Tegola su Poste: multa da 5 milioni di euro dall’Antitrust

Violetta Silvestri

15/09/2020

Poste Italiane dovrà pagare un multa di 5 milioni di euro per inganno dei consumatori. L’Antitrust ha imposto la massima sanzione al gruppo per pratiche commerciali scorrette sulle raccomandate.

Tegola su Poste: multa da 5 milioni di euro dall’Antitrust

Poste Italiane nel mirino dell’Antitrust: arriva una multa di 5 milioni di euro.

L’Autorità ha sanzionato il gruppo per la scorretta gestione delle raccomandate, che genera un sistema dannoso e di profonda ingiustizia nei confronti dei consumatori e, in generale, del Paese.

Il Garante ha deciso di imporre la massima ammenda a Poste Italiane, accusando il gruppo di pratiche illegali e ingannevoli di una certa gravità e, soprattutto, persistenti nonostante precedenti segnalazioni.

Poste Italiane: multa da 5 milioni di euro. I motivi

Su Poste Italiane è caduta una pesante tegola: l’Antitrust ha multato il gruppo, che dovrà pagare ben 5 milioni di euro per aver violato il Codice del Consumo sulle raccomandate.

Nello specifico, il Garante ha così giustificato la decisione:

“[Poste] ha adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate”

In pratica, l’accusa è di non aver recapitato le raccomandate nei tempi e modi previsti dalla legge e dai messaggi pubblicitari del gruppo. L’uso troppo frequente del deposito dell’avviso di giacenza, anche quando esistevano gli estremi per la consegna a domicilio, è stato valutato come illecito.

Il monito dell’Antitrust è stato chiaro: “numerosissimi risultano essere i reclami dei consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione”.

Mancato controllo sulle suddette pratiche scorrette da parte di Poste e l’omissione di informazioni dettagliate sul servizio digitale hanno aggravato la posizione della società. La multa, quindi, è stata ritenuta necessaria, in quanto le conseguenze di tale atteggiamento si sono riversate soprattutto sui consumatori.

Poste e il danno al sistema giustizia Paese

Secondo il Garante la questione della gestione delle raccomandate ha provocato danni anche al sistema di giustizia dell’Italia:

“per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati, come più volte affermato nelle Relazioni Annuali sullo stato della giustizia citate nel provvedimento”.

Poste Italiane, quindi, dovrà pagare la sanzione massima di 5 milioni di euro.

La replica di Poste Italiane

Poste Italiane ha pubblicato una nota ufficiale per replicare alle accuse dell’Antritrust.

Il gruppo ha respinto ogni tipo di negligenza e di responsabilità, giudicando “inaccettabili” le parole del Garante e “inammissibile” il riferimento alle disfunzioni del sistema giustizia in Italia.

Poste ha avvisato che si appellerà al Tar, spiegando nel comunicato che:

In merito alla sanzione irrogata dall’AGCM, per una “presunta violazione del Codice del Consumo, per aver adottato una politica commerciale scorretta per il servizio di recapito delle raccomandate”, Poste Italiane respinge gli addebiti contenuti nel
documento e ribadisce, con fermezza, che le proprie condotte commerciali sono improntate a principi di correttezza e trasparenza per la piena tutela dei clienti, dei consumatori e del sistema Paese.

E’ priva di qualsiasi fondamento l’ipotesi secondo la quale l’azienda avrebbe posto in essere azioni che ingannino i clienti in merito alle caratteristiche del prodotto raccomandata.

Poste Italiane tutelerà, con fiducia nel sistema giudiziario italiano, la propria immagine e reputazione, i propri diritti e la correttezza delle proprie condotte presentando ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.

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