua e dannosa, che ha favorito soprattutto gli uomini del settentrione e i dipendenti pubblici. Non ha portato al cambio generazionale nella occupazione tanto promesso. Dopo il sistema di Quota 102, posto dal governo Draghi come ponte, proponiamo un riordino del sistema pensionistico nell’ottica di una maggiore sostenibilità. Il modello che descriviamo nel nostro documento allegato al programma sulle pensioni si pone l’obiettivo di tutelare il lavoro di oggi e di domani in tutte le sue peculiarità e differenze rispetto al passato.
Sul fisco bocciate la flat tax e chiedete progressività: sarebbe auspicabile andare verso il sistema tedesco di aliquote differenziate? E quali coperture mettete in campo per finanziare il vostro programma?
Ridurre il cuneo fiscale è una priorità per +Europa, a partire da IRES, IRPEF e IRAP. Puntiamo poi molto sul taglio dell’acconto annuale Iva per i liberi professionisti fino al 70%. Naturalmente per ridurre le tasse in modo sostenibile è necessario contenere la spesa pubblica e promuovere la crescita, prima di tutto attuando gli investimenti e le riforme del PNRR. E aprire i mercati alla concorrenza, evitando di arrendersi alle corporazioni come balneari e taxisti, perché la concorrenza non è punitiva ma sviluppa i settori. Per combattere l’evasione fiscale serve il pieno incrocio delle banche dati. A tutto ciò si aggiunge la riduzione delle partecipazioni pubbliche e il già citato riequilibrio del sistema previdenziale.
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