Tari 2024 non pagata, quali sanzioni rischia il cittadino. Nuove norme

Nadia Pascale

10 Novembre 2024 - 09:17

Mancanza di liquidità o semplii dimenticanze possono portare a non pagare la tari 2024. Cosa succede in questi casi, quali sanzioni si applicano? Ecco le conseguenze della Tari non pagata.

Tari 2024 non pagata, quali sanzioni rischia il cittadino. Nuove norme

Quali sono le conseguenze se un cittadino ha la Tari non pagata o si accorge di avere un versamento effettuato in ritardo o incompleto? Come comportarsi se non si riceve il bollettino di pagamento della tassa rifiuti?

La prima cosa da ricordare è che al mancato versamento di tasse e imposte nei termini previsti dalle leggi corrisponde l’applicazione di sanzioni. Fin da subito però è bene precisare che con il decreto Sanzioni, decreto 87 del 2024, sono state modificate anche le sanzioni applicabili ai tributi locali.

Il decreto Sanzioni ha l’obiettivo di armonizzare il sistema sanzionatorio fiscale avendo come punto di riferimento la normativa europea e cercando di ridurre abnormi sproporzioni tra il tributo non pagato e le sanzioni applicate. Riduce le ipotesi di cumulo giuridico e prevede lo stato di necessità come esimente.

Vediamo cosa fare al verificarsi di questi frequenti disguidi, quali sono le conseguenze se non si paga la Tari e il nuovo sistema sanzionatorio.

Cos’è la Tari e come sono fissate le scadenze?

La Tari è la tassa sui rifiuti, il tributo è destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.
Per la casa disabitata, senza utenze allacciate e senza mobili e suppellettili vi è l’esenzione.

La prima cosa da sottolineare è che la scadenza della Tari non è uguale per tutti. Si tratta di una data di scadenza decisa dal Comune, di conseguenza la mancata consegna dell’avviso di pagamento con i bollettini e le scadenze potrebbe essere determinata da un ritardo da parte del Comune.

Generalmente l’importo è diviso in due rate, i Comuni possono però optare anche per la divisione in tre rate, in questo caso l’ultima deve avere scadenza successiva al 30 novembre.
Solitamente gli utenti ricevono i bollettini pre-compilati con le scadenze da rispettare. La dichiarazione Tari è necessaria solo in seguito a primo accesso nell’immobile e in seguito a variazioni o cessazioni. Negli anni successivi sono calcolati in base alla prima dichiarazione Tari.

La Tassa sui rifiuti, in base al regolamento del proprio Comune può essere pagata in un’unica soluzione oppure con diverse rate, generalmente due acconti e un saldo. Non è raro che i Comuni fissino una soglia, bassa, al di sotto della quale non è possibile accedere al pagamento rateale.

Per quanto riguarda, invece, le sanzioni e i rischi per il cittadino che non paga la Tari dipendono dal ritardo con cui viene regolarizzata la situazione. Vedremo a breve le novità introdotte con il decreto Sanzioni del 2024.

Cosa succede se si paga la Tari 2024 in ritardo?

Chi paga la tassa sui rifiuti in ritardo rispetto alla scadenza fissata dal proprio Comune va incontro a una sanzione, il cui importo può essere alleggerito grazie allo strumento del ravvedimento operoso

Il ravvedimento operoso è uno strumento con cui i contribuenti possono regolarizzare omissioni, errori o illeciti di tipo fiscale, in modo spontaneo, versando:

  • il tributo non pagato;
  • una sanzione stabilita in misura ridotta;
  • gli interessi, calcolati sull’importo non pagato al tasso legale vigente.

L’importo della sanzione dipende dalla data in cui si procede con il pagamento di quanto dovuto per la Tari. Due gli elementi presi in considerazione:

  • importo dell’imposta originariamente non pagata;
  • scadenza originaria dell’imposta non pagata.

Prima della riforma introdotta con il decreto Sanzioni, la stessa era pari al 30% dell’imposta o della tassa dovuta (art. 13 del d.lgs. n. 471/1997).
Con l’articolo 2 del decreto 87 del 2024 si è provveduto a ridurre la sanzione dal 30% al 25% intervenendo proprio sull’articolo 13 del decreto legislativo 471 del 1997.
Ne consegue che sono ridotte anche le sanzioni previste nel caso in cui il contribuente provveda con un adempimento tardivo. In questo caso:
per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore a novanta giorni, la
sanzione è ridotta alla metà. Pertanto, dal 1° settembre 2024, questa sanzione sarà pari al 12,5%.

Il decreto Sanzioni interviene inoltre anche sui termini del ravvedimento operoso previsto dal decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, ne consegue che secondo le nuove disposizioni per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore a 15 giorni, la sanzione è ulteriormente ridotta a un importo pari 1/15 per ciascun giorno di ritardo (pari allo 0,8333% per ogni giorno di ritardo).

In sintesi le nuove sanzioni, applicate a partire dal 1° settembre 2024 sono così determinate:

  • ritardi fino a 14 gg: sanzione del 15% ridotta a 1/15 per giorno;
  • ritardi tra 15 e 90 gg: sanzione del 12,5% dell’imposta;
  • ritardi superiori a 90 gg: sanzione ordinaria del 25%.

Il tasso di interesse legale per il 2024 è stato fissato al 2,5%, nel 2023 era fissato al 5%.

Cosa succede se non si paga la Tari?

Va fatto un discorso diverso se, invece, la Tari non viene pagata. In questo caso le conseguenze diventano più gravi della semplice sanzione amministrativa.

Il Comune in tal caso può richiedere l’esecuzione forzata per il soddisfacimento in modo coatto del diritto del creditore nei confronti del debitore, quindi il tribunale può disporre il pignoramento dei beni del debitore.

Cosa fare se la Tari non arriva?

Altre volte, invece, il contribuente non paga la Tari perché non è arrivato il bollettino per effettuare il versamento.

In questo caso il contribuente deve contattare il proprio Comune e chiedere spiegazioni circa il ritardo. In questo modo il cittadino può sapere con certezza se continuare ad aspettare o se procedere con calcolo e pagamento in autonomia.

Nel secondo caso, il calcolo della Tari si può fare online per tutti i Comuni, ma prima vanno consultati dati, aliquote e procedure sul sito del proprio Municipio.

Chi non riceve il bollettino non è esente: deve comunque pagare quanto dovuto per la tassa sui rifiuti tramite modello F24 in banca o presso un ufficio postale. Il codice tributo è 3944 e va inserito nella sezione “IMU e altri tributi locali”.

Ricordiamo, infine, che la Tari è soggetta a prescrizione: se il Comune non invita il cittadino a pagare la tassa sull’immondizia entro 5 anni non potrà più pretendere il pagamento degli importi evasi.

La Corte di Cassazione con l’ordinanza 17234 del 15 giugno 2023 ha, infatti, ribadito che per il mancato pagamento della Tari si applica la prescrizione breve in 5 anni e non il termine ordinario di 10 anni previsto dall’art. 2946 c.c..

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