Tari, proroga al 30 giugno per applicare gli aumenti: di quanto saranno?

Patrizia Del Pidio

19 Aprile 2024 - 10:56

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Aumenti in vista per la Tari, ecco quando si pagherà di più e a partire da quando. Intanto un emendamento fornisce più tempo ai Comuni per stabilire le tariffe della tassa rifiuti.

Tari, proroga al 30 giugno per applicare gli aumenti: di quanto saranno?

Aspettiamoci aumenti significativi sulla Tari, a causa del rincaro dovuto all’inflazione. Una notizia che nessuno avrebbe voluto leggere a cui si accompagna anche un emendamento del Governo che concede ai Comuni più tempo per fissare le tariffe della tassa rifiuti.

Con l’inflazione in aumento ci saranno ripercussioni anche sulla Tari che subirà dei rincari. Saranno i singoli amministratori locali a stabilire, poi, l’ammontare dei rincari stessi. Nel frattempo, però, un emendamento del Governo al decreto Superbonus, porta una proroga al 30 giugno del termine fissato per i Comuni (originariamente al 30 aprile) per approvare le tariffe della Tari.

Di quanto aumenta la Tari?

Lo scenario peggiore lo aveva previsto l’Arera ipotizzando aumenti fino al 14%. Non arriverà a tanto il rincaro, ma ci sarà. A Roma, che già è una delle città dove la tassa sui rifiuti è più cara, è previsto un aumento di circa di il 3% per adeguare i costi del servizio all’inflazione. Già, come dicevamo, Roma e il Lazio in generale, rientravano tra le città e le Regioni in cui la tassa costava di più (in media circa 40 euro in più per una casa di 00 metri quadrati per una famiglia di tre persone).

La buona notizia, nella capitale, è che l’aumento non sarà del 14%, come prospettato dall’Arera, ma solo del 2,87% che, però, dovrebbe azzerarsi il prossimo anno. Restano intatte le esenzioni totali per chi ha Isee fino a 6.500 euro.

La Tari, però, è una tassa a discrezione degli enti locali e gli aumenti non sono uguali in tutta Italia, ma possiamo dire fin da subito che si tratta di rincari generalizzati. Ad esempio, ad Asti, ad esempio, gli incrementi vanno dal 5% al 7% per le utenze domestiche e dal 4% al 5% per quelle non domestiche.

A Genova il rincaro tocca punte che sfiora il 7%, ma il rincaro sarà spalmato su 2025 (5,5%) e 2026 (1,8%). Ovviamente le decisioni se applicare o meno il rincaro spetteranno ai singoli amministratori che potranno anche decidere di limare l’aumento e renderlo meno traumatico per i cittadini.

Aumento Tari, un grosso rischio per le imprese

L’aumento della Tari, va ricordato, non è legato solo alle utenze domestiche, ma anche agli esercizi commerciali e alle imprese. Proprio per questi ultimi il rincaro potrebbe essere un colpo decisivo che si somma a quello di tutti gli altri aumenti dovuti all’inflazione. I costi di gestione, infatti, rischiano di diventare talmente alti da non essere più gestibili.

Una delle proposte avanzate a Genova, dove gli aumenti si preannunciano assai salati, è quella di calcolare l’effettiva produzione dei rifiuti da parte delle attività commerciali, senza considerare soltanto la superficie degli esercizi. Questo renderebbe la tassa più equa e, in alcuni casi, più sostenibile.

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