Agevolazione Imu, spetta l’esenzione a chi dimora nello studio o ha abitazione a uso promiscuo?

Patrizia Del Pidio

22 Aprile 2024 - 08:09

L’esenzione dell’Imu spetta se si dimora abitualmente nel proprio studio professionale o se l’abitazione principale è destinata, in parte, allo studio? Vediamo cosa prevede la normativa.

Agevolazione Imu, spetta l’esenzione a chi dimora nello studio o ha abitazione a uso promiscuo?

Le agevolazioni Imu spettano sull’abitazione principale, ma cosa accade se si adibisce parte dello studio professionale ad abitazione principale o, viceversa, se si adibisce parte dell’abitazione a studio professionale? Si ha diritto in ogni caso alle agevolazioni sull’imposta municipale?

Sempre più spesso, anche per tagliare i costi, i professionisti adibiscono lo stesso immobile a studio professionale e ad abitazione principale e quello che si chiedono è se spettano le riduzioni Imu previste per l’abitazione principale. L’esenzione Imu spetta solo a una condizione che andremo a vedere di seguito.

Esenzione Imu, quando spetta?

A essere fondamentale per l’esenzione Imu non è se l’immobile rappresenta la propria residenza o meno, ma la sua destinazione d’uso. L’esenzione, infatti, spetta solo per gli immobili a uso abitativo.

La regola generale dell’Imu vuole che l’esenzione per l’abitazione principale spetti se il possessore vi dimora abitualmente e se ha spostato nell’immobile la propria residenza.

A chiarire che per gli uffici non vale la stessa esenzione, anche se adibiti ad abitazione principale, è la sentenza 9496/2024 della Corte di Cassazione. Un immobile censito nella categoria A10, come ufficio o studio, non può godere delle stesse agevolazioni previste per gli immobili a uso abitativo.

Se, quindi, il professionista ha adibito parte dello studio/ufficio (accatastato come A10) ad abitazione principale, proprio per l’accatastamento non ha potuto trasferire in esso la propria residenza. Per avere diritto all’esenzione Imu si potrebbe cambiare la destinazione d’uso dell’immobile chiedendo e ottenendo dal Comune l’autorizzazione a costruire.

In questi casi bisogna fare attenzione anche quando si acquista un immobile per andarci a vivere: la categoria catastale è determinante perché per il riconoscimento della residenza non serve soltanto che l’immobile sembri destinato all’uso abitativo, ma anche che effettivamente sia destinato a questo uso. Potrebbe capitare di acquistare un immobile accatastato come ufficio senza prestare attenzione alla categoria catastale e, poi, avere l’amara sorpresa di non poterci spostare la propria residenza.

Se in casa ho anche l’ufficio spetta l’esenzione Imu?

Proprio in base a quello che abbiamo affermato nel paragrafo precedente, se si ha un immobile a uso abitativo in cui si risiede e dove si dimora abitualmente e in esso si decide di destinare una porzione allo studio/ufficio professionale, l’agevolazione Imu spetta?

In questo caso l’esenzione è dovuta perché i presupposti dell’abitazione principale sono soddisfatti pienamente (dimora e residenza) e dello stesso avviso è anche il MEF che nell’interpello 8/2017 ha confermato che per avere l’esenzione dal pagamento dell’Imu è importante soltanto che siano soddisfatti i requisiti di residenza e di destinazione all’abitazione principale, anche se l’abitazione civile è destinata a un uso promiscuo.

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